tag:blogger.com,1999:blog-30398238156235583272024-03-18T04:03:02.920+01:00TRACCE DI CIBOFrancesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.comBlogger304125tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-40148755933472231132023-03-21T18:48:00.003+01:002024-03-17T18:32:20.004+01:00I DISPETTOSI MUFFIN AL MIRTILLO DOMATI...FORSE<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2023/03/i-dispettosi-muffin-al-mirtillo.html" style="clear: left; display: block; float: left; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="muffin al mirtillo" border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJss4JJ3RRZyGkQpyUz8sv8xqFNusDhkaqUj5HzW3eV87Wj9BXleDqur9-2c6-mhz4LL13tkBoljfupaQQtSVrPrxSv0Ncbf4ZKcXbc35VKshiIK5oeIX_iEg5chOnuV4ryp5OMXNxr4arvlm-5qxj-waKW9USQeT6-MJveghLKGrwm0wUxMgpq2-nhA/s1600/IMG_5457.JPG" title="muffin al mirtillo"/></a></div>
<b>Chi non muore si rivede!</b> <br />
E' questa la frase che mi è venuta in mente pensando a cosa scrivere nel primo (e spero non ultimo) post di questo che incredibilmente è l'appena compiuto <b>quattordicesimo anno di vita del blog</b>...Mio Dio, tra un po' mi diventa maggiorenne!<br />
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Va beh, metto da parte i sentimentalismi e vado al sodo. <br />
Per <b>festeggiare l'ingresso della primavera</b> oggi ho deciso di prendere la giornata con calma ed ho trovato quindi il tempo di tirare fuori dal congelatore l'ultimo muffin al mirtillo, fotografarlo (mangiarlo 😋) e ridurre la sequela di ricette che attende di essere depizzinate. Depizzinare, per chi se lo stesse chiedendo, è il termine tecnico con cui si indica l'azione di buttare il foglietto di carta (pizzino) sui cui la ricetta è annotata dopo averla finalmente postata.🤓<br />
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Si sa, i <b>muffin al mirtillo sono tra i più classici e piacciono a tutti</b>, ma hanno un atavico e snervante difettuccio: quelle simpatiche apparentemente innocenti puffose e rotondette bacche <b>una volta infornate decideranno di farvi lo scherzetto di cadere tutte sul fondo</b>. Una volta sfornati, se non prederete le dovute precauzioni, vi troverete infatti i mirtilli in uno strato uniforme sul fondo dei vostri muffin; e no, la leggenda metropolitana che dice che basta infarinarli non funziona. Provare per credere. <br />
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In svariati tentativi negli anni alla fine ho deciso che il <b>metodo che dà la maggior garanzia</b> (non è detto che funzioni sempre anche questo) è quello di <b>posizionare i mirtilli ben distanziati tutti alla fine in cima alla pastella e ad un consistente strato di zucchero di canna</b>. Se tutto funzionerà a dovere, ed i mirtilli saranno collaborativi, durante la cottura alcuni scenderanno ed altri resteranno in superficie. I <b>mirtilli potranno essere freschi, congelati</b> o addirittura anche secchi. Io personalmente cerco sempre di essere eco sostenibile quindi ne acquisto in gran quantitativo quando è la loro stagione a fine estate/inizio autunno e li congelo per averli sempre a portata di mano. E comunque all'occorrenza funzionano discretamente anche quelli secchi.<br />
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A parte questo piccolo problemuccio a cui fare attenzione, la ricetta è delle più semplici ed in pochi minuti avrete dei <b>soffici muffin perfetti per la prima colazione o la merenda</b> da mangiare subito o congelare e pronti all'evenienza.<div>
<br />Happy baking!</div><div><br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2023/03/i-dispettosi-muffin-al-mirtillo.html" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="muffin al mirtillo" border="0" data-original-height="2731" data-original-width="4963" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilvSROVe6ynWOtuqoF-XCUVVwhA298T1vZNKhH2CCLDJSbxZxC0FjduyTLFrBrHkO86Lg5MXSJm_yZCj-xdpUNopNxRnwGjSvvLv0YSqbXuNqDD9bILdzKsYTiEwjMyvS5h-P86eBL9jxCVKXQC7vUqyfT1_MQZouhG-8SlI_98ixAu5cZGDm6t8kyYg/s1600/IMG_5465.JPG" title="muffin al mirtillo"/></a></div><br />
<span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;"><span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">MUFFIN AL MIRTILLO</span><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">farina 00</span></strong> 350 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">yogurt bianco intero</span></strong> 250 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">latte intero</span></strong> 100 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">philadelphia</span></strong> 50 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">burro leggermente salato</span></strong> 150 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">zucchero</span></strong> 150 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">uova</span></strong> 3 medio grandi<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">mirtilli</span></strong> 125 gr circa freschi o congelati<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">bicarbonato</span></strong> 10 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">olio essenziale di limone</span></strong> 8 gocce (facoltativo)<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">zucchero di canna</span></strong> 12 cucchiai circa</span></span></span></div><div><span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;"><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">attrezzatura:</span></strong> frullatore, pirottini di carta per muffin, stampo da muffin, porzionatore per gelato da 5 cm di diametro.<br />
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le dosi sono per 12 muffin<br />
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Nel<b> bicchiere del frullatore</b> del Kenwood metto le uova, il latte, il philadelphia, il burro sciolto, l'olio essenziale e lo zucchero e faccio frullare per un paio di minuti.<br />
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Dopo, in una <b>terrina capiente</b> setaccio la farina con il bicarbonato, aggiungo quindi il composto liquido frullato, e con l'aiuto di una frusta amalgamo il tutto. Quando è tutto ben amalgamato ed omogeno per ultimo aggiungo lo yogurt.
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<b>Per la composizione dei muffin </b>procedo così: con l'aiuto di uno dosatore da gelato suddivido l'impasto tra i pirottini con cui ho foderato la teglia per muffin e poi spargo un cucchiaio circa raso di <b>zucchero di canna</b> su ogni pirottino facendo attenzione che sia più o meno <b>uniforme sulla superficie e faccia da isolante</b> e tenga "a galla" il più possibile i mirtilli durante la cottura. <b>Per ultimo posiziono i mirtilli</b> freschi o congelati sulla superficie di zucchero <b>in modo ben distanziato e vicini al bordo (ma senza esagerare) e solo uno o due al centro</b>. Dipende dalla grandezza dei mirtilli ma mediamente <b>ne utilizzo circa 8 per pirottino.</b> pari circa a 125 grammi totali. <b>Fate attenzione ai mirtilli più grossi </b>che pesano di più e tenderanno a cadere più in fretta/fondo pertanto <b>evitate di metterne tanti tutti insieme</b>. Durante la cottura se tutto funziona a dovere alcuni mirtilli scenderanno ed altri rimarranno in superficie distribuendosi in modo abbastanza uniforme. Incrociate le dita. Come dicevo nel post, personalmente nelle varie prove infarinare i mirtilli non è servito a nulla.<br />
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Metto a cuocere in forno già caldo a <b>180° ventilato per 20/25 minuti e comunque <b>fino ad una bella doratura sulla superficie</b>.</b>. <br />
Una volta sfornati metto i muffin a raffreddare su una gratella.<br />
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Si possono congelare una volta freddi e scongelare la sera prima per la mattina oppure usando il programma di scongelamento rapido del pane del microonde al momento dell'utilizzo. </span></span></span></div>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-38003059791108160622022-09-07T15:21:00.057+02:002022-10-11T23:53:51.297+02:00IL GRANDE LOOP NEL PROFONDO SUD DEGLI USA<div style="margin-right: 12px;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="display: inline-block;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" data-original-height="3349" data-original-width="5100" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEGY7obTGqYbBFkqnSgMLxt4wg4olx0QLXGElDF0Sc6TIB3eTtsPmE1lFToLeEcvtOJJ0ntoK_SuDPujRiJ78jYxzGuYSUfSbuMJL_TPxeyPgfMwn-Q8jEJtqEj-oclq7T_f_RB69rFwPBIkGmylV5MyQ2LG7a8OscFE5Rlkg0A9c86xNwTFWzaUyRNg/s1600/2022-08-21_Savannah_060.JPG" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 120px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" /></a></div>
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Dopo quasi tre anni in cui il mondo si è ristretto alle quattro mura di casa per poi lentamente allargarsi a città, regioni e Stati limitrofi; finalmente qualche mese fa ho iniziato a pensare che forse il mondo si era ampliato di nuovo ai suoi confini naturali ed ovvero all'intero globo terrestre... <br />
Soppesando vari fattori ho alla fine scelto di visitare la zona degli Stati Uniti che spesso viene definita il <b>profondo Sud</b>, tanto celebrato in film e letteratura. Ho costruito quindi un <b>grande loop che parte e si chiude a New Orleans e si inoltra in otto Stati tra piantagioni, parchi, montagne, città storiche e mare</b>. Un viaggio lungo oltre 3500 chilometri di strade panoramiche e non che provo a raccontare in questo post.
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<div class="separator" style="border: 1px solid gray; box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="display: block; padding: em 0; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="3413" data-original-width="5120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcMBPv-6HLnIfeYAlIBAoPGCK9AwmO7us2ARSqMuCUXPQNes5jD7kN_cZ1iK5tTShvnLSANo8oR3C8DrXaPBOuEbrWPcIfXzdNWi-eSelNguQqlcSIjApkAb1APdBcDfTnt7rGIAI17WoFKUWXot7GPuVAEIVEKyVVqaoQDuldFax4x7mgqKq43DjA1g/s1600/Sud%20USA-003.jpg" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" /></a></div>
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Il grande loop è partito quindi in <b>Louisiana</b> dalla irrequieta <b>New Orleans</b> dove abbiamo pernottato alla <a href="https://maisonperrier.com" rel="nofollow" target="_blank"><b>Maison Perrier</b></a> in un tranquillo incrocio di stradine costeggiate da villette d'epoca in colori pastello. Da qui la città si gira facilmente utilizzando il <b><a href="https://www.norta.com/ride-with-us/how-to-pay/jazzy-passes" rel="nofollow" target="_blank">Jazzy pass</a>.</b><br />Il primo giorno decidiamo di visitare il vicino <b>Garden District</b>; iniziamo ligi seguendo la nostra <a href="https://freetoursbyfoot.com/new-orleans-garden-district-audio-tour/" rel="nofollow" target="_blank">audioguida</a> ma presto confesso che mi perdo, e decido di tenerla come sottofondo nei miei auricolari.
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: left; float: left; margin-right: 1em; margin-top: 1em; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="3334" data-original-width="3605" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1xA72yfycNaNzq58PDMGorODWqPVds0NCS9X4FxsnzJQ4DHhW_GZYC2tGDXO0SCdMQXoexKchLuQFWP4DyJBQLjHHQYjMWzss7egPuHIQK9r7HAn068ufWF-P787lo811fRjG6MBeeDbyzlzhjv3d4TEgX59Onpn-Lqy38QSmDRNY63z_2UlC_SZ9_A/s400/2022-08-06_New%20Orleans_005.JPG" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 0px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
Mi rilasso passeggiando per questi <b>marciapiedi deserti deformati dalle radici di querce giganti da cui si intravedono graziose villette d'epoca</b> ognuna, da quanto dice l'audioguida, con una storia da raccontare. Il quartiere è un oasi rilassante ed ombreggiata nonostante il caldo umido di agosto ma in due ore il tour è bello che finito (od almeno così dice l'audioguida) e quindi ci incamminiamo verso l'attigua <b>Magazine street</b> che, contrariamente alle mie aspettative, trovo deliziosa con i suoi <b>negozietti e i tanti bei locali</b>. Dato che è ora di pranzo ci dirigiamo senza indugi verso <a href="https://mahonyspoboys.com" rel="nofollow" target="_blank"><b>Mahony's Po-Boys Seafood</b></a>, vogliamo provare il <b>Po-Boy</b> e loro pare che ne abbiamo di validi. Per chi è curioso questa è <b>la storia del famoso panino</b>: due ristoratori Clovis and Benjamin Martin nel 1929, per venire incontro agli operari in sciopero e disoccupati, inventarono un panino buono ma economico ovvero baguette, ritagli di carne e salsa Gravy. I camerieri del locale alla vista di questi poveri disgraziati che entravano per acquistarne uno usavano dire <b>‘Here comes another poor-boy!’</b> e quindi il panino fu presto battezzato Po-Boy. Attualmente del panino esistono molte variante tra le più diffuse quella con i gamberi fritti.<br />
Dopo aver eluso il famoso-famigerato <b>Quartiere Francese</b> non possiamo esimerci, ed il secondo giorno ci dirigiamo alla vicina fermata di Milan street (vedi il caso!) per prendere lo <b>storico tram verde linea St Charles</b> il cui capolinea ci lascerà alle porte del quartiere. Decidiamo che siamo troppo indisciplinati per l'audioguida e ci infiliamo a caso nella prima strada. Facciamo il giro <b>la mattina presto quando il quartiere è tranquillo</b> e facile da girare ma, anche se molti dei locali sono ovviamente chiusi, la <b>prima cosa che percepisci è la musica jazz</b> che arriva ovattata dai pochi locali aperti e molto più chiara dagli <b>angoli delle strade dove complessini si danno il turno</b>. Poi, sfortunatamente, percepisci anche il tanfo che pervade tutto l'area, motivo per cui tempo addietro le persone abbienti fuggirono e diedero vita al Garden District. Come dargli torto! <b>La sera</b> il quartiere, per quel poco che abbiamo visto dato che siamo scappati subito, è una <b>cacofonia di musica che ti arriva da ogni parte</b>: ragazzini che battono su secchi, locali a porte aperte, suonatori in strada. Sembra che facciano a gara a chi suona più forte. Poi la<b> gente, tanta, locali e turisti, la maggior parte con facce poco raccomandabili;</b> ed ancora il tanfo, ancora più maleodorante che di giorno. Confesso che non ho trovato nulla di poetico e molto di sgradevole nel quartiere francese di giorno ma soprattutto di notte.
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: right; float: right; margin-left: 1em; margin-top: 1em; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdNjCORGwMt9z0CjBlw9-pTI1OqZwFUh0TqSA2rfdRgr_KEye6XzPolvBG972a8dt1PV59BAawgsXr3mXnG-4UhyoooB5SZ4Q5Vt8Je4Eyx3LvWmq2DjHE98z_nmgMBLXsQl8e809sxZiIp-D4TEzYX_UinXcmY6dMqBcyXVRLXwNzVInFCe8XikkrTw/s400/2022-08-07_New%20Orleans_030.JPG" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
<b>Però, a volte basta allontanarsi di un paio di stradine </b>dalle mete più battute, magari a caso, ed aspettando che passi l'improvviso scroscio di pioggia, ti trovi ad <b>ammirare la casa di fronte dai colori pastello con i balconi in ferro battuto e le felci verdissime;</b> e poi noti anche come sono <b>belli gli onnipresenti portici con i lampioni a gas</b> sempre accesi ed intravedi un <b>barlume del fascino che New Orleans poteva avere</b> quando non era una vittima del turismo di massa. Peccato.<br />
Nel quartiere francese tutto mi sembra tendenzialmente sporco, maleodorante e di bassa qualità e quindi è difficile scegliere un posto per pranzare. Di sicuro evito il "famoso" <b>Caffè du Monde</b> che propina ai turisti pallotte di <b>pasta fritte letteralmente affogate in chili di zucchero a velo</b> che ci puoi morire soffocato.
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: left; float: left; margin-right: 1em; margin-top: 1em; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" data-original-height="1046" data-original-width="1600" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0QR787D9rge1-NIsNdMssx50b-uedleCCL9JNebifC5KgeTKYIFLE-H1Gwu76cxN0qj4dpnpf98Nkruar2lAyS_84cNaEpBElLsiNaKKjnLDW1B96rdvRpC5fA5r0-1g14Drx_992qaj1VNlaTOVZKj9tKKMlWwjarGN0mJxveEnns3yssMHMkUiSwQ/w400-h225/P_20220807_130817_p.jpg" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: px;" title="Il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
Le chiamano <b>Beignet</b> storpiando il nome dei più aristocratici bignè francesi da cui derivano; che normalmente non sono fritti e pure ripieni...Noi ci rifugiamo da <b><a href="https://www.toastneworleans.com" rel="nofollow" target="_blank">French Toast</a>,</b> che pur nel suo essere turistico, ha un nonsoché di autentico. Il pranzo risulta piacevole e non posso non menzionare le <b>Aebelskivers</b> alter ego dei beignet; almeno qui non le affogano nello zucchero e le servono con il lemon curd. Abbinamento prezioso. <br />
Purtroppo il mio racconto di NOLA (acronimo locale di New Orleans) termina qui dato che i nostri tentativi di vistare la lunga <b>Esplanade Avenue,</b> con le sue belle case, ed il <b>City Park,</b> polmone verde della città, sono stati fermati dal maltempo. Peccato, penso che sarebbero stati altri punti a favore della <b>città che non mi ha stregato con il suo fascino dark e decadente</b> come ha fatto con tanti altri.<br />
Menziono però un paio di indirizzi validi per provare la <b>cucina Creola</b>, tutti e due si trovano nel <b>Business District</b> quartiere piacevole, moderno e pulito ai margini del quartiere Francese dove ci sono tra l'altro ottime alternative per il pernottamento. Il mio preferito è stato di gran lunga <b><a href="https://www.maypoprestaurant.com" rel="nofollow" target="_blank">Maypop</a></b> dove si può provare una cucina fusion asiatica creola, ho trovato tutto eccellente in un ambiente piacevole e rilassante. A Gio è anche piaciuto molto <b><a href="https://herbsaint.com" rel="nofollow" target="_blank">Herbsaint</a></b> pluripremiato ristorante di cucina creola che a me ha lasciato un po' perplessa forse i miei piatti non erano i meglio riusciti.<br />
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<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT-Iw_1A-YOJeaeeT3A9TvjZFhpABx5h0xdsRQTVw8eb_BUzOZ7X8wCwhKxHeXofh3BZOXX8Qfd99jHKwfFTKqu6-hOMdnvkvoeW6z7rSjzy7ZU2qmhHRHbIySSaN6UIgSnS2nDHB7VJh5IfIjH6RB6Dp8BG_-oVg-fEB_z0fqxuHa_cm7BUtMhMPggw/s1600/2022-08-9_Plantation%20Alley_005.JPG" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" /></a></div>
Lasciata NOLA inizia in nostro viaggio on the road che ci porterà prima di tutto lungo la <b>Plantation Alley</b> ovvero la lunga <b>strada che costeggia il Mississippi e su cui si affacciavano le numerosissime piantagioni</b>. Non fatevi però ingannare, la strada che effettivamente costeggia il fiume, oggi purtroppo non ha nulla di panoramico a causa degli alti argini eretti per evitare le esondazioni. Restano però le <b>Plantation House:</b> le storiche dimore padronali sopravvissute a guerre ed incendi ed ora restaurate e visitabili. Le più vicina, che purtroppo causa giorno di chiusura non abbiamo potuto visitare, è la <b>Whitney Plantation</b> l'unica ad avere un <b>tour incentrato sulla vita degli schiavi</b> più che su quella sfarzosa dei loro sfruttatori. Poco oltre si trova la <b>Laura Plantation</b> una delle poche <b>case creole</b> sopravvissute. Ma chi è un Creolo?
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: left; float: left; margin-right: 1em; margin-top: 1em; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCu52q1gAL7f0NC-Dsbx2LMZwJHwaP1wouOvxbDZ9pIqyvPjGQ1GXtLoL7XX-gnY9naYZATvoEWvJH8h6blw9iyYTPSiw5tRh3s2vSdHoeZxPK6WcjHMhY1Bpkqk7MzM9fLw-7P84Hr8YlwcaRqzC4lKW4586oji6AcEXnDPpVVYij6BmReelTqulsoA/s400/2022-08-09_Plantation%20Alley_017.JPG" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 0px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
Ho imparato che <b>Creolo non è una etnia ma bensì chiunque sia nato in America da coloni di lingua francese.</b> I creoli convivevano in Louisiana con i coloni anglofoni ma dagli inizi dell'800 inziarono ad essere fortemente discriminati tanto da iniziare a "nascondersi" ridipingendo le case di bianco ed imparando la lingua inglese. Le <b>grandi case bianche</b> che noi tutti conosciamo con<b> alte colonne ed ampi porticati </b>infatti sono di proprietari anglofoni; mentre quelle dei creoli sono molto più spartane, <b>modeste nelle dimensioni ad un piano e soprattutto dipinte di giallo</b>. Il tour fornisce anche uno spaccato della vita degli schiavi ed ha anche un piccolo museo in cui sono raccolti documenti storici davvero interessanti. La <b>Oak Alley Plantation</b> è a pochissimi minuti di strada e noi, come tutti, ci siamo limitati a a "rubare" la foto di rito del <b>fotografatissimo viale di accesso</b> direttamente dalla strada senza pagare un centesimo. La <b>Houmas House</b> si raggiunge con una breve guida sempre lungo il fiume e <b>sarebbe famosa per i giardini</b> che ho però trovato assolutamente perdibili. Si ho scritto bene, perdibili. Essendo andati a dormire alla <b>Myrtle Plantation</b> abbiamo avuto l'occasione anche di visitare quella che è definibile come la <b>House più spettrale</b>. Ogni volta che durante il viaggio nominavo a qualcuno <b>St Francisville</b>, un lampo di terrore passava negli occhi dei miei interlocutori e poi la domanda: non andrai a dormire alla Myrtle Plantation? Vero o non vero, probabilmente solo ottimo marketing, partendo dalla storia disgraziata dei primi proprietari della casa, è stato <b>ricamato un mito di maledizioni e spettri vaganti di cui vi sarà fatto ampio resoconto </b>durante la piacevole visita guidata compresa nel pernottamento. L'ultima House degna di menzione, ma solo per distanza non per importanza, è la <b>Rosedown Plantation, la più autentica di tutte ed i cui interni sono sfarzosi </b>proprio come ti immagineresti quelli della casa di Rossella O'Hara. Inoltre va reso onore al merito ai proprietari della piantagione che, una volta tanto, sembrano essere brave persone tanto da fornire assistenza medica agli schiavi.<br />
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<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: right; float: right; margin-left: 1em; margin-top: 0em; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="3456" data-original-width="3629" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8LBn68ZGbAxUYJsjcX2m2GcIzihQle05cIXZC8bu4psYq47Z6tl_8aZhiDvsA5ZZRRCKOWygbi_2niiWQExsOCUoFooEuWwOmfN2N61XdWT9yPyPn0ELLNsHALUd_h_xzRlD5eUhjO0_Kl3gqP-wwdNvfc7x2g1hhbo-PBQ1VO_Dp7_Pw_hVztwOKWA/s400/2022-08-07_New%20Orleans_039.JPG" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
Lasciamo le case sfarzose ed il poco onorevole capitolo della schiavitù per dirigerci in <b>Mississippi </b>direzione Natchez perchè è da li che inizia la omonima <b>Natchez Parkway strada parco</b> che arriva fino a Nasheville e <b>si snoda lungo l'Old Natchez Trail</b> ovvero il sentiero che costeggia il fiume creato dai nativi americani e poi sfruttato dai coloni per tornare a casa, solitamente il Tennessee. Nell'epoca precedente ai famosi <b>battelli a vapore con l'enorme ruota</b> iconici del Mississippi, dopo aver trasportato la mercanzia al porto di New Orleans, era usanza vendere la barca e tornare a piedi. All'epoca infatti le barche non erano in grado di risalire la corrente e si dice che molta dell'attuale <b>NOLA sia stata costruita con il legno di tali barche</b>.
Ma, come scopriremo, Natchez vale una visita anche solo per fare una capatina al <b><a href="http://www.thecamprestaurant.com" rel="nofollow" target="_blank">The Camp</a></b> nominato da me e Gio <b>miglior pranzo di tutta la vacanza</b>. Semplice hamburgeria vista fiume ma signori, che hamburger! carne di vario tipo tutte di primissima scelta, "bun" croccante fuori e morbido dentro, due dimensioni di panino mini e normale, varie le proposte offerte ma c'è anche l'elenco degli ingredienti disponibili e puoi chiederne uno a tuo piacimento. Insalata servita come contorno buonissima. Bravi! Purtroppo ero troppo impegnata a gustare il pasto per fare fotografie.
