Thailand classic tour
Non ero molto convinta di scrivere questo post.
Pensare di raccontare della Thailandia dopo esserci stata solo due settimane trascorse prevalentemente spalmata su una spiaggia con in mano una noce di cocco, mi sembrava come voler descrivere l'Italia avendo visitato Forte dei Marmi e Porto Cervo.... ma la voglia di raccontare è stata più forte e quindi ecco qui la mia nuova Traccia on the road :)

Le premesse per organizzare questo viaggio erano mare e relax e quindi l'equazione da sviluppare era: massimo relax con minimo stress. Il risultato finale? Cinque giorni a Phuket, cinque a Phi phi island e circa tre a Bangkok. Le mete sono state scelte perchè facili da raggiungere, con le migliori spiagge ed il miglior clima a dicembre. Già vi vedo storcere il naso. Phuket e Phi phi non hanno la migliore delle reputazioni. Ma, se come me studierete un po', scoprirete che in queste due isole c'è posto per tutti: dal backpacker con un budget nullo al miliardario che attracca con il suo panfilo. E per tutti un mare stupendo.

Raggiungere Phuket è davvero semplice: volo diretto Milano-Bangkok e poi da qui decine di voli low cost e meno di due ore di volo. Se avete intenzione di stare qualche giorno e di girare le varie spiaggie consiglio di noleggiare un auto e io non posso che parlare bene della Thai Car Rent che offre ottimi servizi a prezzi onesti.

Di sicuro è stato più facile raggiungere Phuket che il nostro albergo visto che nell'ordine: ci siamo persi mappa alla mano in un'isola che ha 2 strade, siamo stati tamponati fermi al semaforo, abbiamo quindi scoperto che i Thailandesi sono gentili e simpatici ma non parlano inglese (anche quando asseriscono che lo stanno parlando), ci si è scaricata la batteria dell'auto ed abbiamo dovuto trovare i cavi e qualcuno che ci aiutasse. Tempo tecnico di percorrenza dei 40 km che ci dividevano dal nostro albergo: 4 ore. Arrivare in un albergo extra lusso in stile sbarco a Lampedusa, con macchina ammaccata, vestiti stropicciati e una impellente necessità di utilizzare acqua e sapone non è una delle esperienze che a breve vorrei ripetere. Posso ora confessare che ho odiato con tutto il mio essere la gentilissima hostess che ci ha accolti sorridente con una fresca bevanda e fazzolettini umettati per le mani e ci ha costretti a sedere ed a subire il lungo e curatissimo check-in mentre io volevo solo fuggire in camera sotto la doccia.

Tornando seri, sono stata davvero impressionata dal The Nai Harn. La struttura è bellissima e curatissima. Tutte le camere hanno un balcone enorme con sofà matrimoniale vista mare e ciliegina sulla torta: la colazione è spettacolare. Ricorderò per sempre il momento in cui io e Gio abbiamo scoperto l'albero delle ciambelline e mini krafen...Nello stesso spazio, completamente aperto sul mare, si servono la cena ed il pranzo di ottimo livello. E' qui che abbiamo sviluppato una dipendenza al Mango Sticky Rice, un dessert simbolo della Thailandia a base di mango fresco, riso e latte di cocco.

Grazie, o a causa, della bellezza e tranquillità del nostro albergo e relativa spiaggia non abbiamo utilizzato molto la nostra macchina per girare l'isola (anche perchè abbastanza traumatizzati dall'assenza di cartelli stradali, dalla mancanza di corrispondenza della strada reale con la mappa fornita, e dalla apparente inesistenza di regole codificate per chiunque transiti sulle strade dai pedoni, ai ciclisti alle auto). La Baia di Nai Harn dove risiede l'albergo è molto bella, con mare calmo e poco frequentata. Si trova alla estrema punta sud di Phuket e stare qui non ha nulla a che vedere con il caos di Patong o le altre spiagge più battute.

