pasta, spaghetti, voiello, sugo rosso, olive, origano, peperone, piacere

Ho avuto l'onore ed il piacere di scrivere un post per il Blog della Voiello. Il tema? il Piacere Vero. Ed ecco cosa ho partorito....

Gulp! E adesso che cosa scrivo?!... questo è stato il mio primo pensiero quando ho letto la mail del blog di Voiello. Scrivere a ruota libero sul piacere?... foglio bianco e occhio sbarrato in preda a quello che notoriamente è chiamato blocco dello scrittore. Vediamo. Piacere, parlare a ruota libera del piacere, ma cos’è per me il piacere? Ed ecco un flash, e con grande sorpresa si materializza nella testa mio padre.

Dopo un attimo di smarrimento incomincio a rifletterci su, ed in effetti ragiono che forse forse il mio mentore del piacere è stato proprio lui, mio padre. Lui che, classe 1907, è stata una persona concreta e frugale come vuole la sua generazione, ma al tempo stesso un sofisticato amante delle belle cose e del piacere in tutte le sue accezioni. Lui, che sin da piccola mi ha iniziato ai momenti di puro piacere lasciandomi il fondo della sua tazzina di caffè del dopopranzo.

…Ma che sia il ricordo del piacere con cui stava in pochi ma accuratissimi momenti in cucina, la colpa della mia passione a causa della quale lascio Tracce di Cibo ovunque?...

Per me infatti sono indimenticabili i ricordi di infanzia legati al sapore per esempio dei Passatelli in Brodo che lui preparava - ma solo con l’attrezzo fatto venire appositamente da Ferrara! - mentre io con il nasino in sù guardavo affascinata i “vermoni” di pasta venir fuori e ne rubavo di nascosto qualcuno per mangiarlo ancora crudo. Così come il ricordo del sapore dei Ravioli Ricotta e Limone che preparava quando mamma faceva la Pasta alla Chitarra. Ma solo per noi. Perché a mamma non piacevano. Ed allora il piatto era composto per tutti, tranne che per lei, da metà pasta e metà ravioli. Non sono mai riuscita a replicare quel mix perfetto di dolce e agrumato. Per non parlare del rito della preparazione dei Carciofini sott’olio a cui annualmente eravamo chiamate a partecipare anche io e mia mamma, ma solo a titolo di sguattere. Ho un ricordo indelebile e di una gioia profonda di noi tre attorno al tavolo in cucina. Il mio compito di bambina era quello di rigirare i carciofini nel succo di limone, mia mamma si anneriva le mani a pulire centinaia di carciofini che lui si limitava a controllare e rifilare togliendo le ultime foglioline per produrre il carciofino perfetto….

Ma più di ogni altra cosa, è la Pasta all’Intendente il ricordo che più di tutti unisce mio padre, il piacere e la cucina. Non perché mi porta alla mente un ricordo preciso o un momento di piacere nel gustarla, ma perché mi ricorda un rito, un rito della tradizione: il rito della vigilia di Natale.

La Pasta all’Intendente è un semplice piatto di spaghetti conditi con un sugo rosso elaborato da mio padre (e quindi ribattezzato “all’intendente” essendo lui un Intendente di Finanza) che a casa mia è da sempre sinonimo della cena della vigilia di Natale.

Ecco, una scheggia di vero piacere per me è sentire, la sera della Vigilia il profumo del sugo all’Intendente che si propaga per casa, e sapere esattamente che il suo rito avrà luogo. Imbandire la tavola, cenare con la pasta all’Intendente, dire la Novena di Natale con la testa già ai pacchetti che aspettano sotto l’albero, si tutti, anche quelli che ancora oggi virtualmente ogni anno mi arrivano a nome di papà.

Ecco la mia scheggia di vero piacere.

pasta, spaghetti, voiello, sugo rosso, pomodori pelati, origano, olive, piacere
PASTA ALL'INTENDENTE
spaghetti 500 gr
pomodori pelati 800 gr
peperone verde 1/4 abbondante
olive nere 100 gr circa denocciolate
olio extravergine di oliva
origano secco
zucchero
sale


Le dosi sono per 4 porzioni circa

Metto in un wok i pomodori pelati con un bel giro d’olio, le olive tagliate a metà ed il peperone tagliato a listelle sottili. Accendo sotto il sugo a fuoco vivace e contemporaneamente metto l’acqua della pasta sul fuoco. Normalmente il tempo di cottura del sugo e della pasta combaciano in quanto il sugo non deve cuocere molto.

Ogni tanto dò una girata al sugo e, a metà cottura, salo e aggiusto l’acido con lo zucchero fino a quando il risultato non mi soddisfa. Il sugo resta rustico, nel senso che i pelati si disferanno in pezzi piuttosto grossi ma resteranno abbastanza visibili ed il sugo si rapprenderà di circa la metà.

Una volta scolata la pasta (tassativamente spaghetti!) condisco con il sugo e aggiungo una abbondante spolverata di origano.