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: left; float: left; margin-right: 1em; margin-top: 1em;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3sdPIA4uWnR0kQGyY2fCjPjrUCCGRCQa41K2ryc28W3nHO8lyj62SdBtzzKDZaiCdBmufCFfPFIN3p_bJ8eKgkQdDZOmi_fx6OsuQsRxzSqtdYsyxiVZy1qXgucvLmvQNMgToEvsvGMiHROZnpkRf1gaWYCjlaooRSy-aaRZkK9_1Uf4nVofCVx6DCw/w400-h266/2022-08-11_Natchez%20Parkway_002.JPG" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
Il nastro d'asfalto della parkway che si snoda tra alberi che sembrano infiniti e paludi scenografiche ci porta a <b>Tupelo </b>dove ci fermiamo da <b><a href="https://neonpigtupelo.com" rel="nofollow" target="_blank">Neon Pig</a></b> una macelleria con servizio ristorazione. Il simpatico ragazzo dietro il notevole banco della carne ci parla del suo sogno di viaggiare in giro per l'Europa e ci fa assaggiare il <b>Jerky</b> ovvero una <b>striscia di carne secca e croccante</b> tipica degli stati del Sud. <br />
Rifocillati e riposati ci avviamo verso <b>l'Alabama </b>ed in particolare quella che il nostro macellaio ha ribattezzato la città più smart del mondo dato l'alto tasso di ingegneri.
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Non si può dire che l'arrivo ad <b>Hunstville </b>non sia scenografico: un autentico <b>razzo Apollo svetta immenso proprio accanto all'autostrada</b> e ti è subito chiaro perchè è chiamata <b>Rocket City</b>.
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 0em; margin-left: 1em;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="3456" data-original-width="4467" height="310" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIIK66nDZFsuTD4W9lvM1mZrj3WYc-iKSEqG9fxmFzWf0fR6AwHbp7Y4rmYSShlQZ1GwlwT1Jc4Lg9YmK5ZDpGfHgzV8vpCB33Z9nBaZpYnoCWAZmgZEYYX2ErdRnXqcLxmLnG0RL1jBAdthjU9xKs9TyM39PwR85_CQfMxQ7pHYD-i9u6qzy9V7ee9A/w400-h310/2022-08-11_Natchez%20Parkway_034.JPG" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
Siamo qui solo per la notte ma la breve passeggiata nel tranquillo centro urbano dagli ampi spazi verdi ti ispira pace, pulizia, poco traffico, insomma una città che si vede infestata da ingegneri. Per il maltempo quasi rischiamo di perdere il nostro tavolo all'aperto da <b><a href="http://cottonrowrestaurant.com" rel="nofollow" target="_blank">Cotton Row</a></b> dove proviamo i nostri primi <b>pomodori verdi fritti</b>! La mattina dopo decidiamo che la città ci ha talmente intrigato che vogliamo fare una visita allo <b><a href="https://www.rocketcenter.com/" rel="nofollow" target="_blank">Space & Rocket Center</a></b> che, oltre al <b>museo didattico dedicato alle prime missioni della Nasa</b> (qui è nata la missione Apollo) ospita lo <b>Space Camp</b> dove Samantha Cristoforetti e molti degli <b>astronauti effettuano i loro training</b>. Roba seria. La visita è interessantissima e ve la consiglio vivamente, vedere dal vivo i razzi, conoscere i retroscena e la storia delle missioni Apollo dai tanti filmati e documenti è davvero emozionante ed avrei voluto avere più tempo a disposizione.<br />
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<div class="separator" style="border: 1px solid gray; box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="display: block; padding: em 0; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="3413" data-original-width="5120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO08ITaOhnU3ekrgOMLZpk_H7L3YscPgHFyWT6ks0e2FtezdOTvBAkD_mB2gWbWQMCix34zCXhvcSEDazZE_6fYMNwWMixSMvLZPgdYtS-QLqXbm_yCAgRsPaznvlbp24-6iODldlqE0uIGjJm_v8nB6iQnCJpIZ9k6vQBGkIizlVIvW_N8OBAusEvzQ/s1600/Sud%20USA-002.jpg" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" /></a></div>
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Altro giorno, altro Stato, arriviamo in <b>Tennessee </b>(ma perchè diavolo tutti i nomi degli stati del sud sono infarciti di doppie!?) per restarci qualche giorno e visitare le <b>Great Smoky Mountains</b> che nell'organizzare il viaggio ho con grande meraviglia scoperto essere il <b>parco più visitato degli USA</b> con oltre dieci milioni di visitatori all'anno; il Grand Canyon ne ha la metà tanto per capire. Il <b>paradiso del tracking</b> potremmo definirlo, con infiniti sentieri per tutti i livelli; e tanto per citarne uno, di qui passa l'<b>Appalachian trail</b> super sentiero lungo oltre duemila miglia che attraversa nove stati e richiede da cinque ai sette mesi per percorrerlo interamente. Noi possiamo dire di averlo fatto!...per sei chilometri...temo tra i più semplici... Va beh, il parco è interessante anche per la <b>numerosa fauna soprattutto orsi,</b> che se non stai attento ti sbucano sul ciglio della strada e rischi di investirli...vero Gio? oppure gli <b>Elk</b>, che scopriamo parenti fino ad ora sconosciuti dei moose (alci)... te li trovi lì a brucare placidamente mentre passeggi su un sentiero lungo il fiume. Ma come Dr Jekill e Mr Hyde le Great Smoky Mountains oltre <b>questo lato selvaggio e bucolico hanno un lato drammaticamente caotico e consumistico:</b> ai limiti dell'ingresso ovest del parco si trova <b>Gatlinsburg</b>, di per sè già orgia di turisti impazziti in giro per negozi di souvenir, che si collega a Pigeon Forge con una <b>stradona disseminata di luci e parchi divertimenti</b>; una brutta copia della scintillante strip di Las Vegas.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: left; float: left; margin-right: 1em; margin-top: 1em; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="2466" data-original-width="3947" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjLn__AnmUUKOBgCbqBQ_HnNW3SklDotsof4u0cJijKAurKiV3Ah2Bpk7CetSpKeYr5u_3n9Fhiy-qwHXkuEBcGCuBNPm-OvTAfO-N7NGJlKR9AROAiOf92Jyd6Q-4Ka3cpZJrLcU0QwtQ6Vsaih_2JtniwOcdv1IpL9qqzO4dfYN2-oRUXxctj9yIMQ/s400/P_20220812_212440_p.jpg" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
Noi fortunatamente pernottavamo in una baita in mezzo al bosco e ne uscivamo solo per provviste e tracking come veri lupi di montagna.
Nelle uniche cene fuori dal nostro eremo siamo stati da <b><a href="https://www.localgoatpf.com/" rel="nofollow" target="_blank">Local Goat</a></b> che nella sua rustica semplicità ci ha sorpreso con la qualità del cibo; meritano menzione delle inaspettate <b>onion rings</b> in dimensioni giganti molto gustose ed il Dragon Tail cocktail consigliatoci da un avventore mentre eravamo in attesa. <br />
Questi americani, sempre cordiali e pieni di suggerimenti utili, che noia.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: right; float: right; margin-left: 1em; margin-top: 1em; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="2343" data-original-width="3907" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxvjyt1Php_kUNMIwiaZOi8ziitWq6vaXs_Wu4CEKhScgUTlHSQKlkU9e_DRY8hz_pja_HBg8TD8dOIIdt0NxdmOii6PpaWbTX0-PPPRU-JC9j2muAmQiUx4bZQ5OrEN_yrn1m0R_0xlSR1Ghn5V7UvZhrbfrY7WMRjiXn9z0yVGCsu1cTSVewHREEJA/s400/P_20220815_173214_p.jpg" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
L'ultimo giorno attraversiamo il parco percorrendo la panoramica <b>Newfound Gap Road</b> e voilà sbuchiamo in <b>North Carolina</b> nei pressi di <b>Cherokee </b>ingresso est del parco ed anche riserva indiana. Evitiamo la città e pernottiamo qualche chilometro oltre nella sperduta <b>Maggie Valley</b> per l'esattezza al <b><a href="https://www.route19inn.com/" rel="nofollow" target="_blank">Route 19 Inn</a></b> che nomineremo il <b>pernottamento più inaspettato del viaggio</b>. Pur essendo un motel si rivela essere delizioso con un ampio giardino, piscinetta e tanto di auto e pompa di benzina anni cinquanta. Grazie alle indicazioni della proprietaria ceneremo al <b><a href="https://www.route19inn.com/" rel="nofollow" target="_blank">Blue Rooster Southern Grill</a></b> in mezzo a zero turisti e gustando un ottimo <b>Shrimp & Gritt</b> un classico tra i piatti tradizionali della cucina del sud degli USA. Il Gritt in particolare è una polentina fatta con farina di mais gialla o bianca che accompagna piatti di pesce, normalmente gamberi, cucinati in svariati modi dal fritto al grigliato.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: left; float: left; margin-right: 1em; margin-top: 1em; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="2622" data-original-width="4170" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg84REegpjDe1yFZRPhK4n9ZiwDYw2Q2FGYuZMz143j6OtF5YpuLUGVCGOGgHeOulhtYKWt-znceNrk6r0DBwiUtCDdgk8T5MEE9-ggJYuTdX3B06ZExB-CrC5TcaD90D5a9Ov0Q867Oh0TH5_NyciJZw5jWeue-FBkfMlmjEkvoLtkNkHj5TbdwmPtZQ/s400/P_20220816_083414_p.jpg" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
La mattina seguente dopo aver divorato un pancake alle mele caramellate, cannella e noci pecan dal rinomato <b><a href="http://www.joeyspancake.com/" rel="nofollow" target="_blank">Joey's Pancake House</a></b> imbocchiamo la <b>Blue Ridge Parkway</b>, strada panoramica di <b>oltre settecento chilometri</b> che si snoda sui monti Appalachi costruita durante la grande depressione su<b> progetto di Stanley Abbott architetto e paesaggista</b>.
Il tratto da noi percorso è solo di circa cento chilometri ma la strada è piena di punti panoramici (se non ci fossero le nubi bassissime) e trail. Ci mettiamo tutto il giorno fermandoci qua per poi sbucare all'uscita alle porte di <b>Asheville</b> che, raccogliendo informazioni durante l'organizzazione del viaggio, mi ero figurata come un <b>grazioso e vivace borgo di montagna con bei locali e tanta ottima birra</b> di cui è rinomata. Avevo molte aspettative per questo pernottamento, ma purtroppo la realtà è che il mio ricordo è solo pioggia ed una infinita attesa fuori dal ristorante per cena.
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<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="1300" data-original-width="2980" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnKhPXgnfJjbDnjppr_E_D_e9AiocNEJW0AwAv65W3yIgFx6cTOrO8HanmrN6Ftsc6cmbQcgH0LgJcMq2TSsYhdwm2C1aEoBDre54qaDGmH-X2UXpyBtOBlYq7RRVzfQ5oHINPKtv0SrXAhLWtNBKP_7kJRColDFGM0pTaXvqO7PNFb7VsPp6ddQz_Dg/s1600/P_20220818_095819_p.jpg" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 120px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" /></a></div>
Terminato il capitolo strade panoramiche, trails & Co ci dirigiamo verso la costa. Sbucheremo in <b>South Carolina</b> per scendere poi diverse miglia prima di chiudere il nostro loop. Ma la strada è lunga, lunghissima così ci fermiamo a <b>Columbia</b> per un pranzo rilassato sotto il portico di <a href="(http://www.spottedsalamandercatering.com/" rel="nofollow" style="font-weight: bold;" target="_blank">Spotted Salamander</a> il padrone è gentilissimo si ferma a chiacchierare con noi chiedendoci del viaggio, sembra quasi di mangiare nel portico di casa con amici. Ripresa la macchina arriviamo a <b>Myrtle Beach</b> che nonostante lo sfruttamento intensivo del turismo con orridi palazzoni lungo il mare, e forse grazie al piccolo appartamentino fronte oceano, alla fine ci sembra meno peggio di quello che temessimo. La<b> spiaggia è lunga e con sabbia fine</b>, e dal nostro secondo piano <b>possiamo ammirare l'oceano senza muoverci di casa</b>. E così broccoliamo tra colazioni e pranzi sul balconcino vista mare e passeggiate sulla sabbia in pieno relax marinaresco.
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 0em; margin-left: 1em; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="2315" data-original-width="4672" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIqHd_QynnepgGrzmYyFH8piaPfJlzXQKAy19SyGn367RRBd83UJbIe2PjMW9XC1qyz-pbvzLGvBHDafL_RjMPFWavV6l-bLKy-d4gEuU4Bvnxc_gciykwzlB-0sygXTfiReeloy6-MSm8cgDysk2jaPLdYOJYGwGt43H5aWzBVRrONJsGoJvveQXxmQ/s400/P_20220818_203559_p.jpg" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
Il panorama gastronomico nei dintorni è piuttosto limitato e focalizzato sul turismo familiare e goliardico che gira intorno a Myrtle Beach quindi non c'è molto che mi senta di segnalare. Si salva <a href="http://www.seacaptains.com/" rel="nofollow" style="font-weight: bold;" target="_blank">Sea's Capitan House</a> <b>sprazzo di quello che una volta doveva essere Myrtle Beach</b>. Soprassedendo ai camerieri in divisa da capitano, <b>nella sua casetta bianca in legno</b> offre una cucina di pesce tradizionale di ottima qualità. Meritano una menzione, se non altro perchè li abbiamo assaggiati qui per la prima volta, gli <b>Hushpuppy </b>tipico soul food del Sud. Si tratta di <b>piccole palline fritte</b> (ovviamente) di farina di mais. Perchè si chiamano così? Ecco la storia (qui nel profondo Sud tutto ha una storia). Dicono che il <b>nome risalga alla guerra di indipendenza</b> quando un soldato confederato che stava cucinando il rancio, per non farsi scoprire dai cani in avanscoperta dei soldati dell'unione, gli propina queste polpettine fritte rabbonendoli con un "Hush puppy!" Gli hushpuppy normalmente accompagnano i piatti di pesce della tradizione del Sud.<br />
Il giorno che lasciamo Myrtle Beach veniamo svegliati da un sinistro beep beep che scopriamo arriva dal mio telefono: è la <b>funzione "Tornado"</b> di Google Map (sì, esiste anche quella) che gentilmente ti informa che un tornado si sta formando nella tua zona e puoi iniziare a preoccuparti. In effetti dopo esserci ripresi dallo sgomento guardiamo fuori ed il cielo è davvero, davvero nero. Per fortuna il tornado non si formerà ma dopo poco assisto alla pioggia più copiosa mai vista in tutta la mia vita accompagnata da vento fortissimo. Se questo è un quasi-tornado non voglio assistere ad un vero uragano.<br />
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<div class="separator" style="border: 1px solid gray; box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="display: block; padding: 0em 0px; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="3413" data-original-width="5120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjb51XnCUOXD3YQDdNP3tJi9K6fs4DGzcwNDvfU-oUylkUMtGTE0vkVuPaMxEcOrn9DrKfPIrwDUwPvJ0-kcRmjEHE-4cpO8LiodOeReGk2Ls_k8xPi5AfxgrSG8OSCo3r4xc9fa3xJSmx-kG3WxCx5akXu7DCm1JWKxrK5O76uFPjccZG16ccQdc-Pw/s1600/Sud%20USA-005.jpg" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" /></a></div>
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Scampata l'emergenza meteo iniziamo il <b>tour delle città storiche</b> guidando sulla costa fino a <b>Charlestone</b>, città più antica del South Carolina fondata nel 1670 e chiaramente nominata così in onore del sovrano dell'epoca. La città si rivela caotica nel suo traffico, <b>bella nelle architetture aggraziate</b> dei palazzi e ville, ma con una <b>vena scostante e snob</b> come l'atteggiamento delle commesse nei negozi lungo la King street. Si respira provincialismo e ricchezza palpabile ovunque, soprattutto nei <b>prezzi</b>, di qualsiasi cosa. Causa appunto i prezzi imbarazzanti degli alberghi, per la prima volta in vita mia, ho dormito in un'ostello che però come il nome indica è <a href="https://notsohostel.com/" rel="nofollow" style="font-weight: bold;" target="_blank">Not So Hostel</a> ed offre anche camere con bagno e tutti i comfort necessari per passarci una notte; il tutto in una tradizionale casa di legno del Sud.
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: left; float: left; margin-right: 1em; margin-top: 1em; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd7AWUolZTvmdnn79cfpxDYy0_IHP7g6pxq-n-6omG1ibIbMP-HJ8ovNcDS439n9YS-BFCBKUHRzvhv2QZrQqHNomrNMkRA55R9n4vG8nFnYgibw9eSW8vWUBQSuBF180r-fEFPozV96MZ2y-GxbGwlbIGuEWEQYFseMnoR-6RxJKUUebXm7_AnuM0Lg/s400/IMG_4627.JPG" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
Sicuramente il mio <b>miglior ricordo in città è</b> <b><a href="https://butcherandbee.com/" rel="nofollow" target="_blank">Butcher & Bee</a></b>: qui abbiamo mangiato un <b>sandwich strepitoso con bacon, pomodoro e lattuga</b>. Lasciamo il nostro ostello per guidare verso <b>Edisto Island</b> che definirei una <b>non isola</b> dato che è talmente attaccata alla costa che non ti accorgi di non essere sulla terra ferma. E' la sede dell'omonimo parco statale dove inizialmente avevo pensato di pernottare al posto di Charleston e decidiamo di dargli comunque un occhio dato che la meta di oggi è vicina, e facciamo bene. Il parco, ed il relativo trail infestato da zanzare, non ci esalta; ma la<b> strada che porta all'isola è forse la più scenografica </b>di quelle fatte: enormi (immancabili) <b>querce formano bellissime gallerie verdi</b>. E' qui che notiamo anche lo strano fenomeno che apparentemente la scenografia di queste bellissime querce e delle loro radici aeree (dette <b>spanish moss</b>) hanno un verso. Sì, perchè inspiegabilmente al ritorno la strada è bella, ma non come all'andata. E no, non sono pazza, lo ha ammesso anche Gio. <br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: right; float: right; margin-left: 1em; margin-top: 1em; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="2570" data-original-width="4672" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidGn2STxYSE4yqye-X92XtczSmlYTi39fgag-34qd9-ve9vPq0wbVuPGeskiweA5OeK6PT33aAgplkuVmDN_nvkWC0XYXUPBpAf_KshjXASylNDzkAc9Wz64LfngJj-kRlTQfk12aSoXtIARNDf6_JGXJLOMR86ejptHbgaJhpYT0XtDLHnCl1l7GRNw/s400/P_20220820_142347_p.jpg" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
Dell'isola devo menzionare <b><a href="http://www.theseacoweatery.com/" rel="nofollow" target="_blank">Seacow Eatery</a></b> che definirei un gioiello nascosto. Locale rustico e dai colori caraibici, qui si respira aria di semplice autenticità. Ho mangiato una sanissima, croccantissima e freschissima insalata (si lo so, assurdo vero? Me lo ha detto anche una avventrice abituale che non sapeva dell'esistenza di tale salutare alternativa nel menù). Gio invece, per restare sul tradizionale, un panino con pollo fritto da leccarsi i baffi. Bravissimi.<br />
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Dopo pranzo ci dirigiamo senza indugi verso la <b>Georgia </b>fino ad arrivare a <b>Savannah</b>. E da subito ti è chiaro che la denominazione di <b>città più bella del Sud</b> non è esagerata. Un gioiellino, la città ideale secondo i canoni estetici dei '700: una <b>scacchiera composta da eleganti villette</b> in vari stile dell'epoca a cui si <b>alternano piccoli graziosi giardinetti</b>. Savannah non per nulla ha fatto da scenografia a numerosi film uno per tutti <b>Forest Gump</b>: è qui che è stata girata la<b> famosa scena sulla panchina con la scatola di cioccolatini</b>.
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: left; float: left; margin-right: 1em; margin-top: 1em; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh370IEyoRIPU8ffZKicwU5-feYdYxm1VcISFHo8CUMi5SGxZFjQCNUGjRM1OwxbF3ZTwSU0ufVw8vfmyNqm0OCFzL3IJkivAFLC7ceUd3efYpf8q9_Z9-4i_cjP62r6buGci72jxEeT54Ds26U2O2XVnIg-cUYglEPvhT-jmStf0ApHi4Lf7NB8n3JKw/s400/2022-08-21_Savannah_038.JPG" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
Il nostro albergo il <b><a href="http://www.visitthepresent.com/" rel="nofollow" target="_blank">The Present</a></b> è in un grazioso piccolo edificio a tre piani in posizione perfetta per visitare la città a piedi. Vale inoltre sicuramente una visita il <b><a href="https://www.crystalbeerparlor.com/" rel="nofollow" target="_blank">Crystal Beer Parlor</a></b> famoso per essere il primo esercizio a vendere alcolici dopo il proibizionismo è un vero pub in stile inglese. Abbiamo mangiato delle ottime <b>Crab cake </b>altro tipico cibo del sud; lo definiscono tortino ma sono più polpette fritte fatte con polpa di granchio.
Lasciamo la bella Savannah e guidiamo verso la <b>Florida </b>sempre lungo la costa per la deludente <b>A1A presunta strada panoramica</b> verso la nostra ultima città storica: <b>St. Agustine</b> fondata nel 1565 dagli spagnoli è rinomata come <b>centro urbano più antico degli USA.</b> In effetti però la città "vecchia" ha un'aurea di falso e più che in un antico borgo del '500 sembra di passeggiare per una ricostruzione a Disneyland. Della sosta in città quindi salverei solo i costosissimi ma buonissimi ghiaccioli di <b><a href="https://www.thehyppo.com" rel="nofollow" target="_blank">The Hyppo Gourmet Ice Pop</a></b> ed i golosi pancake ai mirtilli di <b><a href="https://goo.gl/maps/Zj8tcKUNfmMSxZ8V9" rel="nofollow" target="_blank">Anastacia Kitchen</a></b> divorati per colazione.<br />
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<div style="margin-right: 12px;">
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="display: block; padding: em 0; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPIQ-WC7ElsFsb0_SxQRfbyj8vKzPNzBuxJ5B-SOBLvMFxqMIzsUDTYs9-Jm5JOdMznaTDMbQpe2tvQlRLPcaTcmV0jsX0G45B2SEZRb2L_sPA3otBfRXs8Fcg-DL7ww8yU37pL5ty7Qd4r9i6tKLi1W0IWBOswTLB8RJVlhUCxhDUnH2n7u8RM_EGpQ/s1600/2022-08-23_Emerald%20Coast_007.JPG" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 120px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" /></a></div>
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Terminato il capitolo città storiche, ci inoltriamo verso la conclusione del loop nella parte più a nord della Florida che, per la sua conformazione stretta e lunga, viene chiamata <b>Panhandle </b>perchè appunto ricorda il manico di una padella. Spesso denominata <b>Emerald Coast</b> grazie ai chilometri di sabbia fine e bianchissima e mare cristallino dall'inconfondibile colore verde caraibico. Partiamo quindi con in testa questa promessa di paradiso tropicale ma purtroppo la realtà sarà diversa. <br />
La prima tappa è <b>Panama City beach</b> e già ci da un assaggio di quello che purtroppo sarà il tono del resto della nostra vacanza. Il <b>mare cristallino dai colori caraibici e la infinita spiaggia di sabbia bianca sono vere ma purtroppo</b>, quello che le guide non dicono, è che lo <b>sfruttamento turistico qui è selvaggio</b>: palazzoni enormi che assomigliano più a carceri che condomini, disseminano quasi ininterrotti tutta la costa.