Ovviamente Patong è il peggio del peggio ed io "for science" una sera sono voluta andare per toccare con mano . E' uno dei posti più strani e assurdi in cui sia stata: in queste quattro stradine brulica un orgia di umanità di tutti i tipi e di tutte le razze ipnotizzata dal caos di suoni, colori ed odori. Si susseguono ristoranti affollati e rumorosi, persone che ti fermano per proporti di tutto, centri massaggi in cui a nessuno interessa la riflessologia plantare...se l'inferno esiste, nella mia testa è come Patong. Rimbambiti in tutti i sensi, ci siamo rifugiarti in cerca di calma, sulla spiaggia ormai deserta illuminata dalla luna e ci è sembrato di attraversare il portale per un'altra dimensione: lo sciabordio del mare ed il silenzio. Incredibilmente abbiamo trovato un piccolo gruppetto di ristorantini tranquilli sulla riva e ci siamo fermati al Sabai Beach per una piacevole cena e l'immancabile acqua di cocco e mango sticky rice.

Sulla strada per arrivare a Patong abbiamo passato i villaggi di Kata e Karon che sono due tra le spiagge più popolari dopo quella di Patong. Devo dire che i paesini, anche se molto turistici, sono carini e pieni di vita con molti ristoranti di pesce che sembrano interessanti e negozietti di souvenir locali. Ci sarebbe piaciuto tornare una sera, ma alla fine il nostro paradiso nascosto di Nai Harn ci attirava sempre verso casa...

Una sera siamo andati in macchina fino al Promthep Cape, il capo più a sud di Phuket dove la visione del tramonto è davvero speciale e molte persone vengono qui proprio a quest'ora. Proseguendo per la stessa strada ci si imbatte in un piccolo villaggio di pescatori che è Rawai. Il lungo mare è incantevole, si respira un aria autentica e si susseguono tantissimi ristoranti locali di pesce con tavoli sulla passeggiata d'avanti al mare. Ci siamo fermati in uno a caso, segliendo uno dei più pieni il Mae Klong Seafood e abbiamo mangiato pesce fresco a prezzi ridicoli. Come spesso ho visto accadere in Thailandia, basta poco per entrare in un portale spazio temporale e da paesino tranquillo tipico e carino Rawai si trasforma nella succursale mignon di Patong. In fondo al lungomare vedrete infatti tantissimi turisti tutti diretti verso una strada pedonale piena zeppa di bancarelle e di ristorantini che è il Rawaii seafood market. Probabilmente il cibo sarà fantastico, ma visto l'odore, il caos e la poca pulizia sono stata felice di cenare sul lungomare in pace e tra abitanti del luogo...

Una gita quasi obbligatoria da Phuket è quella a Phang Nga Bay. La meta è delle più turistiche essendo a solo pochi minuti di barca da Phuket ed a causa di Ko Phing Kan, ormai nota come Bond island, dove nel 1973 fù girata la nota scena nel film di James Bond Goldfinger. L'area di Phang Nga Bay è bellissima, piena di baie con acque turchesi tutte da scoprire in canoa. La gita è piacevole ma fate attenzione con chi prenotate. Noi con la Two Sea Tour ci siamo trovati benissimo. Li ho scelti perché fanno tour in piccoli gruppi, partono presto per evitare la ressa e sopratutto non vi faranno perdere tempo in ristoranti e giri per souvenir in villaggi truffa. Il pranzo è cucinato e servito in barca ed è ottimo. Il personale cordiale, il servizio ineccepibile.


Dal Rassada Pier di Phuket parte un comodo ferry per Phi Phi island (Andaman Wave Master) ed in circa due ore e mezza sarete a destinazione. Tutti i traghetti fermano a Tonsai che è la Patong di Phuket. Ho passeggiato per il paesino di Tonsai di giorno, quando la musica non c'era e la maggior parte della gente era in albergo a dormire, ma devo dire che a suo modo l'ho trovato grazioso. La passeggiata che va verso nord-est lungo il mare è molto carina anche se ovviamente zeppa di negozi di souvenir e ristoranti per turisti. La location è particolarme scenografica perchè Tonsai si trova tra due baie la prima a sud che è il vero porto dell'isola e l'altra, Loh Dalam, a nord ha spiaggia bianca e mare calmo ed è il punto di partenza per visitare in canoa la suggestiva Monkey beach.