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: right; float: right; margin-left: 1em; margin-top: 1em; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="2616" data-original-width="3397" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWbS2eS1aT9_f1QOo5NpmVS8BXmUFR4q5mTrlqT05Qgn96Rfh9j9IACa6yto4J0OVxgVkrq9GUc9LIuBJIg9jHfm5ZW_dcxmWLhpYzFGBP_JH-3-5nqpWPuFAefJEaxmvSEfeXoMZkWoFETcItXyQyRMvlBNiYD9mwRmw1-9bOXGt7ZjagAfpxguPYFQ/s320/P_20220822_205740_p.jpg" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="320" /></a>
Myrtle Beach in confronto sembra un paradiso marino, qui almeno hanno costruito intorno ad un piccolo borgo già esistente di cui se ne percepisce ancora l'anima, ma <b>da Panama City a Destin</b> non esiste anima,<b> non esiste un aggregato urbano che non sia stato brutalmente pianificato a tavolino</b> residenza o centro commerciale che sia. Di Panama City salvo solo il preziosissimo <b><a href="https://huntsoysterbarpc.com" rel="nofollow" target="_blank">Hunt's oyster bar & seafood</a></b> che offre <b>ostriche polpose a prezzi irrisori</b> in tutte le salse e ottimo pesce in generale tra cui spiccano le<b> mini capesante tipiche della zona</b>. Grazie per averci regalato almeno un pensiero felice legato a questa città!<br />
Ma il <b>peggio per me verrà il giorno dopo a Seaside</b>: unico esperimento di dare un volto umano, una parvenza di città a tutto questo sfruttamento edilizio. Seaside infatti nonostante le apparenze non è un paese ma un <b>progetto immobiliare </b>a cui è stato data<b> l'apparenza di un placido paesino di mare</b> con tanto di piazza e nomi delle strade. Dopo qualche minuto incominci però a realizzare che <b>The Truman Show non è stato girato qui: è stato ideato qui</b>.
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: left; float: left; margin-right: 1em; margin-top: 1em; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVQjgIDeHMoxq8lsxnF6gyHN1S2cyeYEYpWd3RnOfkeb9NNLblp29r7ZHm1TFokkIRDgXCavMtAinxgztbOj73HtC2PDwnnGHq8-JqWxWuQsMSWaJ7igJ23-_RwJMR8wLF3Gj_HHcs8ngqGVNk1700J-bFac26hEhX90sWN54XQXMhPcx-v_9IN2voqA/s400/2022-08-23_Emerald%20Coast_006.JPG" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
A Seaside tutto suona falso, gli abitanti sembrano comparse che recitano una parte in una storia in cui gli estranei sembrano non ben accetti, percepisci che ci sono <b>regole non scritte ed hai la netta sensazione che le stiamo infrangendo tutte</b> semplicemente camminando per strada alla ricerca di un po’ di refrigerio e qualcosa da mangiare. Giriamo persi nel dedalo di stradine tutte uguali guardati di traverso da gioiose famigliole in bicicletta o sui dannatissimi golf cart che sprizzano #happyfamily #happylife da tutti i pori senza trovare un modo per ritornare indietro nella piazza principale. Miracolosamente troviamo la via di uscita e un parcheggio pubblico! Si perché anche qui, dopo tutto, un accesso pubblico alla spiaggia deve esistere anche se ben nascosto. <b>L’oceano non si vede, devi pagare anche per quello probabilmente</b>, è nascosto dalla fila di perfette casette tutte con nomi da sogno #happyhouse e tanto di cartello #sciodacasamia. Proviamo a mettere il naso fuori <b>usando l’accesso pubblico alla spiaggia ma ci sentiamo occhi invisibili addosso: non siamo adepti della setta</b> e stiamo sicuramente infrangendo qualche regola anche solo mettendo il piede sulla sabbia. Ci rifugiamo quindi nel piccolo <b>tratto di strada con i famosi food truck ed anche questi sanno di falso</b> da <b><a href="https://www.facebook.com/barefootbbq" rel="nofollow" target="_blank">Barefood BBQ</a></b> un’insalata verde, un sandwich al pollo acqua e birra modici 50 dollari. Mangiamo in fretta, decidiamo di levare le tende, prima che questi figuranti decidano di tenerci qui a vita per non svelare l'esistenza della setta.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/09/il-grande-loop-nel-profondo-sud-degli.html" style="clear: left; float: left; margin-right: 1em; margin-top: 1em; text-align: center;"><img alt="il grande loop nel profondo sud degli USA" border="0" data-original-height="2820" data-original-width="5176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwbBcHVkacHpubAPKhEDU41ilqSCiVl2lxhbywvoHVZK_dyJpelG7cOXsYMYxp8GkNoV0V1eN4nwhwu3RVw-8L81aPNxfRHXcXV6ZUHBRhCvCJYvjFriWFv2ifoYrTDq5trsX6vZqH68o4YoIek34IsyuPHdC39J9scPnhw2Nxav65nSMS1oo_KZUk0w/s400/2022-08-24_Emerald%20Coast_005.JPG" style="box-shadow: rgb(51, 51, 51) 5px 5px 10px 2px; clear: both; margin-right: 12px;" title="il grande loop nel profondo sud degli USA" width="400" /></a>
A <b>Miramar Beach,</b> nostra ultima tappa, per fortuna è tutto brutto e falso ma nella norma: niente figuranti, solo orridi palazzoni e usuali centri commerciali, c'è persino un piccolo <b><a href="https://eu.wholefoodsmarket.com/" rel="nofollow" target="_blank">Whole Food</a></b> oasi di benessere che ci salverà colazione, pranzo e cena. La casa, per fortuna di nuovo fronte oceano, ci salva ancora dal disastro completo ma non puoi girare lo sguardo: <b>puoi solo guardare diritto d'avanti a te e fissare con un po' di sconforto l'oceano dalle tinte bellissime che sembra infinito e si fonde con il cielo</b>. Che spreco! Che orrore. Che tristezza. Quasi quasi alla fine sono contenta di riprendere la macchina e concludere il nostro loop tornando a NOLA per volare verso la civiltà della raccolta differenziata e del bidet.<br />
<br />
Se siete arrivati vivi fino a qui meritate una conclusione di questo lungherrimo (forse ne dovevo fare due?...) post:<b> "There are no stranger here, only friends you haven't met"</b> con questa bellissima frase letta al graziosissimo Route 19 Inn credo possa sintetizzarsi la vera essenza di questo grande loop.<br />
Il viaggio si è appena concluso e come sempre mi chiedo: ne è valsa la pena? Si ovvio, tutti i viaggi hanno qualcosa da insegnarti. Lo rifarei di nuovo? No, non credo. Posti interessanti, che per una volta vale la pena di vedere, ma non ho trovato spettacolarità nei paesaggi o l'arricchimento percepito in altri viaggi.
Quello che più ha <b>lasciato un segno</b> sono stati invece gli<b> incontri, spesso casuali e fugaci, con tante deliziose persone</b>. E parlo per esempio della sorprendente coppia dall'Oregon che dopo due minuti nel tram di New Orleans ci infila in mano il biglietto da visita offrendo di ospitarci in un futuro viaggio; oppure di quella deliziosa in età piuttosto avanzata che incrociamo mentre riprende fiato lungo un sentiero della Blue Ridge Parkway e in pochi attimi il saluto di rito si trasforma in una piacevole conversazione. O ancora la <b>impareggiabile sensazione di sentirti esotica quando ti inoltri in posti non battuti</b> dal grande turismo e ti ritrovi nel ristorante di uno sperduto paese nel mezzo del North Carolina e capisci che la padrona è corsa a conoscerti quando ha saputo che siamo Italiani. Indimenticabile poi la risata che ci strappa la <b>tenera spudoratezza della bambina</b> che durante la sosta in un trail si avvicina e con il candore dei suoi quattro anni <b>toglie letteralmente di bocca a Gio l'ultimo biscotto</b>. Ti fa sorridere anche il ricordo di un <b>piccolo gesto gentile</b> come quello della cameriera di Charleston che, dopo averle chiesto che dolce fosse quello del tavolo vicino, ce lo porta offerto da lei. Sono solo esempi delle tante persone incontrate che sono state il<b> sale di questo viaggio</b> che altrimenti forse sarebbe stato un po' troppo insipido.<br />Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-28784314539535464972022-06-04T18:46:00.005+02:002023-03-03T18:25:50.771+01:00I DID IT AGAIN...MUFFIN... SVOLTA ALLA MELA!<a href="http://www.traccedicibo.com/2022/06/i-did-it-againmuffin-svolta-alla-mela.html" style="clear: left; display: block; float: left; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="muffin alla mela, pink lady" border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjgIHKQbIwAwvJaAHkAkFZ9m1kcbQ9_GYaNXbP5HBhwz5euXs1p4mgJH5NKxyD2ope_Kc5UuS1SCkSu83LQWixb3t_yXqZ9KGD0iSYit56kipzpwczC9QPwonsttDBL4cbKbswjid-L6n_STsxYLA9XzAjsLCJs0sMGL9AhcFZzVfK8v63cY994ZfFJg/s1600/IMG_4155.JPG" title="muffin alla mela pink lady" /></a>
Eccoci qua. Muffin again. Ma che ci posso fare se ormai cucino solo per le colazioni di <a href="www.homebbmilano.com" rel="nofollow" target="_blank">HOME</a>? 🤷♀️<br />
A mia discolpa non potevo non pubblicare questa ricetta perchè ero <b>terrorizzata dal perdere il fatidico "pizzino"</b> dato che finalmente dopo prove, riprove e ririprove ho trovato la ricetta definitiva e stabile...almeno sembrerebbe... <br />
<br />
I<b> muffin alla mela</b> infatti, all'apparenza semplici, non so per quale motivo ma sono davvero ostici, tra i peggiori che fino ad ora abbia provato a fare. Probabilmente per la pezzatura piccola del muffin, ho notato che in particolare il<b> tipo di mela, come vengono tagliate e posizionate fa mooooolta differenza sul risultato finale</b>. Ogni volta che pensavo di aver trovato la ricetta giusta infatti dopo un po' mi deludeva: l'impasto era poco, le mele troppe, le mele si ammosciavano, i muffin si ammosciavano... insomma un incubo.<br />
<br />
Poi la svolta con le mie amate <b>Pink Lady</b>. Io ormai sono una Pinkladyomane, in pratica mangio solo queste mele perchè ho la garanzia che non siano farinose dato che <i>"Io oooodio le mele farinose" (con la voce di Gargamella)</i>. E qui faccio coming out: confesso che compero le Pink Lady anche quando non ci sono più quelle italiane... lo so, non molto green, lo so! A mia discolpa questa è una delle rarissime eccezioni che faccio alla mia spesa più a kilometro zero possibile.<br />
<br />
Tornando a noi, all'inizio ero restia a "sprecare" delle Pink Lady per dei muffin dal risultato peraltro incerto, ma un giorno, dato che me ne avanzavano, le ho usate e Bingo! Sarà la consistenza soda e croccante di queste mele aiutate dal <b>doppio taglio a dadini all'interno ed a fettina come finitura sopra</b>, ma questi muffin sono proprio buoni: il <b>risultato finale è morbido</b>, con la giusta proporzione di impasto e mele; ed <b>all'assaggio si sentono chiaramente i dadini di mela all'interno</b>. Dalla mole che ne sforno, a quanto pare, sono graditi parecchio anche dagli ospiti di <a href="www.homebbmilano.com" rel="nofollow" target="_blank">HOME</a>.<br />
<br />
Quindi Urrà per le Pink Lady! <br />
Urrà per i muffin alla mela!<br />
Urrà per me! 🤓<br />
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<span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;"><span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">MUFFIN ALLA MELA PINK LADY</span><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">farina 00</span></strong> 300 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">yogurt bianco intero</span></strong> 250 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">latte intero</span></strong> 100 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">burro leggermente salato</span></strong> 150 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">zucchero</span></strong> 150 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">uova</span></strong> 3 medio grandi<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">mele Pink Lady</span></strong> 3<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">limone</span></strong> 1<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">bicarbonato</span></strong> 10 gr<br /><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">olio essenziale di limone</span></strong> 8 gocce (facoltativo)<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">zucchero a velo</span></strong> qb per la finitura (facoltativo)<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">gelatina spray</span></strong> qb per la finitura (facoltativo)<br /><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">attrezzatura:</span></strong> frullatore, pirottini di carta per muffin, stampo da muffin, pelapatate, porzionatore per gelato da 5 cm di diametro, scavino tondo.<br />
<br />
le dosi sono per 12 muffin<br />
<br />
Prima di tutto inizio con il <b>preparare le mele</b>: in una terrina abbastanza capiente per tutte le mele metto il succo del limone spremuto. Poi con l'aiuto di un pelapatate sbuccio le mele intere, le taglio a metà e con uno scavino tolgo il torsolo centrale. Passo quindi le mezze mele nel succo di limone per non farle annerire e metto da parte. <br />
<br />
Nel<b> bicchiere del frullatore</b> del Kenwood metto le uova, il latte, il burro sciolto, l'olio essenziale e lo zucchero e faccio frullare per un paio di minuti scarsi.<br />
<br />
In una <b>terrina capiente</b> setaccio la farina con il bicarbonato, aggiungo quindi il composto liquido frullato, e con l'aiuto di una frusta amalgamo il tutto. Quando è tutto omogeneo aggiungo per ultimo lo yogurt.
<br /><br />
<b>Per la composizione dei muffin </b>procedo così: con l'aiuto di uno dosatore da gelato metto uno scoop di composto in ognuno dei pirottini con cui ho foderato lo stampo, poi taglio a dadini di circa 1 cm due delle mezze mele e le suddivido sopra l'impasto. Metto un secondo scoop di impasto sopra i dadini di mela e dovrei aver terminato l'impasto. Taglio quindi a dadini altre due mezze mele e le posiziono sopra il secondo scoop di impasto. Termino tagliando a fettine sottile la restante mela in modo da avere circa 3 fettine da posizionare sopra ogni pirottino (9 fettine per ogni quarto di mela). Termino con una leggera spolverizzata di zucchero a velo.<br />
<br />
Metto a cuocere in forno già caldo a <b>180° ventilato per 20 minuti e comunque fino a doratura sulla superficie.</b>. <br />
Una volta sfornati metto i muffin a raffreddare su una gratella.<br />
Prima di servire spruzzo di gelatina spry per una bella finitura lucida.<br />
<br />
Si possono congelare una volta freddi e scongelare la sera prima per la mattina oppure usando il programma di scongelamento rapido del pane del microonde al momento dell'utilizzo. Usare la gelatina solo al momento dell'utilizzo.</span></span><br /></span>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-64705478497933126092022-03-08T10:37:00.005+01:002024-03-17T18:27:06.333+01:00I LOVE CANNELLA MUFFIN<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2022/03/i-love-cannella-muffin.html" style="clear: left; display: block; float: left; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="muffin alla cannella" border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgRprlz7LYgHH2dEzMw7jccf6Q1V6HCnDn2QnXN83qjeZL1Inp5O2B9GHXtm1R4H_yVrolwwZBH9L33oZnLHoeaVYzO47MlBjSluMXurk3sxI0dw9_L-v77MB3yflH4hGEnUaQsRme7OuZElsGOmXQevDY6RbZkb4xRivYk9w4gcJEpns1V1p7M_1D0MQ" title="muffin alla cannella" /></a></div>
Finalmente eccoli qua!<br />
Perchè finalmente? Semplice, perchè io adoroooo tutte, ma proprio tutte, le spezie e tra le mie preferite c'è la cannella. Quindi, che non avessi postato dei <b>Muffin alla Cannella</b>, fino ad ora è davvero stranissimo. Ma la verità è che produco muffin alla cannella da anni, sono in assoluto i miei preferiti, in pratica faccio spinning solo per avere la coscienza a posto e mangiarmi un muffin alla cannella dopo pranzo sorseggiando una bella tazza di caffè americano. Che goduria! <br />
Chissà come mai, in tutti questi anni non sono mai riuscita a postarli, ma oggi ho deciso che era venuta l'ora di buttare il pizzino di carta con la ricetta e quindi ho arraffato un muffin dal congelatore (ebbene si quello che vedete in foto è congelato!) ed ho iniziato a fotografare. Tranquilli, dopo l'ho scongelato e me lo sono divorato...<br />
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Prima di lasciarvi alla ricetta devo raccontarvi questo aneddoto.<br />
Chi come me adora la cannella sono le figliocce di Gio. Più che amanti, direi quasi drogate, vi dico solo che quando arrivano qui corrono al barattolo delle stecche e se le sgranocchiano come patatine. Io, nel timore che stiano male, tento pure di nasconderle ma sono peggio dei cani da tartufo. E' una partita persa a priori. Ovviamente quando vengono qui a colazione non possono mancare questi muffin. Gio da canto suo odia letteralmente la cannella e ogni volta che la uso non perde occasione di ricordarmelo con la stessa faccia e la stessa vocina del Grinch quando dice "Io odio il Natale"...a guardarlo bene diventa anche un po'verdognolo...🤔 <br />
Mbe, nonostante il suo odio, qualche mese fa Gio-Grinch per amore delle sue figliocce ha addirittura preparato con le sue manine i muffin alla cannella! Eroico!!😍🤭<br />
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Da ultimo una consiglio: ovviamente la <b>qualità della cannella è essenziale</b> per la ottima riuscita. <br />
Io inizialmente usavo tritare sul momento le stecche di cannella per massimizzare l'aroma, ma dopo aver rischiato la vita causa esplosione del tritatutto per una stecca incastrata, e vista anche le grandi quantità necessarie, alla fine ho deisistito ed utilizzo cannella in polvere.
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2022/03/i-love-cannella-muffin.html" style="clear: left; display: block; float: left; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="muffin alla cannella" border="0" data-original-height="3456" data-original-width="5184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh5p12vYIBV5Ii_qSNtrs07I70nQLvIzvy0eGBNSbJYbJDe8mJ8gnwPKskZa_zQ6TssqGZ05fCT2oENIEalEJLbQBfBTZJS4ZrtoQap3HlcaEKOg2sytjOWC8F03NpfbralA49vLKoswYojSM5V14GOLD6c2IXhPl3K7p7k_396yLoLkg_uDIGkYV7B5g" title="muffin alla cannella" /></a></div>
<span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;"><span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">MUFFIN ALLA CANNELLA</span><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">farina 00</span></strong> 280 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">cannella in polvere</span></strong> 40 gr + decoro<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">olio essenziale di cannella</span></strong> 6 gocce (facoltativo)<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">yogurt bianco</span></strong> 250 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">latte intero</span></strong> 150 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">philadelphia</span></strong> 50 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">burro leggermente salato</span></strong> 120 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">zucchero</span></strong> 150 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">uova</span></strong> 3 medio grandi<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">zucchero di canna</span></strong> 12 cucchiai circa<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">bicarbonato</span></strong> 10 gr<br />
<br />le dosi sono per 12 muffin<br />
<br />
Nel bicchiere del frullatore del Kenwood metto le uova, 150 gr del latte, il burro sciolto, la cannella in polvere, le gocce di olio essenziali, il philadelphia e lo zucchero. Faccio frullare per un paio di minuti scarsi.<br />
<br />
In una terrina capiente setaccio la farina con il bicarbonato, aggiungo quindi il composto liquido frullato, e con l'aiuto di una frusta amalgamo il tutto e quando è tutto omogeneo aggiungo lo yogurt.<br />
<br />
Divido il composto in 12 pirottini da muffin con cui ho foderato lo stampo aiutandomi con un porzionatore da gelato in modo da suddividere in modo omogeneo l'impasto. Infine ricopro l'impasto di ogni muffin con un cucchiaio raso di zucchero di canna ed una piccola spolverata di cannella. <br />
Metto a cuocere in forno già caldo a 180° ventilato per 20 minuti. <br />
<br />
Una volta sfornati metto i muffin a raffreddare su una gratella.<br />
<br />
Si possono congelare una volta freddi e scongelare la sera prima per la mattina oppure usando il programma di scongelamento rapido del pane del microonde al momento dell'utilizzo.</span></span><br /></span>
<br />Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-38682601324227868142021-05-30T20:05:00.001+02:002021-05-30T20:06:43.667+02:00VOILA'... MACARON AFTER EIGHT<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/05/voila-macaron-after-eight.html" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="macaron after eight, menta e cioccolato" title="macaron after eight" border="0" data-original-height="1548" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoKS4jBQqxL1HfvcyG7H_52exinSFuMZEiusnL9kPiI7L-yxJksumrLpgsgJVaO9PRa-v-xX7zdzel62z1FQD1BgxoTIURSMTWfBkT-hcUowXFpNj_xM9zjBl4jemjPW0t5WcU7FNxQJo2/s0/IMG_3118.JPG"/></a></div>
Ogni promessa è debito e quindi ecco qui i Macaron After Eight <a href="http://www.traccedicibo.com/2021/04/macaron-lampone-lampone.html" target="_blank" rel="nofollow">promessi a Fabiana</a>.<br>
<br>
A me cioccolato e menta fa piuttosto schifo mentre a Gio piace molto così questi, i macaron cioccolato fondente e menta, sono stati i primissimi che ho sperimentato, la mia prima volta coi macaron per intenderci. Ovviamente non erano bellini come questi qui, piuttosto scoloriti viravano al marroncino per la cottura troppo intensa o prolungata chissà. <br>
<br>
I macaron After Eight sono stati i primi e saranno anche gli ultimi di questo mio momento di macaron-mania.
Prometto che per almeno un po'...credo...non ci saranno più post di macaron.<br>
<br>
Non mi dilungo e vi lascio subito alla ricetta d'altronde come già detto di Macaron ne ho parlato a sufficienza <a href="http://www.traccedicibo.com/2021/03/macaron-al-caffe-e-cioccolato-fondente.html" target="_blank" rel="nofollow">qui</a> dove troverete tutte le informazioni di base.<br>
<br>
Happy baking!<br>
<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/05/voila-macaron-after-eight.html" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="macaron after eight, menta e cioccolato" title="macaron after eight" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivrXFHAmQGGADU9YAB6U-xYGD8z9H3-X7BgFXpnr62Sj7lOoq0ANHChq_crQiQAY8mqdrIdhxfR8L2W6woiv798chbeFqwP7a4gI2-iGhj6PkyIUGafksuARfRBW0bjr-40HWt8rNod0ZS/s0/IMG_3134.JPG"/></a></div>
<span style="background-color: #f3f3f3;">
<span><span style="font-family: Architects Daughter;">
<span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">MACARON AFTER EIGHT</span><br />
<br>
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Per i Macaron:</span></strong><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">TPT (farina di mandorle e zucchero) (*)</span></strong> 300 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">zucchero semolato</span></strong> 150 gr + 15 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">acqua</span></strong> 50 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">albumi "vecchi" di 3/4 giorni</span></strong> 55/57 gr + 55/57 gr (pari circa a 3 albumi)<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;"><a href="https://www.amazon.it/dp/B072K6B1CN/ref=cm_sw_em_r_mt_dp_3VJ5ZY0GH2BX1C99K6MA" target="_blank" rel="nofollow">colorante alimentare in gel</a></span></strong> 13 gocce verde e 2 gocce blu<br />
<br>
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Per la Ganache alla menta:</span></strong> <br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">cioccolato fondente al 70%</span></strong> 250 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">latte intero</span></strong> 200 gr <br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">olio essenziale di menta</span></strong> 10 gocce <br />
<br>
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">attrezzatura:</span></strong> tappetino da macaron (o carta forno bisiliconata), sac a poche, bocchetta liscia 1 cm, termometro da cucina, planetaria con frusta filo e frusta K ( frusta elettrica a mano), marisa, setaccio fine e colino, cotone idrofilo, alcol alimentare.<br>
<br>
le dosi sono per circa 20/22 macaron confezionati.<br>
<br>
<b>(*)Per produrre il TPT vi rimando a <a href="http://www.traccedicibo.com/2021/03/macaron-al-caffe-e-cioccolato-fondente.html" target="_blank" rel="nofollow">questo post</a> così come per maggiori spiegazioni tecniche. <br></b>
<br>
Prima di tutto ravvivo il mio TPT ovvero lo tolgo dal sottovuoto lo setacciato almeno una volta e tiro fuori gli albumi dal frigo.<br>
Dopo passo a preparare tutti gli ingredienti e le attrezzature che mi servono per la produzione dei macaron. In particolare <b>preriscaldo il forno a 160° ventilato</b>, preparo il <b>tappetino dei macaron sgrassandolo con del cotone idrofilo e dell'alcol</b> alimentare e poi lo posizionandolo sulla griglia del forno. Infine preparo una sac a poche con bocchetta liscia 1 cm.<br>
Inizio quindi con la <b>preparazione della meringa Italiana</b>.<br>
Metto 150 gr di zucchero semolato e l'acqua in un pentolino a fondo spesso e faccio andare a fuoco medio alto monitorando la temperatura con il termometro. Contemporaneamente nella boule del Kenwood metto la prima metà di albume a schiumare con la frusta a filo <b>aumentando gradualmente la velocità delle fruste</b> per permettere la formazione di una schiuma più stabile. <b>Raggiunta una buona schiumatura aggiungo i 15 gr di zucchero semolato residui</b>. A questo punto lo <b>sciroppo dovrebbe aver raggiunto i 115/118°</b> ed è il momento di versarlo sulla schiuma. Appena finito di versare lo sciroppo si <b>alzo a massima velocità la frusta e faccio andare un paio di minuti circa verificando che </b>la meringa abbia raggiunto il "becco d'oca". Solo a questo momento aggiungo la <b>seconda parte di albumi con le gocce di colorante alimentare</b> e faccio andare a massima velocità per pochi secondi, giusto il tempo di amalgamare il tutto.<br>
<br>
Inizio quindi il <b>macaronage</b> con la planetaria: <b>metto la frusta K</b>, aggiungo alla meringa tutta in una volta il TPT e faccio andare a <b>media velocità per un paio di minuti</b>. Termino il macaronage a mano usando una marisa. Il macaronage è la parte più delicata la giusta consistenza finale sarà quella di un <b>nastro continuo di impasto</b> che ricade se sollevato con la marisa. Il composto tenderà a tenere la sua forma una volta ricaduto per poi appiattirsi dopo qualche secondo.