Si dice che Long beach sia la spiaggia più bella dell'isola di Phi phi che è una delle più belle di tutta la Thailandia, e posso confermare che è davvero notevole: mare turchese che sembra una enorme piscina a cielo aperto. Qui nell'estrema punta nord dell'isola si ferma solo un traghetto al giorno e, a seconda delle condizioni del mare, attraccherete o sul lato ovest su una piattaforma arruginita e traballante, oppure sul versante est direttamente in acqua visto che non esistono moli. A long beach le possibilità di dormire sono poche: ci sono solo quattro resort di cui uno staccato dagli altri e in una zona molto meno la bella della spiaggia. Dei tre che restano quello con un rapporto qualità prezzo ragionevole è l'Erawan Palm Resort che etichetterei un "brutto ma buono". A parte la colazione inquietantemente triste, i punti forti dell'albergo sono la posizione nel tratto più bello della spiaggia proprio affianco al costosissimo Zeavola (il cui ristorante ci ha salvato tutte le sere per cena) ed il servizio massaggi sulla spiaggia a prezzi davvero modici.

La cosa che non ho apprezzato di Long beach è di essermi sentita uno stupido turista da spennare visto che durante il soggiorno sarete isolati e in balia del vostro albergo e di una manciata di "pescatori" che cercheranno di spennarvi il più possibile tra passaggi in longtail e pasti nei locali dove con mani sporche e malavoglia vi serviranno cibo di bassa qualità a prezzi esorbitanti. Se però avete voglia di camminare un pochino vi consiglio di prendere il sentiero che alla fine della spiaggia va verso sud nel piccolo villaggio all'interno dell'isola. Qui ho trovato gente molto più simpatica e meno assatanata dei vostri soldi. Abbiamo conversato piacevolmente con il barbiere-barista del posto e poi mangiato il primo vero street food: il pancake thailandese. Durante il nostro giro nel villaggio ad un certo punto sono rimasta incantata a guardare una signora del luogo che in un angolo di strada tirava la pasta di questo che loro chiamano pancake ma è più una crepe sottilissima riempita di banana e poi fritta e cosparsa di cioccolato. Non ho potuto resistere con Gio ne abbiamo mangiate tre. Una delle cose più buone che abbia mangiato in Thailandia.

Anche da Phi phi island c'è la gita obbligatoria: qui è Kho Phi phi Lee ed ovvero Maya beach, famosa e quindi presa d'assalto dai turisti perchè qui è stato girato The Beach il film con Leonardo di Caprio. Rassegnatevi a qualsiasi ora arriverete non sarete mai soli ma circondati da decine di turisti urlanti. La spiaggia nonostante tutto è stupenda, racchiusa come in uno scrigno dalle alte rocce che la circondano. Entrate in acqua e oltrepassate la cortina di turisti che si ferma ai primi due metri, farete un bagno da sogno con una vista stupenda. Per arrivare a Maya beach il modo migliore è affittare una longtail e farvi portare. Di solito il giro che contratterete durerà mezza giornata ed include anche una sosta a Tonsai e un altro paio di spiagge e, se siete fortunati, anche Bamboo island. Dico fortunati perchè dipende dalla voglia del vostro pescatore di turno, il nostro quel giorno non aveva voglia!...


Dopo Phi Phi island  siamo volati verso la nostra ultima meta: Bangkok per un pò di shopping e di cultura.  Purtroppo devo dire che la città non mi ha dato vibrazioni positive. Mi aspettavo un luogo vivace, forse povero ma affascinante; invece ho trovato caos e una stridente dualità. Bangkok mi è sembrata dilaniata da due anime opposte: la tenace persistenza dei secolari modi di vivere tradizionali contro la voglia quasi frenetica di volersi adeguare agli stereotipi della cultura occidentale. E tutto questo sfocia in cose assurde come il venditore ambulante di frutta che scalzo serve il cliente in Jimmy Choo, oppure l'impossibilità di trovare prodotti locali e tradizionali nonostante la città sia un enorme centro commerciale.