<br>
Terminato il macaronage metto metà composto nella sac a poche e inizio a formare i dischetti sul tappetino per la prima infornata, al termine <b>sbatto in modo secco 2/3 volte</b> sul tavolo in modo da far fuoriuscire eventuali bolle di aria. Riempio subito la sac a poche con il resto del composto che è meglio non lasciare all'aria perchè potrebbe seccare.<br>
<br>
Senza attendere il "croutage" inforno immediatamente. <br>
Se avete un termometro che può andare nel forno consiglio di usarlo per verificare l'esatta temperatura interna. <b>Ogni forno è diverso e quindi la cottura va a tentativi.</b> Io personalmente scaldo a 160° poi <b>inforno ed abbasso a 150° ventilato di termostato</b>. La cottura totale è nel mio forno a questa temperatura di <b>20 minuti</b>. Dopo 10 minuti <b>apro leggermente la porta del forno per un paio di secondi</b> in modo da far uscire l'umidità, volendo si può ripetere anche dopo 15 minuti.<br> Io inforno una teglia alla volta, mettendola nel centro del forno ed <b>usando sotto al mio tappetino da macaron in silicone solo la griglia del forno</b>.<br>
Una volta sfornati li <b>lascio raffreddare li dove sono sul loro tappetino per almeno 5/10 minuti</b>, da caldi potrebbero non staccarsi. Da freddi o tiepidi quindi li stacco e con il dito li <b>buco leggermente nel centro</b> in modo che poi il ripieno avrà più spazio. Procedo quindi con la seconda infornata.<br>
<br>
<br>
<b>La ganache per il ripieno:<br></b>
è possibile preparala prima, durante o dopo la preparazione dei macaron. <br>
La procedura che seguo per preparare la ganache è fondamentalmente quella illustrata in questo <b>bellissimo <a href="https://www.youtube.com/watch?v=04ElUVrOglA" target="_blank" rel="nofollow">video della Valrhona</a></b>.<br>
<br>
Spezzetto il cioccolato in una boule e nel microonde lo faccio sciogliere/semi sciogliere. <br>
Poi scaldo il latte nel microonde che<b> dovrà essere molto caldo</b> praticamente bollente. Verso quindi circa <b>1/4 del liquido sul cioccolato fuso</b> e mescolo con una marisa con movimenti circolari fino ad ottenere un pasta molto densa e probabilmente opaca. Aggiungo <b>una secondo quarto del liquido </b>e mescolo fino ad ottenere una pasta meno densa e probabilmente lucida. A questo punto <b>trasferisco il mix di cioccolato in un bicchiere per il frullatore ad immersione ed aggiungendo un'altro quarto di liquido</b> e facendo attenzione a non incorporare aria faccio andare fino ad ottenere una <b>emulsione liscia e lucidissima</b>, ci vorrà un paio di minuti. A questo punto <b>la ganache è stabile e aggiungo la parte finale del liquido e le goccie di olio essenziale alla menta usando ancora il frullatore per miscelare tutto</b>. <br>
La ganache è pronta, ma <b>dovrà cristallizzare cristallizzare nel frigorifero</b> ovvero a "tirare" ed indurirsi a punto giusto di utilizzo. Questa ricetta di ganache anche tenuta in frigo sul ripiano più alto dovrebbe rimanere pastosa e "strizzabile" dalla sac a poche. <br>
Personalmente la metto in una sac a poche senza bocchetta quando si è raffreddata e poi la metto in frigo a cristallizzare. La densità giusta della ganache per riempire i macaron è quella di una crema spalmabile consistente. <br>
<br>
Quando la ganache è pronta passo alla fase di formazione dei macaron porzionando una nocciola grande di ganache e accpppiando i gusci. I dolcetti così composti <b>non possono essere consumati subito</b> perchè i gusci sono troppo secchi e dovranno avere tempo di assorbire umidità dal ripieno. Bisogna <b>riempirli almeno 24H prima di consumarli</b> tenendoli nel frigorifero e spostarli fuori per consumarli a <b>temperatura ambiente un'oretta prima</b>. I Macaron farciti durano circa 4/5 giorni. Io di solito li tengo in frigo all'interno di una scatola di latta ben chiusa. <br>
</span></span></span>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-83352450063080408822021-05-07T17:43:00.002+02:002021-05-07T17:44:18.994+02:00KLADDAKAKA LA TORTA DAL NOME IMPRONUNCIABILE<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/05/kladdakaka-la-torta-dal-nome.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="Kladdakaka gluten free" title="Kladdakaka gluten free" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoaeXykpQrYCyyDmOcAniSCC1ZfpOmXeEoYdsfY_if0uWQRLIauKK5Vh61SE0Qr-mGep1oabEsOW5KwDo-8zXiYXrr6hLCmkQqQsgf_E0oIm65KQtJkj-R0ii7tqLrXWvND8gJtIzXaCQf/s0/IMG_3072.JPG" /></a>
<b>Kladdakaka</b>, questo è il nome impronunciabile della <b>torta al cioccolato</b> nella foto che pare sia una <b>istituzione in Svezia</b> e non manchi mai in nessun locale che si rispetti. Fantastico, ma come ci sono arrivata?<br />
<br />
Il tutto nasce da <b>Masterchef Australia</b> e fatemi aprire una parentesi a cui tengo moltissimo. Masterchef Australia è un programma fantastico, avete presente Masterchef Italia? Mbe tutto un altro pianeta, anzi galassia, anzi universo. Praticamente Giochi senza frontiere in cucina contro un vero programma gastronomico. E qui mi fermo perchè altrimenti mi parte l'embolo di come in Italia ci dobbiamo vergognare a produrre e mettere in onda tale spazzatura e facciamo notte.<br />
<br />
In Australia, che comunque per i meno informati è una delle mete più interessanti della gastronomia mondiale emergente, sono anni che i produttori hanno affinato un format di altissima qualità tant'è che ed a ogni puntata che guardo c'è sempre qualcosa di nuovo che imparo o che mi fa venire voglia di cucinare. Un giorno uno dei concorrenti ha preparato questa torta svedese ed io, incuriosita da come avesse conquistato i giudici per la sua particolare consistenza morbida, ho incominciato a cercare la ricetta.<br />
<br />
In giro ce ne sono varie di ricette ed ho iniziato a sperimentare con quella che mi sembrava più affidabile e da li poi ho iniziato le mie variazioni. Questa è una <b>torta molto semplice dai pochissimi ingredienti</b> ma per farla venire bene bisogna <b>calibrare benissimo tutto, compreso e soprattutto la tortiera e la cottura</b>. La particolarità di questa torta piuttosto bassa è infatti proprio quella di avere questa <b>consistenza molto morbida al limite del crudo al suo interno</b>.
Le mie numerose sperimentazioni, che vi risparmio, sono passate per diversi tipi di tortiere e riduzioni delle dosi immani di zucchero per poi virare alla <b>versione gluten free</b> visto la bassissima presenza di farina.<br />
<br />
Dopo tutto questo sperimentare posso dire che la torta è di grande soddisfazione, veloce e facile soprattutto se, dopo un paio di prove, si finalizza la cottura ideale che è l'unica parte ostica.<br />
Unico neo: la torta è buona ma di sicuro non è fotogenica, alla fine innervosita dalla poca collaborazione ho infilzato la fetta...<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/05/kladdakaka-la-torta-dal-nome.html" style="clear: left; display: block; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="Kladdakaka gluten free" title="Kladdakaka gluten free" border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1648" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiomVS_dSfsStGiHTJijhY9_e3vbjVEvTdUOgneTrXp8kdpAcoLVsTO2OyFzfDnTqugybPF7_MKaTv_wc2UT_lDP13-LASLvLRKJ6t4GafctAErGGZLChRr1LCfoyz2IcBb7G6ieqeLFv6-/w515-h640/IMG_3085.JPG" width="515" /></a>
<br />
<span style="background-color: #f3f3f3;">
<span><span style="font-family: Architects Daughter;">
<span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">KLADDAKAKA GLUTEN FREE</span><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Cacao Amaro</span></strong> 60 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Farina di Grano Saraceno</span></strong> 60 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Farina di Riso</span></strong> 60 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Uova</span></strong> 3 medio grandi<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Zucchero</span></strong> 250 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Burro leggermente salato</span></strong> 135 gr + per teglia<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Vaniglia</span></strong> 1 bacca<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Rhum</span></strong> 1 cucchiaio<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Zucchero a velo</span></strong> qb per decorare<br />
<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Attrezzatura</span></strong> tortiera da crostata 22 cm bordo 2 cm con fondo mobile, carta forno<br />
<br />
Le dosi sono per una torta da circa 8/10 porzioni <br>
<br />
La torta nella sua esescuzione è molto semplice, oserei elementare. Nello specifico io utilizzo il mio fido Ken (la platentaria Kenwood Chef) ma se non ne possedete uno potete utilizzare delle fruste elettriche oppure anche una frusta a mano. Nelle varie versioni viste molti preparano l'impasto a mano ma, secondo me, montando bene le uova con lo zucchero la consistenza finale della torta è più leggera, ma ripeto non è essenziale. Quello che è essenziale è prestare attenzione alla cottura ed alla teglia che si usa.<br />
Quindi: prima di tutto sciolgo il burro nel microonde e ci aggiungo il cucchiaio di Rhum. <br />
Nel frattempo miscelo in una terrina le farine con il cacao settacciato per evitare grumi. Nella boule del Ken metto le uova, lo zucchero e la vaniglia ricavata dalla bacca, monto la frusta a filo (quella per montare) e faccio andare alla massima potenza per un paio di minuti fino a quando non vedo che le uova si sono ben gonfiate e chiare.<br />
A questo punto abbasso la velocità al minimo ed aggiungo un cucchiaio alla volta le polveri. Da ultimo aggiungo il burro fuso versandolo in una volta ed aumento al massimo di nuovo la velocità per circa mezzo minuto. <br />
<br />
Imburro lo stampo e poi lo fodero con della carta forno ritagliata a cerchio delle giusta dimensione per foderare fino al bordo della tortiera. Se la carta forno sborda la ritaglio in modo che il calore non avrà barriere. Imburrare la tortiera serve solo a far stare ben ferma ed aderente la carta forno sul fondo e sui bordi della tortiera. Nelle moltissime versioni che ho fatto ho provato varie teglie cambiando dimensioni e altezza dei bordi, la migliore è risultata quella da crostata da 22 cm con bordi alti solo 2 cm in modo che il calore del forno arrivi bene sulla superficie della torta.<br />
In effetti l'unica piccola difficoltà che ha questa torta è la cottura perfetta. La peculiarità di questa torta è che deve essere cotta all'esterno ma <b>l'interno deve rimanere morbido al limite del crudo</b>. <b>A seconda della tortiera e degli ingredienti ho notato che si cuoce molto diversamente anche se nello stesso forno</b>. Quindi io vi do le indicazioni per la mia ricetta, e per quello che è ottimale per la mia tortiera cotta nel mio forno, voi dovrete fare un paio di prove probabilmente per vedere cosa è meglio per voi. La torta è ottimale con una altezza di un paio di centimetri.<br />
<br>
Premesso tutto questo: io <b>cuocio per 30 minuti in forno ventilato scaldato a 180° che poi abbasso a 160° quando inforno</b>. Faccio raffreddare la torta nella tortiera. Quando la torta è fredda la impiatto e la spolvero con dello zucchero a velo.
</span></span></span></div></div>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-73980096137008087542021-04-17T19:24:00.000+02:002021-04-17T19:24:11.305+02:00MACARON AL LAMPONE LE MODELLE PERFETTE<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/04/macaron-lampone-lampone.html" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="macaron al lampone" title="macaron al lampone" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGNI6AqfuDuT6ESV0yAvLFO1HHSPpfHRbSk0o0O5LYUEYL8X424YGqWsPRJeJc8nD3IRSTix1MEDPKWp4NiG_qCwXlaiYA7GwbjQdgD4ruWUtFDFZLAEfiyFoiIwXZsAOLb4gcK9LhH4ej/s0/IMG_3014.JPG"/></a></div>
Vi piace la foto? Tantissimo anche a me! <br>
Ma non mi illudo, non è questione di fotografo ma di modella. Come per le persone, c'è cibo fotogenico e quello no ed a quanto pare i macaron sono le Top Model del cibo.<br>
<br>
Quando guardo dentro l'obiettivo spesso so già cosa aspettarmi ma a volte, come in questo caso, anche se sai che il soggetto sarà semplice da fotografare vieni folgorato dalla sua bellezza e da come questa sia ampliata dietro un obiettivo. Alcuni soggetti quasi esplodono, prendono vita, e quando capita come in questo caso sei li che continui a scattare e scattare e scattare, rapita da tanta bellezza ed incapace di smettere anche se sai già che te ne pentirai quando dovrai scegliere. <br>
Così ho scelto questo scatto tra mille, ma ce ne sono almeno altri dieci altrettanto belli...<br>
Ma ripeto non è merito mio ma delle modelle perfette che sono questi <b>Macaron al Lampone</b>. <br>
<br>
Ecco qua, oggi non ho molto da dire, di <a href="http://www.traccedicibo.com/2021/03/macaron-al-caffe-e-cioccolato-fondente.html" target="_blank" rel="nofollow">Macaron d'altronde ne ho già parlato più che a sufficienza</a> e quindi vi lascio direttamente alla ricetta con il monito che non sarà l'ultimo post di questi dolcetti rotondini e tanto fotogenici. Causa la mia amica Fabiana che (come sia possibile per me è assolutamente inspiegabile) odia i lamponi dovrò prepararne di nuovi...tenetevi forte probabilmente i Macaron After Eight che tanto detesto. Ma per un'amica si fa anche questo.🤷♀️<br>
<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/04/macaron-lampone-lampone.html" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="macaron al lampone" title="macaron al lampone" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh26eqaGjQKbTruIaCXs-scZsFyy-e9OFIY4QvDyWJqL7ee5L1wMgTw3AQnoZtNRaMOarfadtiKgTv7NHCh2VQfBSsnbvWdNp8yFsHpKlw5c-2n2-0OeFAiBBWPPNGgA53CKz98Uimn8s4w/s0/IMG_2986.JPG"/></a></div>
<span style="background-color: #f3f3f3;">
<span><span style="font-family: Architects Daughter;">
<span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">MACARON AL LAMPONE</span><br />
<br>
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Per i Macaron:</span></strong><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">TPT (farina di mandorle e zucchero) (*)</span></strong> 300 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">zucchero semolato</span></strong> 150 gr + 15 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">acqua</span></strong> 50 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">albumi "vecchi" di 3/4 giorni</span></strong> 55/57 gr + 55/57 gr (pari circa a 3 albumi)<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;"><a href="https://www.amazon.it/dp/B072K6B1CN/ref=cm_sw_em_r_mt_dp_3VJ5ZY0GH2BX1C99K6MA" target="_blank" rel="nofollow">colorante alimentare in gel</a></span></strong> 5 gocce pink e 6 gocce purple<br />
<br>
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Per la Ganache al lampone:</span></strong> <br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;"><a href="https://www.amazon.it/dp/B07879PBJY/ref=cm_sw_r_tw_dp_R1Y77KYPM1VHQF1J5QRE" target="_blank" rel="nofollow">lamponi liofilizzati</a></span></strong> 50 gr (setacciati senza semi)<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">cioccolato bianco</span></strong> 250 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">latte intero</span></strong> 250 gr <br />
<br>
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">attrezzatura:</span></strong> tappetino da macaron (o carta forno bisiliconata), sac a poche, bocchetta liscia 1 cm, termometro da cucina, planetaria con frusta filo e frusta K ( frusta elettrica a mano), marisa, setaccio fine e colino, cotone idrofilo, alcol alimentare.<br>
<br>
le dosi sono per circa 20/22 macaron confezionati.<br>
<br>
<b>(*)Per produrre il TPT vi rimando a <a href="http://www.traccedicibo.com/2021/03/macaron-al-caffe-e-cioccolato-fondente.html" target="_blank" rel="nofollow">questo post</a> così come per maggiori spiegazioni tecniche. <br></b>
<br>
Prima di tutto ravvivo il mio TPT ovvero lo tolgo dal sottovuoto lo setacciato almeno una volta e tiro fuori gli albumi dal frigo.<br>
Dopo passo a preparare tutti gli ingredienti e le attrezzature che mi servono per la produzione dei macaron. In particolare <b>preriscaldo il forno a 160° ventilato</b>, preparo il <b>tappetino dei macaron sgrassandolo con del cotone idrofilo e dell'alcol</b> alimentare e poi lo posizionandolo sulla griglia del forno. Infine preparo una sac a poche con bocchetta liscia 1 cm.<br>
Inizio quindi con la <b>preparazione della meringa Italiana</b>.<br>
Metto 150 gr di zucchero semolato e l'acqua in un pentolino a fondo spesso e faccio andare a fuoco medio alto monitorando la temperatura con il termometro. Contemporaneamente nella boule del Kenwood metto la prima metà di albume a schiumare con la frusta a filo <b>aumentando gradualmente la velocità delle fruste</b> per permettere la formazione di una schiuma più stabile. <b>Raggiunta una buona schiumatura aggiungo i 15 gr di zucchero semolato residui</b>. A questo punto lo <b>sciroppo dovrebbe aver raggiunto i 115/118°</b> ed è il momento di versarlo sulla schiuma. Appena finito di versare lo sciroppo si <b>alzo a massima velocità la frusta e faccio andare un paio di minuti circa verificando che </b>la meringa abbia raggiunto il "becco d'oca". Solo a questo momento aggiungo la <b>seconda parte di albumi con le gocce di colorante alimentare</b> e faccio andare a massima velocità per pochi secondi, giusto il tempo di amalgamare il tutto.<br>
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Inizio quindi il <b>macaronage</b> con la planetaria: <b>metto la frusta K</b>, aggiungo alla meringa tutta in una volta il TPT e faccio andare a <b>media velocità per un paio di minuti</b>. Termino il macaronage a mano usando una marisa. Il macaronage è la parte più delicata la giusta consistenza finale sarà quella di un <b>nastro continuo di impasto</b> che ricade se sollevato con la marisa. Il composto tenderà a tenere la sua forma una volta ricaduto per poi appiattirsi dopo qualche secondo.
<br>
Terminato il macaronage metto metà composto nella sac a poche e inizio a formare i dischetti sul tappetino per la prima infornata, al termine <b>sbatto in modo secco 2/3 volte</b> sul tavolo in modo da far fuoriuscire eventuali bolle di aria. Riempio subito la sac a poche con il resto del composto che è meglio non lasciare all'aria perchè potrebbe seccare.<br>
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Senza attendere il "croutage" inforno immediatamente. <br>
Se avete un termometro che può andare nel forno consiglio di usarlo per verificare l'esatta temperatura interna. <b>Ogni forno è diverso e quindi la cottura va a tentativi.</b> Io personalmente scaldo a 160° poi <b>inforno ed abbasso a 150° ventilato di termostato</b>. La cottura totale è nel mio forno a questa temperatura di <b>20 minuti</b>. Dopo 10 minuti <b>apro leggermente la porta del forno per un paio di secondi</b> in modo da far uscire l'umidità, volendo si può ripetere anche dopo 15 minuti.<br> Io inforno una teglia alla volta, mettendola nel centro del forno ed <b>usando sotto al mio tappetino da macaron in silicone solo la griglia del forno</b>.<br>
Una volta sfornati li <b>lascio raffreddare li dove sono sul loro tappetino per almeno 15 minuti</b>, da caldi potrebbero non staccarsi. Da freddi o tiepidi quindi li stacco e con il dito li <b>buco leggermente nel centro</b> in modo che poi il ripieno avrà più spazio. Procedo quindi con la seconda infornata.<br>
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<br>
<b>La ganache per il ripieno:<br></b>
è possibile preparala prima, durante o dopo la preparazione dei macaron. <br>
La procedura che seguo per preparare la ganache è fondamentalmente quella illustrata in questo <b>bellissimo <a href="https://www.youtube.com/watch?v=04ElUVrOglA" target="_blank" rel="nofollow">video della Valrhona</a></b>.<br>
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Prima di tutto metto in un tritatutto i lamponi liofilizzati e li polverizzo poi li setaccio in modo da separare i semini che vanno eliminati. <br>
Spezzetto il cioccolato bianco in una boule e nel microonde la faccio sciogliere/semi sciogliere. <br>
Poi scaldo il latte nel microonde che<b> dovrà essere molto caldo</b> praticamente bollente. Verso quindi circa <b>1/4 del liquido sul cioccolato fuso</b> e mescolo con una marisa con movimenti circolari fino ad ottenere un pasta molto densa e probabilmente opaca. Aggiungo <b>una secondo quarto del liquido </b>e mescolo fino ad ottenere una pasta meno densa e probabilmente lucida. A questo punto <b>trasferisco il mix di cioccolato in un bicchiere per il frullatore ad immersione ed aggiungendo un'altro quarto di liquido</b> e facendo attenzione a non incorporare aria faccio andare fino ad ottenere una <b>emulsione liscia e lucidissima</b>, ci vorrà un paio di minuti. A questo punto <b>la ganache è stabile e aggiungo la parte finale del liquido e la polvere di lampone usando ancora il frullatore per miscelare tutto</b>. <br>
La ganache è pronta, ma avendo tanto cioccolato bianco <b>ci metterà circa 12 ore a cristallizzare nel frigorifero</b> ovvero a "tirare" ed indurirsi a punto giusto di utilizzo. Questa ricetta di ganache anche tenuta in frigo sul ripiano più alto dovrebbe rimanere pastosa e "strizzabile" dalla sac a poche. <br>
Personalmente la metto in una sac a poche senza bocchetta quando si è raffreddata e poi la metto in frigo a cristallizzare. La densità giusta della ganache per riempire i macaron è quella di una crema spalmabile consistente. <br>
<br>
Quando la ganache è pronta passo alla fase di formazione dei macaron porzionando una nocciola grande di ganache e accpppiando i gusci. I dolcetti così composti <b>non possono essere consumati subito</b> perchè i gusci sono troppo secchi e dovranno avere tempo di assorbire umidità dal ripieno. Bisogna <b>riempirli almeno 24H prima di consumarli</b> tenendoli nel frigorifero e spostarli fuori per consumarli a <b>temperatura ambiente un'oretta prima</b>. I Macaron farciti durano circa 4/5 giorni. Io di solito li tengo in frigo all'interno di una scatola di latta ben chiusa. <br>
</span></span></span>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-63644474988881781552021-03-28T21:30:00.009+02:002022-12-03T08:51:35.703+01:00MACARON AL CAFFE' E CIOCCOLATO FONDENTE. DON'T PANIC<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/03/macaron-al-caffe-e-cioccolato-fondente.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="macaron caffè e ciccolato fondente" border="0" data-original-height="1150" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieMLQeIbcBXB4GhSSasRqkLXJUA55TQUY1sCKGSAhCTDMqC8qGzK6a7G6i_MLXybAxRjloISvbgRunzJLyL7EWMNM2Zp_yK0lM9_JR0E495OLiZamx81rXTG0fyKBnEiRrEdFqDYW7rdxr/s0/IMG_2919.JPG" title="macaron caffè e ciccolato fondente" /></a></div>
Sono in ritardo?...<br />
credo proprio di si. L'onda lunga della <b>Macaron mania è quasi completamente dileguata</b>. Ma si sà io amo andare contro corrente.
Visti e stra visti, confesso mai assaggiati, questi dolcetti non mi hanno mai tentato probabilmente per il mio insito snobbismo che mi impedisce di seguire la marea. O in una interpretazione più karmica della questione...non era ancora il loro momento. Fatto sta che intorno a Natale, mentre ero in un negozio per comperare della ghiaccia reale, sono stata assalita dall'impulso di acquistare un tappetino per Macaron. Scoprendo ovviamente solo dopo che, vade retro satana, i tappetini non si usano ma basta una banalissima carta da cucina. Si. Proprio. Bella storia questa. <br />
Va beh, andiamo con ordine. <br />
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Acquistato il mio bel tappetino per macaron l'ho messo a cuccia in attesa di studiare la ricetta e <b>"cliccare" Macaron è stato come aprire un buco nero</b> che mi ha risucchiato per giorni che poi fortunatamente mi ha risputato stordita ma quasi incolume. Detto questo, capire come approcciare questo post ha richiesto una lunga riflessione da parte mia. Lungi da me dal salire in cattedra e volere dare lezioni di macaron (sono attualmente solo al mio quarto tentativo) ho pensato che il mio contributo potesse essere quello di <b>condividere le riflessioni di una neofita testardamente precisina</b> con chi ha intenzione di tentare questa avventura. <br />
<br />
Ecco qui quindi la mia <b>GUIDA GALATTICA PER MACARONISTI. <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guida_galattica_per_gli_autostoppisti_%28romanzo%29" rel="nofollow" target="_blank">DON'T PANIC!</a><br /></b>
<br />
<b>A CHI DO RETTA?<br /></b>
<b>le fonti dei macaron sono infinite</b> e potreste perdervi per sempre. Io consiglio di focalizzavi su una molto attendibile come tal <a href="https://www.mercotte.fr/recettes/macarons/" rel="nofollow" target="_blank"><b>Marcotte</b></a> che da quello che ho potuto capire è la regina dei macaron casalinghi e si guadagna da vivere andando in giro a fare dimostrazioni. Nel suo sito troverete tutto quello che vi serve di sapere, io ho <b>usato la sua ricetta e metodologia e dal primo tentativo i macaron erano quasi perfetti</b>. Dico quasi solo per colpa della mia inesperienza. In particolare trovo molto esplicativo questo <a href="https://www.youtube.com/watch?v=9-dvmbMejH0" rel="nofollow" target="_blank">video</a> in cui spiega e soprattutto mostra come fare i macaron con la meringa italiana. Anche se i macaron si possono fare con la meringa francese <b> consiglio di farli con la meringa italiana</b> in quanto molto più stabile e darà risultati migliori. D'altronde se vi state addentrando sul terreno dei macaron non penso vi spaventi una meringa italiana... giusto?<br />
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<b>BENE, ORA DA DOVE COMINCIO?</b><br />
<b>L'organizzazione è importante</b> per non scoraggiarsi e perdersi. Prima di tutto bisogna essere consapevoli che questo <b>non è il tipico dolcetto improvvisato</b> della serie "cotto e mangiato". Ci sono una serie di fasi da seguire lungo una sequenza temporale precisa che dura giorni, <b>essere rigorosi assicura un risultato migliore e praticamente garantito</b>.
Farsi un piano scritto con le fasi e la tempistica per me aiuta molto a capire dove sono e dove devo arrivare. Personalmente mi sono fatta un piccolo schemino dei passaggi che mi aiuta a non dimenticare nulla e soprattutto la giusta sequenza delle attività.<br /> Inoltre pianificare permette di <b>preparare in anticipo anche di giorni alcuni degli elementi strategici</b> come per esempio il famoso TPT alias il mix di zucchero a velo e farina di mandorle. Anche il ripieno, la ganache, può essere preparata uno o due giorni prima volendo. La pianificazione comprende anche la consapevolezza che questi snobbissimi biscottini <b>dopo la cottura e la farcitura devono riposare un giorno prima di essere consumati</b> e tenuti almeno un paio di ore fuori da frigo. <br />
<br />
<b>AIUTO COME LI FACCIO?!</b><br />
Sorprendentemente alla fine i macaron (intesi come gusci) <b>sono tutti uguali varierà solo il colore</b> grazie al colorante alimentare che intenderete utilizzare e che sarà indicativo del gusto che verrà dato esclusivamente dal ripieno. Quello che differenzierà il risultato finale sarà la farcitura. Anche le poche eccezioni in cui potrete in qualche modo "insaporire" il guscio esterno come per esempio quelli al cacao o quelli al lampone (si può usare polvere di lampone liofilizzato) in effetti il sapore resterà sempre quello di mandorla tostata e zucchero. Quindi concentratevi sul gusto del ripieno sbizzarrendo la vostra fantasia.<br />
<br />
<b>OK, MA QUINDI COME LI RIEMPIO?<br /></b>
Assodato che <b>è il ripieno che fa la differenza</b>, tutto dipende dai gusti. Tenete presente che il <b>ripieno dovrà essere umido per ammorbidire l'interno del biscottino, ma non troppo per non inzupparlo e renderlo molle</b>. La regina dei macarons Marcotte dice che lei usa solo ganache montata. Io che sono un po' allergica all'uso della panna e cerco di restare bassa con le calorie <b>personalmente uso una ganache al latte</b> con cui mi sono trovata benissimo in tutte le prove che ho fatto. Per sapere <b>come fare una ganache</b> e la tecnica che è alla base di questa preparazione basilare della pasticceria vi consiglio di dare un occhio a <b>questo <a href="https://www.youtube.com/watch?v=04ElUVrOglA" rel="nofollow" target="_blank">video</a> della Valrhona che trovo perfetto</b>.<br />
Nel decidere il gusto della vostra ganache tenete conto che ovviamente avrà una base cacao o burro di cacao. Gli abbinamenti si sprecano se vi interessa io ho attualmente provato: <a href="http://www.traccedicibo.com/2021/05/voila-macaron-after-eight.html" target="_blank">menta e cioccolato fondente</a>, lampone e cioccolato fondente (a cui seguirà tra poco <a href="http://www.traccedicibo.com/2021/04/macaron-lampone-lampone.html" rel="nofollow" target="_blank">lampone-lampone</a>) ed infine quelli che vi posto qui ovvero caffè e cioccolato fondente. Si sa sono una classicona.<br />
<br />
<b>MADO'!...MA VALE LA PENA?</b><br />
Dopo tutte queste istruzioni, precisazioni, tempistiche ed attese...vale la pena? <br />
Al mio quarto tentativo vi dico...<b>ma si dai</b>. Se siete in lockdown o avete tempo e voglia di mettervi alla prova, si vale la pena ed <b>alla fine prendendoci la mano è perfino divertente e da soddisfazione</b>. Ovviamente con questo intendo che dovrete farli più di una volta testandovi e provando le varianti che più vi aggradano e soprattutto i tempi di cottura. Alla fine avendo gli strumenti, la ricetta e le dritte giuste questi malefici dolcetti non sono così difficili, complessi certamente, ma di sicuro effetto. <br />
<br />
<b>VA BEH MI HAI CONVINTO, COSA MI SERVE?<br /></b>
<b>Farina di mandorle</b> ovviamente: puntate sulla qualità e sulla grana fine. Più è fine la grana della farina di mandorle più saranno lisci e perfetti i vostri biscottini.<br />
<b>Zucchero a velo</b>: io personalmente me lo faccio in casa. Basta un tritatutto, zucchero semolato e dell'amido (mais, riso o patate) nella proporzione del 3% (100 gr di zucchero semolato e 3 gr di amido).<br />
<b>Albume:</b> la dose dell'albume è l'unico con un piccolissimo margine nel senso che può variare tra i 110/112 gr totali che normalmente sono circa il peso che si recupera da 3 uova. Se volete una dritta i rossi sono giusti giusti per preparare degli ottimi <a href="http://www.traccedicibo.com/2009/10/un-classico-gnocchi-alla-romana.html" rel="nofollow" target="_blank">gnocchi alla romana</a>. Per vostra informazione ho provato ad usare gli albumi che si vendono in brick al supermercato ed ho dovuto buttare via tutto. Non chiedetemi perchè ma gli albumi confezionati NON montano. <br />
<b>Colorante alimentare</b>: nulla vieta di fare i macaron "grezzi" o colorarli con polveri alimentari se possibile come cacao o liquirizia, ma se avete intenzione usare colori alimentari è essenziale che sia un ottimo prodotto in polvere od in gel. Tassativo non quelli acquosi in quanto falserebbero le proporzioni della ricetta.<br />
<b>Planetaria (o frusta a mano) e termometro da cucina</b>: se vi state avventurando in questa impresa vi consiglio di desistere se nella vostra attrezzatura non avete una planetaria con frusta filo e frusta K o almeno una frusta a mano elettrica old style.<br /> Per la meringa italiana è essenziale il termometro da cucina. Se non lo avete ancora è la volta buona che vi date una mossa. Costa poco, si trova ovunque e serve sempre. Se siete proprio decisi nell'impresa ma testoni potete usare il biano B ovvero usare <a href="http://www.traccedicibo.com/2011/02/meringhe-alla-francese-ovvero-spumoni.html" rel="nofollow" target="_blank">la meringa francese</a>.<br />
<b>Tappetino o non tappetino</b> questo il dilemma: cosa dire sull'argomento? Lungi da me dall'obbligarvi a comperare un tappetino, io nel mio acquisto compulsivo lo avevo già prima di iniziare l'impresa, posso solo raccontarvi la mia esperienza. L'unica volta che ho voluto usare la carta da forno bisiliconata aquistata appositamente nella modica quantità di 100mt... i miei macaron non si sono assolutamente staccati anche dopo aver prolungato la cottura. 🤷♀️ <br />
Quindi? Quindi potete provare senza tappetino usando la carta forno e vedere cosa succede (magari a voi si staccano), capire se la cosa vi appassiona e poi decidere se spendere qualche euro ed acquistare un tappetino in silicone. Nel caso controllate le misure, sappiate che spesso (come il mio) sono più grandi di una teglia da forno e infatti io lo uso sopra la griglia e mi trovo benissimo. Inoltre sappiate che avendo un solo tappetino il quantitativo della ricetta è per due tappetini e quindi tra una infornata e l'altra dovrete aspettare, pulirlo e riutilizzarlo. Dannatissimi dolcetti.<br />
<b>Umidità</b>: L'umidità è nemica numero uno dei macaron quindi prevedete di non farli in un giorno umido e piovoso o un giorno in cui state facendo preparazioni in cucina con emissioni di vapori tipo il brodo. Inoltre per conservarli usate una scatola di latta.<br />
<br />
...E da ultimo fatemi togliere un sassolino dalla scarpa. <br />
<b>I macaron non sono francesi</b>: sono stati creati a Venezia nel 1533 per Caterina de Medici che li ha portati come pensierino per le nozze al suo ganzo tal Duca D'Orleans alias Enrico II di Francia. <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/03/macaron-al-caffe-e-cioccolato-fondente.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="macaron caffè e ciccolato fondente" border="0" data-original-height="1150" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6es1abCQnwBnvn1AAN3FIeallIdvA_y5x7GocsgJn6V5XST2T_vCFTZvDRvopeV7DyonfXh_BnuNb7T-j3jEl620-yneQvkBxlTAAM6W1FWPN_WKkDaTCaZGSoyPHnEtn6yUTGvyZ35HH/s0/IMG_2908.JPG" title="macaron caffè e ciccolato fondente" /></a></div>
<span style="background-color: #f3f3f3;">
<span><span style="font-family: Architects Daughter;">
<span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">MACARON AL CAFFE' E CIOCCOLATO FONDENTE</span><br />
<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Per i Macaron al cacao:</span></strong><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">farina di mandorle finissime</span></strong> 125 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">zucchero a velo(*)</span></strong> 125+25 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">cacao amaro in polvere</span></strong> 25 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">zucchero semolato</span></strong> 150 gr + 15 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">acqua</span></strong> 50 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">albume</span></strong> 55/57 gr + 55/57 gr (pari circa a 3 albumi)<br />
<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Per la Ganache al caffè:</span></strong> <br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">cioccolato fondente 70%</span></strong> 125 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">cioccolato bianco</span></strong> 110 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">latte intero</span></strong> 100 gr <br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Nescafè Oro</span></strong> 10 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">caffè espresso</span></strong> 3 tazze pari a 100 ml<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">chicchi di caffè</span></strong> 6/7 <br />
<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">attrezzatura:</span></strong> tappetino da macaron (o carta forno bisiliconata), sac a poche, bocchetta liscia 1 cm, termometro da cucina, planetaria con frusta filo e frusta K ( frusta elettrica a mano), marisa, setaccio fine e colino, cotone idrofilo, alcol alimentare.<br />
<br />
le dosi sono per circa 20/22 macaron confezionati.<br />
<br />
(*)<b>zucchero a velo fatto in casa</b>: in un tritatutto ad alta potenza metti zucchero semolato ed il 3% in peso di amido (mais o riso).<br />
<br />
Prima di tutto <b>produco il TPT</b> ovvero il mix fondamentale di farina di mandorle e zucchero a velo.
Tale operazione può essere fatta largamente in anticipo, anche giorni e anche in abbondanza per ulteriori tentativi. Basterà poi conservarla al riparo da luce ed umidità. Meglio sottovuoto e in scatola di latta.<br />
La prima operazione che faccio è <b>tostare la farina di mandorle</b> mettendola ben sparsa su una placca foderata di carta in forno a <b>150° ventilato per 10 minuti</b>. Questa operazione servirà a seccarla ed esaltare l'aroma. Una volta raffreddata metto la <b>farina di mandorle e pari quantità di zucchero a velo in un tritatutto</b> di grandi dimensioni con lama larga e faccio andare per un <b>per una quindicina di impulsi</b> per non scaldare le lame e far uscire l'olio dalle mandorle. Questa operazione servirà a ridurre ulteriormente la grana della farina di mandorle. Infine il <b>mix andrà setacciato tre volte con un setaccio fine senza forzare</b> la discesa aiutandosi con attrezzi ma solo scuotendo il setaccio. Incredibilmente ogni volta vedrete che rimarranno nel setaccio alcuni pezzi più grossolani di mandorle che andranno buttati o messi da parte per altre preparazioni. Setacciare più volte il TPT servirà a rendere più liscia la superficie dei vostri macaron. <b>Più il TPT sarà fine ed omogeno più belli verranno i vostri biscottini</b>.<br />
<br />
<b>Circa 3/4 giorni prima</b> della produzione:<br />
<b>sguscio le uova i cui albumi mi serviranno</b> per la produzione dei macaron. Contestualmente metto in un bicchiere il <b>latte per la ganache con i chicci di caffè e faccio scaldare nel microonde a massima potenza per 1 minuto</b>, poi copro e metto in frigo in infusione.<br />
<br />
<b>l'M-day, il grande giorno:</b><br />
Prima possibile <b>tiro fuori dal frigo gli albumi</b> in modo che siano a temperatura ambiente.<br />
Ravvivo il mio TPT ovvero lo tolgo dal sottovuoto e aggiungo cacao e zucchero per un totale di 300 gr di "polveri" ed ovvero: <b>TPT 250gr + 25gr di cacao + 25gr di zucchero a velo il tutto setacciato due volte</b> e togliendo eventuali pezzetti non passati.<br />
Peso, porziono e preparo tutti gli ingredienti e le attrezzature che mi servono per la produzione dei macaron, <b>preriscaldo il forno a 160° ventilato</b>, preparo il <b>tappetino dei macaron sgrassandolo con del cotone idrofilo e dell'alcol</b> alimentare e poi lo posizionandolo sulla griglia del forno. Infine preparo una sac a poche con bocchetta liscia 1 cm.<br />
<br />
Per vostra informazione le fasi che descrivo da qui in poi sono perfettamente e sicuramente meglio spiegate nel <a href="https://www.youtube.com/watch?v=9-dvmbMejH0" rel="nofollow" target="_blank"><b>video di Marcotte</b></a> la regina dei macaron casalinghi. <br />
<br />
Con tutto pronto inizio la <b>preparazione della meringa Italiana</b>.<br />
Metto 150 gr di zucchero semolato e l'acqua in un pentolino a fondo spesso e faccio andare a fuoco medio alto monitorando la temperatura con il termometro. Contemporaneamente nella boule del Kenwood metto 55/57 gr di albume a schiumare con la frusta a filo <b>aumentando gradualmente la velocità delle fruste</b> per permettere la formazione di una schiuma più stabile. <b>Raggiunta una buona schiumatura aggiungo i 15gr di zucchero semolato residui</b>. A questo punto lo <b>sciroppo dovrebbe aver raggiunto i 115/118°</b> ed è il momento di versarlo sulla schiuma. Per aggiungere al meglio lo sciroppo bollente alla schiuma di albume si fa così: <b>si abbassa la velocità a media andatura e si versa a filo lungo il bordo della parete della boulte</b>. In questo modo si evita che lo sciroppo schizzi sui bordi e non venga amalgamato. Appena finito di versare lo sciroppo si <b>alza subito a massima velocità la frusta e si fa andare un paio di minuti circa verificando che la boule sia solo leggermente tiepida</b> e la meringa abbia raggiunto il "becco d'oca" ovvero rimane in forma. Solo a questo momento aggiungo la seconda parte di albumi a massima velocità per pochi secondi, giusto il tempo di amalgamare il tutto.<br />
<br />
<b>E' tempo di macaronage!<br /></b>
Dicesi macaronage l'attività di <b>aggiungere il TPT alla meringa e di far raggiungere alla massa la giusta consistenza finale</b>.
Inizio il macaronage con la planetaria: <b>metto la frusta K</b> (foglia), aggiungo alla meringa tutta in una volta il TPT e faccio andare a <b>media velocità per un paio di minuti</b>. Termino il macaronage a mano usando una marisa. Il macaronage è la parte più delicata: in pratica <b>bisognerà smontare leggermente la meringa perchè la giusta consistenza finale sarà quella di un nastro continuo di impasto</b> che ricade se sollevato con la marisa. Il composto tenderà a tenere per qualche secondo la sua forma una volta ricaduto per poi appiattirsi. Il mio errore la prima volta è stato quello di non smontare a sufficienza il composto dato che sembra un non senso smontare una meringa, ma d'altronde <b>avere una consistenza troppo montata farà avere dei biscottini con antipatiche puntine nel mezzo e buchetti di aria</b>... Ovviamente non bisogna eccedere nello smontare troppo la meringa in quanto altrimenti si avrà un composto troppo liquido che si appiattirà rovinosamente sulla teglia. In questo caso la meringa italiana aiuta tantissimo proprio perchè è molto difficile da smontare, molto di più di una semplice meringa francese. <br />
<br />
Terminato il macaronage è tempo di <b>mettere il composto nella sac a poche</b>.<br />
Personalmente trovo più <b>agevole formare i dischetti se la sac a poche non è troppo piena</b> e quindi divido in due il composto mettendone solo metà alla volta nella sac a poche, anche in tre volte volendo. Ma a voi la decisione. <br />
La formazione dei dischetti richiede un minimo di manualità. Prima di tutto vanno fatti tutti più o meno uguali per avere una cottura omogenea, poi vanno distanziati per avere un buon ricircolo d'aria e in questo caso un tappetino da una mano. Inoltre il <b>trucco è </b>spremere la sac a poche per far uscire il composto, smettere di premere, fare un piccolo e veloce cerchio per staccare il composto dalla bocchetta. <b>Smettere di premere</b> sembra stupido da dire ma è fondamentale ed a volte nella foga si omette non permettendo il corretto distaccamento del composto. Se il <b>macaronage è stato fatto correttamente vederete che i dischetti lentamente e leggermente tenderanno ad abbassarsi ed allargarsi</b> uniformando la superficie. Una volta riempito il tappetino/teglia <b>sbattete in modo secco 2/3 volte</b> sul tavolo in modo da far fuoriuscire eventuali bolle di aria.<br />
<br />
Il <b>croutage</b> (ovvero attendere fino a quando la superficie del macaron non si secca leggermente prima di infornarlo) non serve. Non lo dico io, ma Marcotte. E per personale esperienza ha ragione. A meno che non siate in una foresta pluviale con umidità altissima <b>attendere prima di infornare è una perdita di tempo</b>. <br />
<br />
La <b>cottura</b>... finalmente: se avete un <b>termometro che può andare nel forn</b>o consiglio di usarlo per verificare l'esatta temperatura interna, molto spesso constaterete che il termostato non è esattamente preciso. <b>Ogni forno è diverso e quindi la cottura va a tentativi.</b> Io personalmente scaldo a 160° poi <b>inforno ed abbasso a 150° ventilato di termostato</b>, se vedo che il <b>termometro interno tende a salire troppo oltre tale temperatura abbasso leggermente</b> il termostato. La cottura totale è nel mio forno a questa temperatura di <b>20 minuti</b>. Dopo 10 minuti però, dopo che il "collarino" si è formato consiglio di <b>aprire leggermente la porta del forno per un paio di secondi</b> in modo da far uscire l'umidità, volendo si può ripetere anche dopo 15 minuti.<br /> Io inforno una teglia alla volta, mettendola nel centro del forno ed <b>usando sotto al mio tappetino da macaron in silicone solo la griglia del forno</b>.<br />
Una volta sfornati li <b>lascio raffreddare li dove sono sul loro tappetino per almeno 15 minuti</b>, da caldi potrebbero non staccarsi. Da freddi o tiepidi quindi li stacco e con il dito li <b>buco leggermente nel centro</b> in modo che poi il ripieno avrà più spazio. Procedo quindi con la seconda infornata.<br />
<br />
<br />
<b>La ganache per il ripieno:<br /></b>
è possibile preparala prima, durante o dopo la preparazione dei macaron. <br />
La procedura che seguo per preparare la ganache è fondamentalmente quella illustrata in questo <b>bellissimo <a href="https://www.youtube.com/watch?v=04ElUVrOglA" rel="nofollow" target="_blank">video della Valrhona</a></b>.<br />
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Prima di tutto spezzetto il cioccolato fondente e bianco in una boule e nel microonde la faccio sciogliere/semi sciogliere.