Tra le cose che meno mi hanno entusiasmato/deluso a Bangkok prima di tutto cito il clima. Lo smog ed il caldo sono davvero pesanti anche in dicembre e visitare i principali monumenti è stato duro perchè quasi tutti richiedono gambe e spalle coperte. Dato il caldo, e la mole di gente in giro, all'ultimo momento abbiamo deciso di saltare la gita ad Ayutthaia perchè la vecchia capitale si trova ad un paio di ore di treno o bus da Bangkok e richiede di essere girata in bicicletta! Scordatevi anche i mercatini (come i famosi train market o il mercato galleggiante) si trovano tutti in estrema periferia o addirittura lontano Bangkok e quindi dovreste dormire almeno una notte fuori e comunque noleggiare un auto con autista perché scordatevi di guidare qui! Come appunto scordatevi anche lo shopping di pashmine, spezie, sete e quant'altro leggerete di stupendo la Thailandia è maestra nella produzione, ma se siete in cerca dell'ultimo modello di Under Armour o dell'eyeliner che trovate solo negli USA (ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale), tranquilli: qui lo troverete!

Passando alle cose positive, la visita al Palazzo Reale è davvero impressionante. Ci siamo arrivati come tutti imbarcandoci al Sathorn Central Pier all'uscita della fermata dello skytrain e facendo una piacevole gita sul traghetto che trasporta i turisti lungo il Chao Phraya il fiume che divide la città in due. Vi risparmio la complessa spiegazione di traghetti e colori di bandiere... Se volete documentarvi, ho trovato molto utile questo sito. Una volta sbarcati ci vorrà qualche minuto a piedi per entrare nel sito del Palazzo Reale ma devo dire che se fossi in voi non mancherei di acquistare un sacchetto di Ananas Lollipop come li ho battezzati io.  Mini ananas grandi come un pugno puliti con ancora il loro gambo e messi in gruppi di 8/10 nei sacchetti trasparenti. Mangiarne uno tenendolo dal gambo è come mangiare una caramella succosa. Attenzione creano dipendenza.
La visita del Palazzo Reale richiederebbe una intera giornata, è una distesa incredibile di costruzioni finemente e fittamente cesellate. Solo a guardare i particolari di ogni edificio ci vorrebbero giorni. Purtroppo la calca ed il caldo avranno la meglio su di voi ed alla fine in qualche ora terminerete sfiniti la visita. Dopo il palazzo reale è d'obbligo allungarsi a visitare il Wat Pho che è il più antico ed importante dei monasteri ed è famoso per custodire la statua del buddha reclinato. Da qui basta pagare pochissimi bath per attraversare il fiume ed arrivare al War Arun in cui l'alta torre in stile Khmer è uno dei simboli della città. 

Dopo aver visitato i principali siti culturali della città, potete dire di avere la coscienza a posto e rifugiarvi all'aria condizionata senza rimorsi nell'area tra Siam e Chit Lom che è un immenso conglomerato di centri commerciali. Ad unirli non solo lo skytrain ma addirittura la skywalk: una passaggiata sopraelevata appena al di sotto dei binari dello skytrain in cui potrete comodamente passaggiare sopra lo smog e il caos del traffico di Bangkok ed entrare direttamente nei vari centri commerciali. Qui unirete shopping e cibo. Moltissimi ristoranti sono dentro i centri commerciali. Non ho molto da consigliarvi, ma posso dire che la food court del Terminal 21  è davvero notevole e noi qui abbiamo cenato a Have a Zeed ristorante Thai di ottimo livello, e non mancherei una visita al Gourmet Market supermercato extra lusso. Vi consiglio quello del Siam Paragon dove oltre a trovare finalmente qualche prodotto Thai come spezie e frutta potrete pranzare ad uno dei tantissimi banchi.

Thailand classic tour
Se avete tempo, ed anche se rischierete il ricovero per intossicazione da fumi, vi consiglio di provare un giro con un riscio a motore che è una esperienza tra il divertente ed il terrorizzante come andare sulle montagne russe. In pratica sono delle api con autista che con un costo irrisorio vi porteranno zigzagando tra le macchine ovunque e velocemente.

Per finire un consiglio logistico: se venite a Bangkok per la prima volta e non avete molto tempo può essere utile trovare un albergo lungo la linea dello skytrain che è una metropolitana sopraelevata che vi permetterà di raggiungere facilmente ed in modo panoramico i principali siti turistici. Bangkok è piena di ottimi alberghi a prezzi modesti, ed io ho apprezzato particolarmente il soggiorno al Vie Hotel: ottima posizione a fianco alla fermata dello skytrain e facile da raggiungere dall'aeroporto con la linea dell'airport rail link.