Poi riprendo il latte con i chicchi in infusione ed aggiungo la polvere di Nescafè e faccio scaldare con il microonde molto bene. Il <b>liquido dovrà essere molto caldo</b> praticamente bollente. Verso quindi circa <b>1/4 del liquido nella cioccolata fusa filtrandolo</b> con un colino per eliminare i chicchi di caffè. Mescolo con una marisa il cioccolato con movimenti circolari fino ad ottenere un pasta molto densa e probabilmente opaca. Aggiungo <b>una secondo quarto del liquido </b>e mescolo fino ad ottenere una pasta meno densa e probabilmente lucida. A questo punto <b>trasferisco il mix di cioccolato in un bicchiere per il frullatore ad immersione ed aggiungendo un'altro quarto di liquido</b> e facendo attenzione a non incorporare aria faccio andare fino ad ottenere una <b>emulsione liscia e lucidissima</b>, ci vorrà un paio di minuti. A questo punto <b>la ganache è stabile e aggiungo la parte finale del liquido usando ancora il frullatore</b>. <br />
La ganache è pronta, ma essendo calda ed avendo tanto cioccolato bianco <b>ci metterà un po' di tempo a cristallizzare</b> ovvero a "tirare" ed indurirsi a punto giusto di utilizzo. Questa ricetta di ganache anche tenuta in frigo sul ripiano più alto dovrebbe rimanere pastosa e "strizzabile" dalla sac a poche. Potete lasciarla a temperatura ambiente e nel giro di qualche ora sarà a giusta densità oppure potete metterla nel frigo qualche minuto avendo in ogni caso l'avvertenza è ndi controllarla ogni tanto e verificare la stabilità dell'emulsione. <br />
A <b>densità raggiunta o quasi potete trasferirla in una sac a poche senza bocchetta </b>tanto non serve. La densità giusta della ganache per riempire i macaron è quella di una crema spalmabile consistente. Se per caso la ganache si fosse indurita troppo nel frigo basterà tenerla fuori qualche tempo o con molta cautela e per pochissimi secondi scaldarla nel microonde. <br />
<br />
<b>Riempiere e formare i macaron:</b><br />
Finalmente siamo alla fase finale e basterà porzionare una nocciola grande di ganache e accoppiare i gusci. I dolcetti così composti <b>non possono essere consumati subito</b> perchè i gusci sono troppo secchi e dovranno avere tempo di assorbire umidità dal ripieno. Il tempo statuito è di <b>riempirli almeno 24H prima di consumarli</b> tenendoli nel frattempo nel frigorifero e spostarli fuori per consumarli a <b>temperatura ambiente almeno un paio di ore prima</b>. I Macaron farciti durano circa 4/5 giorni. Io di solito li tengo in frigo all'interno di una scatola di latta ben chiusa. I gusci, mi dicono, possono essere congelati vuoti ed alcuni dicono anche già ripieni. Io non ho mai provato finora. <br />
</span></span></span>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-27036912647611839472021-03-14T16:21:00.004+01:002022-12-30T15:56:42.594+01:00SAGNE IN BICICLETTA CON I FAGIOLI RITROVATI<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOsEX_ZpfWvzulVK1Mm_yDClcR6YvyECR41ZbV8D_m2RM-i1-Cqfd-uTR2yZ_dVmbSW58VfT6kytI5rOaUZsbBdPGgYri2yOtWwkQU1rjLhx3CbxvbKJxOtIFxNqV3b5GfksIZyaoXPBOF/s0/IMG_2823.JPG" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="sagne" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOsEX_ZpfWvzulVK1Mm_yDClcR6YvyECR41ZbV8D_m2RM-i1-Cqfd-uTR2yZ_dVmbSW58VfT6kytI5rOaUZsbBdPGgYri2yOtWwkQU1rjLhx3CbxvbKJxOtIFxNqV3b5GfksIZyaoXPBOF/s0/IMG_2823.JPG" title="sagne" /></a></div>
Oggi un post, doppia ricetta. In pratica una <a href="http://www.traccedicibo.com/2009/09/e-allora-sagne-e-fagioli.html" rel="nofollow" target="_blank">sagne e fagioli bis</a> destrutturata in due separate ricette per dare il giusto risalto alle povere sagne, che non avevo ancora mai postato, ma soprattutto al miracolo dei fagioli al sugo!... ovviamente non ci state capendo molto ma seguitemi, questa volta il delirio sarà breve. Prometto.<br />
<br />
Iniziamo con spiegare cosa sono le sagne per i non abruzzesi e perchè la bicicletta. <br />
Le <b>sagne</b> sono appunto un tipo di <b>pasta bianca corta circa 5 cm e larga circa mezzo centimetro e piuttosto spessa</b>. Si usa in molti primi come per esempio <a href="http://www.traccedicibo.com/2010/09/sagne-ceci-e-cozze.html" rel="nofollow" target="_blank">sagne ceci e cozze</a>, ma l'<b>utilizzo principe è di certo con i fagioli</b>.<br />
La <b>bicicletta</b> invece è quell'aggeggio che si vede sul fondo della fotografia, non chiedetemi perchè si chiami così, ma serve per <b>tagliare la pasta in modo regolare e veloce</b>. Non è uno strumento semplicissimo da usare secondo me, bisogna prenderci la mano, ma una volta imparato permette di velocizzare il taglio della pasta e soprattutto di renderlo regolare. Ovviamente non è un attrezzo essenziale in cucina, si può tagliare a mano libera, ma visto che Gio me l'ha regalato per Natale non volete che ve lo sfoggi per produrre precississime sagne?😎<br />
<br />
E veniamo ai <b>fagioli</b> e permettetemi un breve riassuntino per farvi capire la <b>storicità dell'evento</b>.<br />
Pasta (leggi sagne) e fagioli è il mio piatto preferito; ma non un sagne e fagioli qualsiasi, <b>quello come lo cucinava la mia mamma: sugoso denso e vellutato</b>. Disgraziatamente, fino ad ora, nonostante le dritte di prima mano non ero mai riuscita a produrre un piatto di pasta e fagioli decente. Un paio di anni fà mi sono letteralmente commossa davanti ad un piatto di cazzarielli (pasta tipica della Val di Sangro) e fagioli uguali uguali a quelli di mamma unica differenza il tipo di pasta. Ho pregato la cuoca di darmi la ricetta e niente, mi sembrava di parlare con mamma, istruzioni identiche alle sue, non ci ho manco riprovato...<br />
<br />
Mi ero rassegnata a non mangiare mai più il mio piatto preferito quando un paio di mesi fa <b>inaspettatamente la svolta</b>.
Sarà che ormai non resta molto altro che cucinare e mangiare (a casa), ma mi sono ritrovata a comperare chissà perchè un pacchetto di fagioli secchi. Con pochissime aspettative li ho messi a bagno e la mattina dopo ho iniziato a prepararli insieme al sugo ed alle sagne e... Miracolo! <b>sarò stata teleguidata "Ratatouille-mode" da lassù</b> non so, ma finalmente, finalmente! I fagioli ed il loro sugo mi sono <b>venuti esattamente come dovevano.</b> Che emozione! mi sono scritta immediatamente ogni dose e passaggio nel terrore di dimenticare qualcosa. Incredula del risultato, dopo qualche tempo, ho riprovato a cucinarla per accertarmi che non fosse stato un caso unico, e confermo... la <b>ricetta c'è</b>! <br />
<br />
Quindi ora non potete non capire la mia gioia nel condividere finalmente dopo anni la ricetta per LA pasta fagioli.
Ed ecco qui sotto la foto dei miei preziosissimi fagioli al sugo, solo fagioli, perchè Giò a mia insaputa si è mangiato il set fotografico prima che avessi scattato almeno una foto...
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuzlFeN8uqHQlh_vARew33jP8XfJtr2W_Cq-2YrhkMWH7zCnKhzb2vSaUC7iasbLAd1XjXFIeYYa3lyAawhpxMPkwYo6c-W9GPnuyKDhP-brlIWWdy1zuuYrlQrE4vKX2_euW_M-cRkMrN/s0/IMG_2843.JPG" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="sagne e fagioli" data-original-height="1365" data-original-width="2048" faborder="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuzlFeN8uqHQlh_vARew33jP8XfJtr2W_Cq-2YrhkMWH7zCnKhzb2vSaUC7iasbLAd1XjXFIeYYa3lyAawhpxMPkwYo6c-W9GPnuyKDhP-brlIWWdy1zuuYrlQrE4vKX2_euW_M-cRkMrN/s0/IMG_2843.JPG" title="sagne e fagioli" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3yRUUhjaQqV-dUp81fIJ0T3yBRCU2tA5P7pQNprIJ6znrjJ1IJ0EsjNVIBAG094VB_QB_FiUo29d7ByAMZ3IbqGdYou6OpcZmVqq5eEsZ4DtdPFoV3BpdJyD-Z5WYF8aXPfnCXHwZ_SAj/s2048/IMG_2828.JPG" style="clear: right; display: block; float: right; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="sagne" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3yRUUhjaQqV-dUp81fIJ0T3yBRCU2tA5P7pQNprIJ6znrjJ1IJ0EsjNVIBAG094VB_QB_FiUo29d7ByAMZ3IbqGdYou6OpcZmVqq5eEsZ4DtdPFoV3BpdJyD-Z5WYF8aXPfnCXHwZ_SAj/s320/IMG_2828.JPG" title="sagne abruzzesi" width="320" /></a>
<span style="background-color: #f3f3f3;">
<span><span style="font-family: Architects Daughter;">
<span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">SAGNE ABRUZZESI</span><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">farina di grano duro</span></strong> 500 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">acqua tiepida</span></strong> 250 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">sale fino</span></strong> 3 pizzichi<br />
<br />
le dosi sono per 4/5 porzioni.<br />
<br />
Metto la farina con il sale nella boule della impastatrice e faccio andare con il gancio impastatore versando a filo l'acqua tiepida e faccio impastare almeno 5 minuti e comunque fino a quando la pasta non risulta bella liscia.<br />
<br />
Metto a riposare la pasta per un'oretta avvolta in un sacchetto di plastica in modo da non far seccare l'impasto. <br />
Passato il tempo di riposo taglio il panetto in 6 pezzi regolari e li lavoro uno alla volta con la sfogliatrice alla dimensione più larga, poi riduco leggermente lo spessore (il nr 2 dell'accessorio Kenwood) in modo da avere una sfoglia spessa circa un millimetro abbondante. <br />
<br />
Una volta ottenute le sfoglie dello spessore desiderato posso procedere con la formazione delle sagne: bisognerà ricavare dalle sfoglie dei <b>rettangolini larghi mezzo centimetro e lunghi circa 5 centimetri</b>. Se avete la "bicicletta" basterà provvedere a tagliare prima tante strisce da mezzo centimetro nel verso più lungo della sfoglia, poi tagliare le strisce con la bicicletta tarata a 5 cm di lunghezza.<br />
Per tagliare a mano basterà arrotolare ogni sfoglia per il senso della lunghezza in modo da riuscire a tagliare ed ottenere delle strisce con un normale coltello ben affilato come per le tagliatelle, poi srotolate le strice ottenute e tagliatele di 5 cm circa di lunghezza.<br />
La pasta per tenere bene la sua forma dovrebbe riposare e seccare all'aria per almeno un'oretta e usando abbondante farina per non farle attaccare. Una volta seccata la pasta può essere cotta o congelata. <br />
<br />
La cottura sia per la pasta fresca che congelata è di circa 5 minuti e comunque quando viene a galla nell'acqua bollente.<br />
<br />
</span></span></span>
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhywrGiyYzU-qi-AM-2rWpm3ADGgUtY4UxBiKUlEzbtSZ2HCNNbCvsefYTb6ASMUlh5TFLU4nPKXvFCxLgJ4LFYf7C3lk8SK2puELfyvI5W-iCQuBz5KhEzed1Ox4cJn5Tbfye9QnQdCxb9/s2048/IMG_2851.JPG" style="clear: right; display: block; float: right; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="fagioli per le sagne" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhywrGiyYzU-qi-AM-2rWpm3ADGgUtY4UxBiKUlEzbtSZ2HCNNbCvsefYTb6ASMUlh5TFLU4nPKXvFCxLgJ4LFYf7C3lk8SK2puELfyvI5W-iCQuBz5KhEzed1Ox4cJn5Tbfye9QnQdCxb9/s320/IMG_2851.JPG" title="fagioli per le sagne" width="320" /></a>
<span style="background-color: #f3f3f3;">
<span><span style="font-family: Architects Daughter;">
<span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">I FAGIOLI... PER LE SAGNE!</span><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">fagioli Borlotti o Stregoni secchi</span></strong> 400 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Passata pomodoro Mutti</span></strong> 700 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">triplo concentrato Mutti </span></strong> 65 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">cipolla bionda </span></strong> 1/2 media grandezza<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">peperoncino in polvere</span></strong> qb<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">olio EVO</span></strong> qb<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">sale</span></strong> qb<br />
<br />
le dosi sono per 4/5 porzioni da addizionare con le sagne.<br />
<br />
Prima di tutto metto a bagno i fagioli in acqua pulita la sera prima. I fagioli canonici sono quelli Borlotti ma, confesso, mi è capitato di sbagliare e confondere gli Stregoni per Borlotti e posso dire che sono ottimi anche questi. In effetti sono per certi versi una varietà di Borlotti.<br />
La mattina sciacquo i fagioli e li metto in una pentola ed aggiungo circa 1 litro di acqua e comunque fino ad averne un paio di dita sopra i fagioli. Accendo a fuoco medio per circa 30 minuti. Elimino l'eventuale schiumetta bianca man mano che si forma in superficie.<br />
<br />
Nel frattempo trito la cipolla e la metto con un buon giro d'olio ed il peperoncino a soffrigere in una pentola capiente che dovrà poi contenere anche i fagioli. Aggiungo poi la passata di pomodoro e l'acqua necessaria per "pulire" la bottiglia dai residui di pomodoro. Faccio andare il sugo a fuoco medio.<br />
<br />
Passata la mezz'ora di cottura dei fagioli provvedo a travasarli con tutta la loro acqua nella pentola con il sugo, aggiungo il concentrato di pomodoro e proseguo la cottura a fuoco medio/basso <b>coprendo parzialmente con un coperchio</b>. Faccio proseguire la cottura per circa un'ora. Passato il tempo aggiungo finalmente il sale e assaggio per verificare se devo aggiustare di olio e/o peperoncino ma soprattutto la cottura dei fagioli. <br />
La <b>densità giusta del sugo</b> è quando infilando un <b>cucchiaio di metallo rimane leggermente velato</b> dal sugo. <br />
Se il sugo è troppo liquido, ed i fagioli sono già cotti, potete aggiungere altro concentrato di pomodoro e proseguire qualche minuto la cottura fino ad avere la densità voluta. Se invece i fagioli sono cotti, ma il sugo è troppo denso, si può sempre aggiungere sufficiente acqua per diluirlo. Ricordatevi che se utilizzerete questi fagioli per le sagne e fagioli le sagne tenderanno ad assorbire liquido e quindi il risultato finale sarà leggermente meno liquido. <br />
<br />
I fagioli possono essere congelati in attesa di essere consumati o tenuti in frigo per un paio di giorni. Ovviamente i fagioli così cotti possono esere consmati anche da soli per esempio con delle bruschette, ma ovviamente danno il loro meglio con le sagne.<br />
<br />
<b>Per le sagne e fagioli:</b> cuocere le sagne in acqua salata e scolarle nel sugo di fagioli caldissimo. Far <b>"innamorare" per 5 minuti</b> ovvero tenere nella pentola a fuoco spento e chiuso con un coperchio prima di impiattare.
</span></span></span>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-58376240007260134802021-03-06T13:02:00.005+01:002021-05-17T11:33:10.076+02:00I CARCIOFINI SOTT'OLIO E IL POST STREGATO<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/03/i-carciofini-sottolio-e-il-post-stregato.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="carciofini sott'olio" title="carciofini sott'olio" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjnb6oE0aXmYRsW4PfgAi0d_Bb6MLnArPGXwdyGgt07FQdTwaa8ZrntfvcZHzFgUfLTLLPjH3Kb_7Ii9vn-TbKO0WcA2sFdskhau-wlMUJ-VkmeprwR_gXg0JBl9_b5eXwkwiiK0QTH1fu/s0/IMG_2873.JPG" /></a></div>
Incrociamo le dita e vediamo se questo ennesimo tentativo vedrà la luce...<br />
Ho pensato che magari cambiare strategia e fare il post PRIMA di aver cucinato romperà l'incantesimo maledetto che aleggia sul post di questi benedetti <b>carciofini sott'olio</b>...<br />
<br />
Si perchè non ci posso davvero credere che in tutti questi anni non sia ancora riuscita a postare una delle ricette cardine della mia educazione culinaria, una pietra miliare dei miei ricordi d'infanzia al pari della <a href="http://www.traccedicibo.com/2009/10/pasta-allintendente-per-voiello.html" rel="nofollow" target="_blank"><b>Pasta all'Intendente</b></a>. <br />
Il <b>rito dei carciofini sott'olio</b> è sempre stato appunto un rito con tutta la sacralità del caso <b>perpetuato in tandem dai miei genitori</b>, mio padre in testa che torniva e cesellava ogni benedetto carciofino come se fosse una sua creatura. Mia madre, invece, si anneriva le mani togliendo foglie su foglie ed io bambinetta seduta allo stesso tavolo in cucina che mi divertivo a far fare capriole ai carciofini nel succo di limone. <br />
<br />
<b>Ogni santo anno, di questo periodo, il rito si ripeteva con precisione da Intendente di Finanza</b> (qual'era mio padre) e tutto veniva annotato in ogni dettaglio: dal peso lordo e netto dei carciofini, al costo degli ingredienti, al tempo di cottura per finire all'ora di inizio e di fine della produzione... <br />
Ricordo perfettamente il grande vaso di vetro quasi un <b>orcio trasparente in cui venivano posizionati con la massima cura i carciofini a riposare</b> nell'olio e lo stoccaggio in dispensa in attesa dei mesi necessari per poter venire finalmente assaggiati. <br />
<br />
Questo rito si è interrotto, secondo gli appunti meticolosi di papà, nel 1986 non so se per caso o per motivo del mio trasferimento fuori casa per studiare. Fatto sta che <b>questa tradizione è andata nel dimenticatoio</b> fino a quando nel 2004, durante una breve vacanza a casa per il ponte del 2 giugno, ho visto al supermercato un cassone pieno di carciofini, ultimissima gettata dato il periodo tardo. E' stato come un flash e ricordo che ho incominciato ad agitarmi e Gio a guardarmi malissimo; tra l'eccitazione ho spiegato per sommi capi e sotto il suo sguardo molto dubbioso ho comperato (dicono i miei meticolosi appunti) 6,43 Kg di carciofini. Tornata a casa ho cercato e fatto vedere a Gio gli appunti di Papà e mi sono messa a scarciofare sotto gli occhi sempre più dubbiosi di Gio. Produssi 2 kg di carciofini ed a settembre, quando furono pronti, nacque un nuovo amore per Gio che addirittura saltuariamente aiuta a scarciofare in duo con me scimmiottando lui nella parte di mamma che si annerisce le mani sfogliando a più non posso ed io nel ruolo di papà che tornisco ogni singolo prezioso carciofino.<br />
<br />
Da quel 2004 a Pescara, quando ho scarciofato per la prima volta da sola e dopo anni, <b>cerco sempre di portare avanti la tradizione e ripetere il rito annuale</b>, a volte purtroppo ho saltato per mancanza di materia prima, tempo...o lockdown... <br />
Capite ora come per me è assolutamente assurdo pensare che dato il valore affettivo e storico di questa ricetta non sia mai riuscita a pubblicarla? E non che non ci abbia mai tentato, per almeno due volte ho fatto foto e abbozzato testo, ma niente... <br />
Ieri, di nuovo per caso, dal fruttivendolo ho visto questa <b>bellissima cassettina di carciofini</b> che vi ho fotografato e ho dovuto prenderla, <b>giurando che questa volta sarà la volta buona</b> e appunto non voglio aspettare la produzione. <br />
<br />
Ho anche pensato che, visto che questi carciofini sono davvero i primi della stagione, pubblicando così in tempo la ricetta magari qualcuno di voi vorra tentare l'avventura. Vi assicuro che la<b> ricetta è semplicissima</b>, bisogna solo avere la pazienza di <b>aspettare qualche mese per poter assaggiare il frutto della vostra fatica</b>, ma una volta assaggiati non vorrete più comperare un carciofino industriale.<br>
<br>
Una annotazione tecnica prima di lasciarvi alla ricetta: per produrre degli ottimi carciofini sott'olio bisogna <b>aspettare la primavera (marzo/maggio) perchè ci vorranno le ultime buttate </b>che produrrano appunto <a href="https://www.colturaecultura.it/articolo/quante-varieta-di-carciofi-ad-ognuno-il-suo#" target="_blank" rel="nofollow">carciofi piccolini</a>. Ovviamente i carciofi da utilizzare <b>sono di varietà non spinosa</b> se non volete martoriarvi le mani. <br>
Infine visto la fatica di pulirli, cuocerli, asciugarli, invasettarli, aspettare mesi, vi direi che non vale la pena di fare la prova con meno di 5/6 kg di carciofini da pulire dato che <b>mediamente il peso pulito del carciofino pronto per la cottura sarà di circa il 30% (massimo 50%) del peso del carciofo da pulire</b> come statistica mi insegna...<br>
<br>
NB <b>scarciofare</b>: adoperarsi nell'attività di produrre carciofini sott'olio buonissimi.😍<br>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/03/i-carciofini-sottolio-e-il-post-stregato.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="carciofini sott'olio" title="carciofini sott'olio" border="0" data-original-height="1280" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUHGRuPe_uZ82hX3SGbremzljzBm46Hj1gRygSmPs43RG2xYbm9Ybc3NoucbcELdqELijf9h4WHy4iFK-EvO10CV7PP0KhpYiz4qY1TSPDd_t16equiLvKx84CgMfdvXZb3jNwA6bXrkKR/s0/carciofini.jpg" /></a></div><br>
<br>
<span style="background-color: #f3f3f3;">
<span><span style="font-family: Architects Daughter;">
<span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">CARCIOFINI SOTT'OLIO</span><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">carciofini taglio piccolo non spinosi</span></strong> 6/8 Kg da pulire (*)<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Limoni</span></strong> 4/5 circa<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Aceto bianco</span></strong> 1,5 lt<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Vino bianco</span></strong> 0,75 lt (comunque il 50% dell'aceto)<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Alloro</span></strong> circa 30 foglie<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Pepe nero in grani</span></strong> qb<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Olio EVO</span></strong> circa 2 lt<br />
<br>
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Materiale:</span></strong> vasetti per conserve<br />
<br>
le dosi sono per circa il 30% (max 50% dipende dalla qualità) del peso dei carciofini da pulire.<br>
<br>
(*) consiglio anche se è la prima volta di non fare meno di 5/6 kg di carciofini da pulire in quanto il risultato finale edibile sarà solo il 30% circa del peso iniziale. Inoltre consiglio di non fare più di 8/9 kg alla volta perchè il processo è lungo e laborioso.<br>
<br>
La prima fase della ricetta richiede la <b>pulitura accurata del carciofino</b>. <br>
Per fare questo armatevi di panzienza, un coltello affilato il succo di limone in una ciotola piccola ed una ciotola grossa che conterrà il prodotto finito. I carciofi andranno <b>sfogliati fino ad arrivare alle foglie tenere</b> (si riconosce dal colore la base non è più verde ma giallina), con un coltello ben affilato <b>eliminare con un taglio netto le punte dure </b>del carciofo e <b>rifilare la base</b>. Tuffate subito il <b>carciofo nel succo di limone</b> e lasciatelo lì mentre ripetete l'operazione con i prossimi carciofi. Quando la ciotola con il limone sarà piena spostate i carciofini nella ciotola grande vuota. Non preoccupatevi non anneriranno più se li avete ben bagnati del succo.<br>
Procedete così fino a pulire tuti i carciofi. Non preoccupatevi dell'enorme sfrido, purtoppo per i carciofini c'è bisongo del cuore tenero e lo <b>sfrido dipende anche dalla qualità della materia prima</b>. Più sono freschi e scelti meno sfrido avrete, negli anni posso dirvi che una media di prodotto finito pari al 30% del peso iniziale è normale, a volte in caso di ottimo materiale sono arrivata ad avere il 50% ma sono davvero eccezioni. <b>Non rischiate di lasciare più foglie dure del dovuto e rovinare tutto il lavoro</b>.<br>
<br>
Dopo la fase di pulitura si inizia con la <b>fase di cottura</b>. <br>
In una capiente pentola mettete il vino, l'aceto, 2/3 foglie di alloro, qualche grano di pepe e un paio di fette di limone e portate a bollore. <br>
Se durante la fase di pulitura vi siete accorti che ci sono <b>diverse pezzature di carciofino</b> vi potrebbe convenire dividerle per avere una cottura perfetta. Una suddivisione potrebbere essere grandi, medi e piccolissimi. Fatelo solo se vedete che veramente avete nella media diversi tagli, se invece sono praticamente tutti uniformi potete tranquillamente cuocere tutto insieme.<br>
Una volta arrivato a bollore il liquido di cottura versateci i carciofini e fate <b>cuocere per pezzatura normale/media 8 minuti</b>. Per pezzature grandine potete aumentare di un paio di minuti la cottura, se avete pezzatura piccolissima non meno di 5 minuti.<br>
Una volta cotti i carciofini vanno prelevati con una schiumarola e <b>posizionati su un canovacci pulito ed asciutto a TESTA IN GIU' e resteranno li ad asciugare per almeno 12 ore</b>. Vanno posizionati a testa in giù per far scolare perfettamente il liquido di cottura. <br>
<br>
L'ultima fase è quella del <b>confezionamento dei vasetti.</b><br>
Dopo aver fatto ben asciugare all'aria i <b>carciofini vanno posizionati nei vasetti a TESTA IN SU'</b>. Vanno posizionati a testa in sù perchè così i carciofi si riempiranno perfettamente di olio al loro interno. I <b>vasetti vanno composti a strati</b>: uno strato di cariciofini si termina con una foglia di alloro e dei grani di pepe e si continua fino all'imbocco del vasetto. Una volta riempiti tutti i vasetti va <b>versato l'olio di oliva fino a copertura dell'ultimo strato</b>. I vasetti vanno chiusi TEMPORANEAMENTE e non messi a conservare. <b>Dopo un paio di giorni riaprite i vasetti e controllate il livello dell'olio di sicuro sarà sceso e rabboccatelo</b> di nuovo fino a coprire abbondamentemente tutto. Questa volta richiudete e potete <b>riporre in luogo fresco e buio i vasetti</b> in attesa che succeda il miracolo di bontà.<br>
Nel dubbio nei mesi potrete aprire a campione e controllare se per caso fosse necessario altro olio. <br>
<br>
<b>Non è necessario il sottovuoto o sterilizzare i vasetti una volta riempiti</b>: la cottura in vino e aceto mette al riparo da qualsiasi ipotetico problema di conservazione. I miei genitori addirittura conservavano in un vasone senza neanche chiusura ermetica. In decenni di produzione e consumo di carciofini non ho mai avuto un problema di salute e/o carciofini guasti.<br>
<br>
<b>I carciofini saranno pronti non prima di sei mesi dalla produzione.</b><br>
Il <b>riposo prolungato è essenziale per avere il prodotto ottimale</b>. In questo tempo infatti i carciofini perderanno il forte sapore di aceto e si impregneranno bene nell'olio. La <b>qualità dell'olio è essenziale</b> per una riuscita ottimale. Se proverete a consumarli prima avrete un prodotto acido e sgradevole. <br>
</span></span></span>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-13959129914871860222021-02-13T09:36:00.007+01:002021-05-17T11:32:42.322+02:00DAL TRENTINO CON FURORE... KNODEL SPECK<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/02/dal-trentino-con-furore-knodel-speck.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="canederli allo speck" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" img="canederli allo speck" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5VZp7NJStoBVHE94aLZBhZuTlxFXAl0pSqDrn_2As_MZ0h-nYQBAnJFtF9AZRhnlJPQmIbxFRCt3UlDwmMxjb7ievnrNL3O0hko9UI3wAYd-5J-sAP-c6A_5F5g4WyrkiNRwgjREEhxV6/s0/IMG_2813.JPG" title="canederli allo speck" /></a></div>
Nel timore di essermi piemontizzata un po' troppo dato il tenore delle ultime ricette postate, ecco qui cambio zona e salto in Trentino per una delle specialità più golose: i <b>Canederli</b>. <br />
<br />
Io li ho scoperti solo pochi anni fa visitando per la prima volta quelle zone stupende ed è stato amore a prima vista per queste pallotte morbide e saporite che, sfidando le leggi della fisica, rimangono sode e compatte nel loro bagnetto di brodo. In particolare infatti io amo quelli allo <b>speck</b>, così semplici e saporiti e <b>gli unici serviti in brodo oltre che al burro</b>. Gli altri Canederli tradizionali sono al <b>formaggio</b>, per me improponibili, e agli <b>spinaci</b>. <b>Molto spesso vengono serviti in un trittico conditi con il burro fuso e qualche erba aromatica</b>.<br />
<br />
Ora si da il caso che poco tempo fa ho scoperto che nel sito dove ordino speck ed altre specialità trentine dalle macellerie locali ho visto il <b><a href="https://www.h-h-shop.com/Specialita-Tirolesi/Pane-Schuettelbrot/Pane-per-Canederli-Trenker-200-gr::256.html" rel="nofollow" target="_blank">pane per i Canederli</a></b>...non ci ho pensato su due volte e l'ho comperato! E sì, perchè per poter sfidare le leggi della fisica di cui sopra, ovvero sopravvivere alla cottura ed eventuale successivo bagnetto in brodo, il trucco c'è e si chiama appunto pane per Canederli. <br />Ma cos'è direte voi pane magico? No è semplicemente il tipo di pane giusto, tagliato della grandezza giusta, e fatto seccare...il giusto...🤷♀️ <br />
<br />
Inutile dire che quando è arrivato il mio bel pacco avevo già il mio <a href="http://www.traccedicibo.com/2009/12/il-brodo-di-carne.html" rel="nofollow" target="_blank">brodo di carne</a> pronto...e non sarei proprio onesta se omettessi di dire che i primi Canederli sono rovinosamente morti annegati per disfacimento totale mentre cuocevano...🤦♀️ <br />
Ma! ma, ma... per fortuna ne avevo altri di riserva e dopo averli pressati tantissimo tipo buco nero ed aver scoperto il trucco di lisciarli fino a sentire un velo gelatinoso intorno alla polpetta...ho salvato la cena e la faccia con Gio che se la sghignazzava. <br />
<br />
Quindi, ricapitolando: la ricetta è semplice , davvero, basta avere gli ingredienti giusti, la ricetta giusta e seguirla pedissequamente. Qui di seguito vi metto quella ormai più volte testata dei miei amatissimi <b>Knodel speck</b> ovvero Canederli allo speck. E vi aggiungo il decalogo delle sette cose da fare/non fare per una riuscita perfetta.<br>
<br>
<b>Giuramento del perfetto Canederlista in erba</b>:<br>
1.Giuro che userò solo pane con su scritto specificatamente <b>pane per Canederli</b>.<br>
2.Giuro che<b> farò riposare il mio impasto</b> prima di dar forma alle mie amate pallotte e prima di cuocerle.<br>
3.Giuro che questa volta <b>seguirò pedissequamente la ricetta</b> senza fare aggiunte e/o variazioni.<br>
4.Giuro che mai, neanche sotto tortura, userò del <b>latte caldo</b> nell'impasto.<br>
5.Giuro che mi<b> inumidirò le mani</b> per formare ogni mia amata pallotta e le liscerò con amore.<br>
6.Giuro che cuocerò le mie amate pallotte solo in<b> acqua calda al di sotto del bollore</b>.<br>
7.Giuro che se è la prima volta o se ho dei dubbi cuocerò un <b>Canederlo di prova</b>.... vero??!<br>
<br>
In bocca al Canederlo e fatemi sapere.<br />
<br>
PS: da ultimo una curiosità, pare che per il Bon Ton del Canederlo non vadano mai tagliati con il coltello ma solo con la forchetta. Tagliarli con il coltello sarebbe un'offesa che equivarrebbe a dire che sono troppo duri.
<div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/02/dal-trentino-con-furore-knodel-speck.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="canederli allo speck" border="0" data-original-height="1206" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTLCxIyE83IE2pFvm2AGFbC2QXuLAhSCsfwJScB_1SWRbJSUgkRZ8yMScyDh4RJu607xh8hNg-nMUCn7P2KPjwQSsdLuoHoqoDV9qFscE1wm8qwEZAYAbnF3mVbHd4fSsPbQob-7D_NVFF/s0/IMG_2807.JPG" title="canederli allo speck" /></a></div>
<br />
<span style="background-color: #f3f3f3;">
<span><span style="font-family: Architects Daughter;">
<span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">CANEDERLI ALLO SPECK</span><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;"><a href="https://www.h-h-shop.com/Specialita-Tirolesi/Pane-Schuettelbrot/Pane-per-Canederli-Trenker-200-gr::256.html" rel="nofollow" target="_blank">Pane per Canederli</a></span></strong> 200 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Speck</span></strong> 110 gr in fette alte 4/5 mm<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Cipolla bionda</span></strong> 30 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Burro leggermente salato</span></strong> 30 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Uova</span></strong> 3 medio/grandi<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Farina 00</span></strong> 40 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">latte intero</span></strong> 100 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Erba cipollina</span></strong> 12 gr<br />
sale<br />
<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">per servire:</span></strong> <a href="http://www.traccedicibo.com/2009/12/il-brodo-di-carne.html" rel="nofollow" target="_blank">brodo di carne</a> o burro fuso ed erba cipollina<br />
<br />
le dosi sono per 7 canederli da 92 gr circa l'uno<br />
<br />
Taglio delle fette di speck (o fatevele tagliare dal salumiere) alte 4/5 mm e poi a dadini sempre della stessa dimensione. Non esagerate con le <b>dimensioni dello speck</b> perchè se sono <b>troppo grandi potrebbero dare fastidio</b> nella creazione del Canederlo e creare spigoli che possono far infiltrare l'acqua in cottura. Divido la parte grassa dello speck da quella magra.<br />
<br />
Proseguo tagliando a dadini sempre di 4/5 mm la cipolla che metto in una padella insieme al burro ed ai dadini di grasso dello speck. Faccio <b>rosolare a fuoco vivace fino a doratura</b>, spengo e tengo da parte.<br />
<br />
Nel frattempo che si raffredda il composto in padella in una ciotola rompo le uova, aggiungo tre pizzichi abbondanti di sale, il <b>latte freddo di frigo</b>, l'erba cipollina tritata ed infine il composto rosolato della padella. Sbatto velocemente il tutto con una forchetta fino ad ottenere un composto omogeneo. Il latte non deve essere caldo perchè potrebbe rendere l'impasto troppo morbido.<br />
<br />
In una terrina capiente verso il pane per Canederli, i dadini di speck (la parte magra) e la farina. Mescolo velocemente con l'aiuto di un cucchiaio in modo da spargere uniformemente la farina, quindi verso il composto liquido di uova che contiene il resto degli ingredienti. Mescolo un'ultima volta cercando di <b>assicurarmi che la parte liquida si sia distribuita uniformente</b> e così possa reidratare il pane secco. Non serve mescolare tanto.<br />
<br />
A questo punto è <b>tassativo far riposare il composto 30 minuti</b> in modo che la parte liquida abbia il tempo di reidratare il pane ed assorbire la farina. Dopo il riposo si passa alla formazione dei Canederli. Io che sono una precisina <b>peso ogni volta l'impasto prelevato</b> in modo da avere <b>Canederli tutti dello stesso peso/dimensione</b> che oltre ad essere più gradevoli visivamente <b>cuoceranno anche nello stesso tempo/modo</b>. In particolare se avete una bilancia elettronica con la tara io faccio così: metto la terrina sulla bilancia, accendo, prelevo il quantitativo (circa 94 gr), formo il Canederlo, azzero la bilancia usando la funzione tara, ripeto... <br />
<br />
La <b>formazione corretta del Canederlo è essenziale</b> affinche resti unito e non si spappoli in cottura. <br />
Prima di tutto mi<b> inumidisco le mani</b>, prelevo il giusto quantitativo di impasto ed incomincio a <b>creare una palla compattando l'impasto usando tutte e due le mani</b>. <b>Non abbiate paura di compattare troppo</b> perchè non saranno duri dopo la cottura. Il Canederlo è pronto e formato correttamente quando sentirete che il Canederlo è <b>liscio senza asperità ed è avvolto da un leggero velo di amido tutto intorno</b>. Questo velo liscio creato dall'amido assicura che il Canederlo è ben sigillato e che in cottura non si aprirà rovinosamente.<span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;"><br />
Se avete usato il pane giusto e dosato gli ingredienti come da ricetta <b>non dovreste avere problemi con la consistenza dell'impasto</b>, ma nel caso in cui vi sembri davvero eccessivamente morbido potete aggiungere un cucchiaio di farina. <br />
Proseguo con formare tutte i Canederli e poi li lascio <b>riposare almeno 20 minuti prima di cuocerli</b>. <br />
Dopo il tempo di riposo possono essere cotti oppure congelati.<br />
<br />
Per la cottura: sia che decidiate di servirli in brodo che al burro fuso <b>vanno sempre cotti in acqua</b>. Non cuocerli nel brodo vi assicurerà che resterà limpido per il servizio. Per la cottura quindi prendo un tegame di diametro sufficiente per posizionare i Canederli tutti su di un piano. Porto l'acqua a bollore, salo quindi abbasso il fuoco e con l'aiuto di una schiumarola poggio delicatamente ad uno ad uno i Canederli nell'acqua bollente e copro parzialmente con un coperchio. I Canederli devono <b>cuocere in acqua calda appena sotto il bollore</b> (non deve essere bollente perchè i Canederli rischierebbero di rompersi) per <b>15 minuti</b>. Se sono <b>congelati la cottura sale a 20 minuti</b>. Una volta cotti i Canederli vanno tolti dall'acqua con l'aiuto di una schiumarola e messi nel brodo caldo per il servizio oppure irrorati di burro fuso ed erba cipollina.
Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-54133019349960717122021-01-29T18:50:00.003+01:002021-02-05T13:17:48.628+01:00CANESTRELLI... MA QUELLI CANAVESANI<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/01/canestrelli-ma-quelli-canavesani.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="Canestrelli Canavesani" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" img="Canestrelli Canavesani" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjONLKkfy7bPZK-oxYsnrOMTkw_bXZVDyeoGF_ZxYB9W6QeOKpsjrkDAMN2ShTUw857sTjjsE86zlP9kqVz_ZWvVZP9m-svoZwgunlTZV73evpMH95QeKcX_TliMlPugR5V844K-Pywj1cG/s0/IMG_2782.JPG" /></a></div>
Allora, chiariamo subito... <br />
Per i non Canavesani: questi non sono i biscotti burrosissimi a forma di fiorellino con il buco in mezzo. <br />
Per i Canavesani: si lo sò! sono a quadrettini e tutti uguali, ma ho una banale cialdiera standard!<br />
<br />
Ok, sgomberato il terreno da malintesi e malumori, mi concentro sul presentarvi queste fraganti e golose cialdine tipiche della zona del...Canavese...appunto.<br />
Dovete sapere che queste deliziosi biscottini <b>accompagnano spesso il caffè</b> gentilmente offerto dai genitori di Gio e sono micidiali perchè una tira l'altra. Dico sempre "no basta questa è l'ultima!" ma <b>immancabilmente tuffo ancora la mano dalla scatola aperta d'avanti a me</b>; ed a vanificare definitivamente la mia già claudicante forza di volontà ci si mette il pacchetto "da portare a casa" che immancabilmente mi trovo in mano prima di andare via...<br />
<br />
Qualche giorno fà, dopo l'ennesima scena sopra descritta, ho pensato che io una cialdiera ce l'ho! magari non proprio <b>decorata come Canestrello Canavesano</b> DOC vuole, ma pur una cialdiera a spessore sottile e professionale. Quindi, in men che non si dica, ho chiesto e ricevuto la ricetta dai genitori di Gio che confesso mi ha messo alla prova con le equivalenze di peso...ma dico chi usa più i decilitri!? Ci ho messo i miei bei cinque minuti a realizzare che mezzo decilitro sono cinquanta millilitri. Grrrr... <br />
<br />
Va beh, prima di lasciarvi alla ricetta vi racconto un po' di storia attorno a questo biscottino che ho scoperto informandomi qua e la. Prima di tutto l'inflazionatissimo (a quanto pare) nome <b>"Canestrello" identifica biscotti di vario genere</b> da quelli più noti a forma di fiore di pasta frolla burrosa Liguri a quelli sottili e croccanti come cialde tipici di varie zone del Piemonte. Pare che il generico nome canestrello derivi dal fatto che tutti questi <b>biscotti si conservavano in canestri di vimini</b>. La nascita dei Canestrelli risale al medioevo e venivano prodotti per occasioni speciali come i matrimoni e il decoro sulla cialda era l'emblema della famiglia se nobiliare. La ricetta base prevede sempre uova, farina e burro e poi a seconda delle zone si aggiungono ingredienti/aromatizzazioni come vaniglia, limone, cacao, vino bianco, rhum...<br />
Nel caso del <b>Canestrello Canavesano la tradizione li vuole sia bianchi aromatizzati con vaniglia e limone/arancio, sia scuri al cacao</b>. Io li trovo tutti e due fantastici e vi lascio la ricetta per entrambe le versioni con qualche mia piccola personalizzazione rispetto alla ricetta ricevuta. 😇<br />
<br />
Concludo dicendo che la ricetta è molto semplice e di gran soddisfazione, l'unica "pecca" è che bisogna possedere una <b>piastra (elettrica o manuale) di spessore 1,5/2 millimetri</b>. Il disegno ovviamente è optional. Se volete comperarla il mio consiglio è di scegliere quella elettrica perchè per cialde così sottili è più facile avere risultati omogenei.<br />
<br />
Buon Canestrello!<br />
<br />
<span style="background-color: #f3f3f3;">
<span><span style="font-family: Architects Daughter;">
<span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">CANESTRELLI CANAVESANI WHITE & BLACK </span><br />
<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">WHITE VERSION: Limone & Vaniglia</span></strong><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Farina 00</span></strong> 340 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Zucchero semolato</span></strong> 170 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Burro Leggermente salato</span></strong> 115 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Uova</span></strong> 1 medio grande<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Grappa</span></strong> 50 ml <br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Vaniglia</span></strong> 1 baccello<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Limone non trattato</span></strong> 1/2 solo la scorza<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Olio essenziale di Limone</span></strong> 4 gocce<br />
<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">BLACK VERSION: Cacao amaro & Rhum </span></strong><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Farina 00</span></strong> 310 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Cacao amaro</span></strong> 30 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Zucchero semolato</span></strong> 170 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Burro Leggermente salato</span></strong> 115 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Uova</span></strong> 1 medio grande<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Rhum</span></strong> 50 ml <br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Olio essenziale di Arancia amara</span></strong> 4 gocce<br />
<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Attrezzatura:</span></strong> piastra per cialde 1,5/2 mm di spessore a forma <a href="https://cbeelettrodomestici.it/prodotto/modello-5035100/" rel="nofollow" target="_blank">unica</a> o <a href="https://cbeelettrodomestici.it/prodotto/modello-8020100/" rel="nofollow" target="_blank">diversa</a> <br />
<br />
le dosi sono per tantissimi canestrelli!<br />
<br />
Il procedimento per le due verioni è identico, salvo che per la versione "white" personalmente metto nel tritatutto lo zucchero con le scorze di limone e faccio andare fino ad ottenere un trito omogeneo. Questo passaggio non è necessario, si può semplicemente grattugiare la scorza di limone, ma io sono pigra! :)<br />
<br />
Metto nella boule del Kenwood la farina, il cacao o la scorza di limone (a seconda della versione), lo zucchero ed il burro freddo di frigo e tagliato a pezzetti e con la frusta K faccio sabbiare il tutto. Ovvero faccio amalgamare fino a quando il composto diventa come se fosse sabbia bagnata. <br />
A questo punto aggiunto l'uovo leggermente sbattuto insieme al liquore, l'olio essenziale e la vaniglia se presente e proseguo con la frusta K fino a quando non si compone la pasta.<br />
Metto a riposare la pasta nella pellicola alimentare formando un panetto alto circa un dito e di forma rettangolare il più possibile regolare perchè velocizzerà poi la pezzatura dei biscotti. Metto a riposare per circa due ore in congelatore.<br />
<br />
Passato il tempo di riposo tolgo la pasta dal congelatore e la taglio in cubetti il più possibile regolari in modo poi da stondare gli angoli e di formare delle palline poco più grandi di una nocciola. In questa fase la pasta deve essere il più fredda possibile perchè dopo qualche pallina le mani saranno tutte sporche della pasta che con il calore delle mani tenderà a sciogliersi. <br />
<br />
Una volta formate tutte le palline le rimetto in frigo in attesa che la piastra si scaldi.<br />
Non resta che cuocere le cialde mettendo, a seconda del modello di piastra che avete, una o più palline e farle cuocere per circa 10 secondi e comunque fino a leggera doratura. Appena tolte dalla piastra le cialde sono ancora morbide e quindi per non deformarle è bene metterle su un piano.<br />
<br />
Le cialde vanno conservate in una scatola di latta al riparo dall'umidità.
</span></span></span>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-39037913841019436802021-01-19T18:34:00.008+01:002021-01-21T17:58:39.621+01:00AGNOLOTTI A QUATTRO MANI ED UN MISTERO SVELATO<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/01/agnolotti-quattro-mani-ed-un-mistero.html" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="Agnolotti" title="Agnolotti" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW3TyVp5axFtI8SghukPeTqyXrxyerpGGAc0lm2GaTF4SsVzawtPnEOJydkQw2cUh_oQ3mYth_gskX3HAUldSOslPLkC9d5MlNAVfrFWXCMh9jvv-u9VIo8p2KMCiz6r7IGQNxRgo4i_hb/s0/IMG_2740.JPG"/></a></div>
Avete presente l'<a href="about:invalid#zSoyz" target="_blank" rel="nofollow">arrosto Sous Vide</a>?...E come <b>facciamo in due a smaltire tutta quella carne</b> senza andare in coma manzifero?...<b>"Agnolotti!"</b> è questo quello che mi ha risposto Gio con aria di sufficienza senza manco alzare lo sguardo quando gli ho posto il quesito. <br>
Ora, da umile Abruzzese, "Agnolotto" non è che mi dicesse molto e quindi zitta zitta senza farmi notare sono andata a documentarmi e il buon <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Agnolotti_piemontesi" target="_blank" rel="nofollow">Wiky</a> mi spiega che:<br>
<br>
<blockquote>
L'agnolotto è un piatto classico della cucina popolare piemontese: è infatti consuetudine utilizzare <b>per il ripieno gli avanzi di arrosto dei giorni precedenti, triturati e mescolati fra loro</b>, insieme a verdure, formaggio o altri ingredienti. Considerando questa origine risulta <b>improprio parlare di una ricetta tradizionale per il ripieno</b>, in quanto questo variava in relazione agli avanzi a disposizione; il fatto che questa sia da considerare l'origine più genuina dell'agnolotto è attestata dall'utilizzo del sugo d'arrosto per il condimento: questa ricetta infatti prevede di riutilizzare non solo la carne avanzata, ma anche l'intingolo dell'arrosto, coerentemente con la tradizione contadina che prevede di evitare ogni spreco.<br>
La <b>forma tradizionale è quadrata</b>, con il ripieno racchiuso da due sfoglie di pasta all'uovo. La caratteristica principale dell'agnolotto piemontese rispetto alle altre specialità di pasta ripiena del resto d'Italia è l<b>'utilizzo di carne arrosto per il ripieno</b>.</blockquote><br>
...Wow, ma 'sto Agnolotto fa proprio al caso nostro! Ho pensato.<br>
Da qui, farsi mandare la ricetta dai genitori di Gio (me ne sono arrivate tre varianti), verificare di avere il necessario e trovarsi con la pasta all'uovo da una parte ed il ripieno dall'altra è stato un niente. E visto che tempo da ammazzare in questi ultimi tempi non ce ne mancava, abbiamo inaugurato questa nuova routine di Gio pastaiolo (addetto alla sfoglia ed al taglio degli Agnolotti) ed io umile riempitrice degli stessi. D'altronde cosa volete che il Piemontese DOC mi abbia relegato a fare? <br>
<br>
Visto che i primi Agnolotti non erano riusciti niente male, ci siamo detti che ci meritavamo un upgrade, e quando nel giro di qualche giorno ci vediamo recapitare la nostra<b> <a href="https://www.imperia.com/prodotti/scheda.php?prodotto=14" target="_blank" rel="nofollow">Raviolamp</a></b> nuova fiammante mi sfugge un "Uh! a questo serviva?". E si perchè questa scatolina rossa me la ricordo benissimo nascosta in fondo in fondo in un ripiano della cucina di mamma, e mi aveva sempre incuriosito quello stampino ed il suo bel mattarellino ma, non avendo mai visto un Agnolotto in casa mia, <b>ho scoperto solo quarantanni dopo a cosa servisse</b>!<br>
<br>
Oramai Gio, io e la nostra fida Raviolamp facciamo un trio perfettamente oliato. Un bel pezzo di arrosto finisce sempre nel congelatore già tagliato a cubetti pronto per il ripieno, e quando le previsioni per la domenica pomeriggio danno pioggia, ci riuniamo in "Sessione Agnolotto" e ne sforniamo a centinaia come professionisti. Gio si è fatto prendere così tanto la mano che a Natale mi ha regalato l'accessorio <b>tritacarne</b> del Kenwood così, parole sue "puoi fare il ripieno come la mia mamma". <br>
<br>
Un ultimo appunto: come dice giustamente Wiky gli Agnolotti non hanno una ricetta tradizionale e quindi questa che segue e la nostra versione, quella che affinata nei vari tentativi ci ha soddisfatto di più.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/01/agnolotti-quattro-mani-ed-un-mistero.html" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="Agnolotti" title="Agnolotti" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXX7i_ak5o00rxRvg2tZ7_NteXwFSuCQbWapgdF_CU7zxWIbhN2q0jXjPzY4J1-KbDe32laFgIz7eoFFTW8HbkzDwby0Qgz_DPlwYoc-g2KH2V98DvQdQOQyfnxOzQqT7k5xvWdK0KzxtM/s0/IMG_2713.JPG"/></a></div>
<span style="background-color: #f3f3f3;">
<span><span style="font-family: Architects Daughter;">
<span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">AGNOLOTTI D'ARROSTO</span><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Per il ripieno:</span></strong><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/01/arrosto-sous-vide-e-la-gravy-by-me.html">Arrosto di manzo</a></span></strong> 250 gr circa<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Salamelle mantovane</span></strong> 2<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Carota</span></strong> 1 media<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Cipolla dorata</span></strong> 1/2 media<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Sedano</span></strong> 1 pezzetto (optional)<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Spinaci surgelati</span></strong> 125 gr circa<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Vino rosso</span></strong> 70 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Parmigiano</span></strong> 10 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Pangrattato</span></strong> se necessario!<br />
olio evo<br>
sale<br>
pepe<br>
rosmarino<br>
noce moscata<br>
<br>
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Per la pasta:</span></strong><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Farina di grano duro</span></strong> 600 gr + qb per formare i ravioli<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">uova</span></strong> 6<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">olio evo</span></strong> 1,5 cucchiaio<br />
sale<br>
<br>
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">attrezzatura:</span></strong> tritacarne o tritatutto, rotella taglia pasta, sac a poche (opzionale)<br>
<br>
Le dosi sono per circa <b>400 agnolotti</b> fatti con lo stampo classico <a href="https://www.imperia.com/prodotti/scheda.php?prodotto=14">Raviolamp</a>.<br><br>
<br>
Inizio subito con il <b>preparare la pasta all'uovo</b> come da <a href="http://www.traccedicibo.com/2009/03/qui-il-sommario-qui-il-resto-del-post.html" target="_blank" rel="nofollow">ricetta classica</a> in modo che avrà tempo per riposare e risultare elastica e liscia quando verrà lavorata.<br>
<br>
Proseguo quindi tagliando a cubetti di circa 1 cm l'avanzo di arrosto e le verdure. <br>
In una casseruola a fondo spesso metto un giro <b>d'olio, le verdure tagliate e le salamelle</b> private della pelle e spezzettate grossolanamente. Non serve fare pezzi tanto piccoli tanto poi andrà tutto sminuzzato; ma in generale meglio fare tutti gli ingredienti più o meno della stessa grandezza per tritare poi omogeneamente il ripieno soprattutto se non avete un tritacarne e lo farete con un normale tritatutto.<br>
<br>
Accendo a fuoco vivace e faccio andare fino a tostatura degli ingredienti che dovranno essere <b>belli dorati in alcune parti</b>, quindi aggiungo anche i <b>dadini di arrosto e deglasso il fondo di cottura</b> con il vino rosso. Una volta sfumato l'alcool abbasso leggermente il fuoco e aggiungo gli <b>spinaci congelati</b>. Quando gli spinaci si sono completamente scongelati e mescolati con il resto degli ingredienti, spengo il fuoco ed aggiungo una abbondante grattata di <b>noce moscata</b>, sale e pepe e qualche ago di <b>rosmarino tritato</b>. Il <b>Parmigiano</b> lo aggiungo quando il composto si è stiepidito. <br>
<br>
Per tritare il composto se avete un tritacarne va benissimo quello con il <b>disco della macina più fine</b>, altrimenti potete tranquillamente usare un tritatutto. In questo caso consiglio di andare ad impulso e di continuare fino a quando siete sicuri che non ci siano pezzetti grandi nell'impasto dato che poi sarebbero fastidiosi nella riempitura degli agnolotti. Il ripieno dovrà risultare morbido ma <b>compatto ed omogeno</b> non molto bagnato, <b>se per caso vi sembra troppo umido potete aggiungere del pangrattato</b>.<br>
<br>
Una volta che il composto è <b>tritato e raffreddato io personalmente lo metto in una sac a poche</b> (senza bocchetta) perchè mi sembra più veloce e pulito per riempire la pasta, ma potete tranquillamente usare un cucchiaino.<br>
Una volta che l'impasto è pronto ed a temperatura ambiente, inizio (mbe in effetti Gio inizia) a fare la sfoglia della pasta, con la <b>sfogliatrice del Kenwood al nr 7</b>, la sfoglia dovrà essere sottile ma non troppo perchè altrimenti si rischia che i ravioli si rompano o si bagnino troppo. <br>
<br>
Avendo ripieno e sfoglia siete pronti per comporre i vostri Agnolotti: Se avete uno stampo per ravioli mi raccomando di <b>infarinare molto abbondantemente lo stampo ogni volta che poggiate la sfoglia</b> altrimenti rischierete che la pasta si attacchi e per staccarla gli Agnolotti si romperanno. <br>
Se non avete lo stampo, niente paura, procedete come dei ravioli normali che dovranno avere una <b>forma quadrata di circa 4 cm di lato.</b> Sia che abbiate lo stampo sia che li facciate a mano avrete bisogno della <b>rotella taglia pasta a zig zag.</b> <br>
<br>
Formare gli Agnolotti è semplice: basta <b>porzionale delle nocciole di impasto su una sfoglia</b> e poi ricoprire con un'altra sfoglia, chiudere benissimo i bordi controllando che non ci sia aria all'interno del raviolo. Tagliare i ravioli a forma quadrata. Usare lo stampo per Agnolotti facilita e velocizza il lavoro in quanto <b>permette di distanziare correttamente ed in modo omogeneo</b> il ripieno, ma il meccanismo è lo stesso. Con il piccolo mattarellino si schiaccia la doppia sfoglia con il ripieno in modo da chiudere i ravioli e tagliarli o meglio sagomarli. Normalmente gli agnolotti quando escono dallo stampo non sono ancora ben divisi e vanno ripassati con una rotella a zig zag.
<br>
Gli agnolotti vanno ben infarinati sopra e sotto anche una volta formati per assorbire l'eventuale umidità che il ripieno può rilasciare sulla pasta. <br>
<br>
Gli agnolotti si possono congelare mettendoli prima su un vassoio in modo da non farli attaccare e poi possono essere insacchettati. Andranno cotti direttamente congelati.<br>
<br>
Il <b>condimento classico è, oltre che con il sugo dell'arrosto, burro e salvia</b> ma sono ottimi anche in brodo. <br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/01/agnolotti-quattro-mani-ed-un-mistero.html" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="Agnolotti" title="Agnolotti" border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiroHelNM7hJU_vhqtLB0I0xK1s19hUp1ZtNffBHUcdavO7_cKlvVQrbTkSTktxNvnulmLC_KYlZhOqq0RnzuQO2-4DLkWfiMbOUzIM3SV7sm82VJHlVVIJ__gzP04oRqmKInvQ-7iNIYl-/s0/IMG_2640.JPG"/></a></div>
</span>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-64933584631867103492021-01-05T11:45:00.013+01:002023-12-02T18:14:09.030+01:00ARROSTO SOUS VIDE E LA GRAVY BY ME<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/01/arrosto-sous-vide-e-la-gravy-by-me.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="arrosto, sous vide, arrosto sous vide, gravy sauce" border="0" data-original-height="1547" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHEKeSMZZha1Rm-sbmA9_aBAiPWON23J5xV0lqA3xsn51-dJUhhXKKOXn8GWSA7vFizB9oIv1-qL98P8z-JJcdu0AWrK8aG4u8APKXx7Zxu-RU7jO8zpbb0vKebWaWW5FUI3Ikh2-7qoa9/s0/IMG_2506.JPG" title="arrosto sous vide" /></a></div>
Ma cos'è 'sto Bondage di manzo!? Questo è quello che Giò ha commentato vedendo la fotografia proposta...
Lo sò scusate, ha ragione. Non è molto sexy la foto di un povero pezzo di Roast Beef "inspaghettato" e sottovuoto, ma mi sembrava giusto postarlo così questo arrosto visto che il focus del post è la <b>cottura Sous Vide</b>.<br />
<br />
E si perchè, benchè non ci possa credere, sta di fatto che l'unica ricetta Sous Vide che abbia mai pubblicato è il <a href="http://www.traccedicibo.com/2017/01/merluzzo-sous-vide-tapenade-e-carciofi.html" rel="nofollow" target="_blank">merluzzo</a> che risale per di più all'epoca in cui non ero la felice posseditrice di una vasca per bagno termostatica.
Ho pensato quindi di dover dare un minimo di <b>giustizia a Rony</b> (come affettuosamente chiamo la mia vasca termostatica) per tutti i suoi <b>anni di infaticabile, silenzioso, impeccabile servizio </b> e di farlo con l'arrosto che a mio parere è una delle ricette in cui si percepisce chiaramente la <b>maggior qualità di cottura rispetto a quella tradizionale</b>. <br />
<br />
E si, benchè io apprezzi tantissimo il lavoro coscienzoso del mio Rony, lasciatemi fare una piccola considerazione personale sulla cottura Sous Vide. A mio modesto parere e dalla (limitata) esperienza fatta fin ora, ritengo che questo tipo di cottura, benchè applicabile a tantissimi alimenti, abbia davvero <b>senso solo in alcuni casi</b>; mentre in altri è un po', lasciatemi dire, un "esercizio di stile" culinario. In generale credo che le cotture Sous Vide che richiedano temperature oltre una certa temperatura non portino grandi vantaggi in quello che è un <b>uso meramente casalingo</b>. Portare un bagno termostatico a 90° per cuocere un polpo al mio palato non ha prodotto nessun vantaggio rispetto a usare la banale pentola a pressione. E la cottura a vapore delle verdure mi pare più efficente ed efficace rispetto ad un Sous Vide a 85°. <br />
<br />
Se siete totalmente all'oscuro di cosa stia parlando e Sous Vide proprio non vi dice nulla, vi rimando al <a href="http://www.traccedicibo.com/2017/01/merluzzo-sous-vide-tapenade-e-carciofi.html" rel="nofollow" target="_blank">mio post del merluzzo in cui ho parlato delle basi</a>, qui facciamo invece un po' di <b>teoria "avanzata" relativa alla cottura della carne</b>.
Nella cottura a bassa temperatura in bagno termostatico o forno vapore le <b>variabili sono tempo e temperatura</b>: la temperatura che si setta è quella a cui arriverà il centro dell'alimento che state cuocendo; il tempo è quello minimo richiesto in base al tipo/peso/forma dell'alimento per far arrivare la temperatura al cuore (leggi centro). Una volta arrivata la temperatura al cuore dell'alimento la cottura può essere prolungata anche di ore senza che ci siano variazioni apprezzabili. E' questo il bello del Sous Vide!...Arrosto sempre perfetto :) <br />
<br />
Quindi per cuocere un trancio di carne Sous Vide è essenziale individuare prima di tutto la <b>temperatura di cottura</b>. Un sito molto valido per me è <a href="https://www.sousvide.website/" rel="nofollow" target="_blank">questo</a> dove troverete una spiegazione chiara ed esautiva, ma per i pigri sintetizzo quanto segue:<br />
<blockquote><b>Al sangue (50°C)</b>: La vostra carne è ha delle parti quasi crude. Le proteine muscolari non hanno iniziato a contrarsi molto e avranno una consistenza morbida e umida. Alcuni tagli di carne, potranno risultare gommosi in questa fase. Il grasso non ha ancora iniziato a renderizzare, quindi i tagli più grassi avranno una consistenza cerosa. Consiglio di cucinare solo tagli molto magri e teneri, come il filetto.<br />
<b>Medio-al Sangue (54°C)</b>: La bistecca è ancora bella e rossa, ma le proteine muscolari hanno iniziato a rassodare. Si perde un po‘ di succo a causa di questo restringimento, ma quello che si perde in succo, si guadagna in tenerezza. Le bistecche cotte in questo modo hanno un morso più pulito. Raccomando la cottura medio al sangue per tutti i tipi di bistecche, anche se le bistecche particolarmente ricche di grassi traggono beneficio dall’essere portate più vicino alla cottura media.<br />
<b>Media sous vide (57°C)</b>: La bistecca è rosata al suo interno e ha perso circa quattro volte più succhi di una bistecca al sagnue. Con un pezzo di manzo ben cotto in superficie (terza fase), tuttavia, la resa, con il grasso ammorbidito dovrebbe più che compensare questa perdita extra di succo. Anche i tagli a struttura grossolana, diventano sodi e succosi in questa fase. Consiglio di cucinare pezzi di manzo molto grassi.<br />
<b>Media ben cotta (63°C)</b>: La bistecca è ben avviata verso la secchezza. A questo punto, hai perso quasi sei volte tanto succo quanto una bistecca al sangue, e la carne ha una consistenza decisamente cotonosa e granulosa che nessuna quantità di grasso lubrificato in eccesso può nascondere. Se volete avere la vostra carne con una cottura media ben cotta, vi suggerisco di utilizzare tagli molto ricchi, come costolette.</blockquote><br />
Per quanto riguarda i <b>tempi di cottura</b> invece dipende a parte dal <b>tipo/taglio</b> di carne anche e soprattutto dal <b>peso/forma</b> che state cuocendo. In ricetta qui sotto vi metto il tempo che ho testato più volte per una cottura perfetta per il pezzo/peso di carne indicato, ma se volete altre indicazioni di massima, e soprattutto per una <b>corretta pastorizzazione dell'aliment</b>o, vi rimando a questi due <a href="https://cbtsousvide.com/2020/02/29/come-determinare-le-tempistiche-per-la-cottura-sous-vide-a-bassa-temperatura/" rel="nofollow" target="_blank">post1</a>, <a href="https://www.amazingfoodmadeeasy.com/pages/sous-vide-timing-ruler-instructions" rel="nofollow" target="_blank">post2</a> che sintetizzano molto bene l'argomento. <br />
<br />
Termino con una considerazione molto importante: la cottura Sous Vide non dona alla carne un <b>aspetto molto appetibile</b>, all'uscita del bagno un arrosto di manzo avrà un aspetto triste e beigetto e vi starete pentendo di non aver infilato quel bel tocco di carne in forno come tradizione vuole, ma ricordate "l'abito non fa il monaco"! Però dato che, proseguendo con i proverbi, "anche l'occhio vuole la sua parte", basterà <b>rosolare in padella</b> il vostro arrosto per dargli quell'<b>aspetto brunito ed appetitoso</b> che il nostro cervello riconosce come un succulento arrosto. Ma davvero, rosolare la carne è solo una questione di estetica! Nulla aggiungerà alla cottura perfetta che il Sous Vide avrà regalato alla vostra carne. A proposito della rosolatura della carne ci sono due scuole di pensiero: chi lo fa prima della cottura Sous Vide e chi dopo. Personalmente ho provato tutte e due le alternative più volte e sono arrivata alla conclusione che è molto più <b>efficace e pratico prima cuocere e poi rosolare</b> come vi indico nella ricetta. <br />
<br />
Prima di lasciarvi alla ricetta un accenno velocissimo alla salsa che accompagna questo arrosto: voglio specificare che<b> non è una <i>Gravy</i> tradizionale principalmente perchè non contiene farina</b>, per questo la dizione "Gravy by me".<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2021/01/arrosto-sous-vide-e-la-gravy-by-me.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1280" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6yb4s05ScXyMfWo5N1pEKL4W7gULR5EjWzIsg1GLajJw3G9YYv3VHkCZvRvyiRY4c_nXz_ujqX6M59JCzNlIHepZiPXoBxy6FxeApg5RGNxCVSQCzJoG-fYkh20-Uyy_vVupYaRIaqTPC/s0/arrosto+sous+vide.jpg" /></a></div>
<br />
<span style="background-color: #f3f3f3;">
<span><span style="font-family: Architects Daughter;">
<span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">ARROSTO SOUS VIDE E LA GRAVY BY ME</span><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Per l'arrosto:</span></strong> <br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Roast Beef (o altro taglio per arrosto)</span></strong> 1,2/1,5 kg <br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">rosmarino</span></strong> qb<br />
timo<br />
rosmarino<br />
olio evo<br />
sale kosher<br />
<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Per la salsa:</span></strong><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">cipolla bionda</span></strong> 1 media<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">carote</span></strong> 2 medie<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">sedano verde</span></strong> 1/2 gambo<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">concentrato triplo di pomodoro</span></strong> 10 gr circa<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">vino rosso</span></strong> 1/2 bicchiere<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">burro leggermente salato</span></strong> 30 gr<br />
olio evo<br />
sale<br />
pepe<br />
<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;"> attrezzatura:</span></strong> busta per cottura sottovuoto, macchine per il sottovuoto e Sous Vide, frullatore ad immersione. <br />
<br />
le dosi sono per 8 <br />
<br />
Inizio con la <b>cottura Sous Vide della carne</b> che può essere fatta il giorno prima: semplicemente metto la carne con un rametto di rosmarino sottovuoto e poi in <b>cottura per 5/6 ore alla temperatura di 55 gradi</b>. A questa temperatura la <b>cottura della carne sarà media/al sangue</b>. Terminata la cottura posso tranquillmente riporre la carne ancora sottovuoto nel suo sacchetto nel frigo in attesa di terminare la cottura il giorno dopo e consumarla. Oppure la lascio a temperatura ambiente se verrà consumata subito.<br />
<br />
Una volta iniziata la cottura della carne (o il giorno dopo) posso dedicarmi alla <b>preparazione della salsa:</b> taglio a pezzi grossolani la cipolla, le carote ed il sedano che metto in un tegame a fondo spesso in alluminio non antiaderente, di solito lo stesso che userò poi per finire la carne perchè sono pigra e non voglio usare tante padelle! :)
Aggiungo un filo d'olio e faccio rosolare a fuoco vivace le verdure per bene fino a quando le verdure sono dorate, quindi <b>deglasso il fondo aggiungendo 100 ml di acqua</b>. A questo punto verso le verdure con tutta l'acqua in un pentolino (possibilmente a bordi alti perchè poi dovremo usare il frullatore ad immersione) in cui aggiungerò <b>altri 400 ml di acqua ed il concentrato di pomodoro</b>, sale e pepe. Faccio sobbolire a fuoco basso per circa 45 minuti, poi spengo e tengo da parte in attesa di terminare la salsa. <br />
<br />
Su un tagliere preparo un trito di timo e rosmarino a cui aggiungo del sale (se lo avete kosher), taglio quindi la busta contenente la carne cotta sous vide facendo attenzione a <b>conservare il suo liquido di cottura</b> che servirà dopo per terminare la salsa. Asciugo per bene il trancio di carne con della carta da cucina e la ungo prima di rotolarla nel trito di sale ed erbe aromatiche. <br />
Accendo il fuoco vivace sotto un tegame a fondo spesso in cui metto un goccio di olio e aspetto un paio di minuti che la<b> padella sia ben calda</b> poi ci metto la carne a rosolare. La carne inizialmente <b>si attaccherà al fondo del tegame, ma si staccherà quando sarà ben rosolata</b> dopo circa un paio di minuti. Nel caso non si stacchi in qualche piccolo punto potete aiutarvi con una paletta, ma se la maggior parte non si stacca è perchè non si è ancora rosolata al punto giusto. Proseguo la rosolatura su tutti i lati del trancio di carne estremità comprese e poi la metto da parte sul tagliere. <br />
<br />
Tolta la carne sul tegame sarà rimasto il <b>fondo della rosolatura che provvedo a deglassare con il vino rosso</b> e, dopo un minutino che l'alcool è evaporato, riduco il fuoco e <b>unisco il burro e poi da ultimo il liquido di cottura della carne</b> che era nella busta del sous vide. Non preoccupatevi se il liquido coagulerà leggermente con il caldo tanto poi frulleremo tutto. Faccio ridurre il fondo di cottura per 2/3 minuti e poi lo aggiungo al pentolino a bordi alti in cui c'èra il brodo vegetale che avevo tenuto da parte in caldo. Trito tutto direttamente nel pentolino con il frullatore ad immersione, poi <b>assaggio ed aggiusto di sale, pepe, olio e se manca acidità aggiungo altro conentrato di pomodoro</b>. La consistenza della salsa dovrebbe essere già giusta, nel caso improbabile fosse troppo liquida basterà tenerla sul fuoco qualche minuto a ridursi. La salsa va servita caldissima sulla carne od a lato.<br />
<br />
Dopo aver deglassato il tegame con il fondo di cottura della carne uso di nuovo il tegame (senza pulirlo) ci rimetto la carne e la copro con un foglio di alluminio e la metto in <b>forno caldo a 100° non ventilato in attesa di servirlo</b>. Metto in forno caldo <b>anche i piatti di servizio</b> in modo che la carne una volta servita resterà il più possibile calda.
</span>
</span></span>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-82701029832630712552020-12-26T17:19:00.003+01:002021-02-05T13:08:27.007+01:00QUASI SORBETTO AL CIOCCOLATO FONDENTE<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2020/05/quasi-sorbetto-al-cioccolato-fondente.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="sorbetto al cioccolato" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIxZHM_G6nguG3w3QdDMFLpG1BJc5tanULT_ycJ5VyZEfbKjgiwW16zXpIt9siKh2DN8kMfcOVGJioDgn14TuXSHhlWbXlneM-zLVG1Kl5uGjbTNe0aVegYK3KYQrvSJlG2y454-nZogWE/s0/IMG_2704.JPG" title="sorbetto al cioccolato" /></a></div>
Chiedo per un'amica: un gelato al cioccolato fatto con acqua, quindi senza latte e senza grassi ma con l'uovo è un sorbetto?...<br />
<br />
Va beh, sai che c'è? alla fine che si chiami gelato o sorbetto la morale è che è Buonerrimo! <br />
Proseguendo nella serie affogo il tempo del lockdown producendo e mangiando gelato... vi presento la nuova ricetta: <b>Gelato /forse Sorbetto al Cioccolato Fondente</b>.<br /><br />
Preparativi allo sproloquio e mettetevi comodi, questa ricetta ha una <b>storia lunga</b>, lunga quanto tutto il lockdown di Marzo ed Aprile di questo indimenticabile 2020.<br /><br />
Questa è una storia di gelato che parte galvanizzata dal successo del <a href="http://www.traccedicibo.com/2020/04/gelato-al-caffe-cremosissimo-ma-senza.html" rel="nofollow" target="_blank">Gelato cremossissimo al caffè</a> e con <b>beata ignoranza</b> vede la qui presente approcciarsi alla produzione di sorbetto al cioccolato usando <b>tavolette di cioccolata extra fondente ed acqua</b>. Risultato: <b>duro come la pietra</b> nonostante le varie declinazioni della tavoletta di cioccolato dal 90% al 50%. Imperterrita ho continuato aggiungendo <b>Burro di Cacao</b>...Niente...Arrabbiata e sconfitta, ma non avendo niente di meglio da fare essendo bloccata a casa, ho quindi scaricato un <b>Manuale di Gelateria di 384 pagine</b>...<br />
<br />
Dopo la lettura ho capito che il<b> gelato al cioccolato è una categoria a parte</b>: il cacao ed il burro di cacao addirittura lavorano al contrario! C'è chi dice che hanno un <b>PAC </b>(Potere anti congelante) negativo e che i solidi totali sono talmente attivi da produrre un gelato molto duro e con pochissimo <b>Overrun </b>(inglobamento di aria durante la mantecazione). <br />
<br />
Allora sono ripartita da zero. <br />
Ho <b>eliminato il cioccolato </b>(inteso come tavoletta) perchè non posso gestire, non conoscendole esattamente, le parti da cui è composto ovvero cacao, burro di cacao, zucchero, emulsionanti. Ho <b>preso i componenti scomposti</b> quindi: <b>cacao amaro 22/24</b>, <b>burro di cacao</b>, <b>zucchero</b>... ma, leggendo il manuale, capisco che non va bene usare saccarosio e destrosio...bisogna usare uno zucchero con altissimo potere anticongelante...lo <b>zucchero invertito</b> e visto che ne abbiamo uno naturale a disposizione (il <b>miele) </b>ho usato quello. Poi, volendo rimanere sul semplice ho inizialmente usato latte intero al posto dell'acqua ed il latte magro in polvere lasciando perdere temporaneamente l'idea del sorbetto al cioccolato. Sempre leggendo il manuale capisco che, il motivo per cui dopo la maturazione della miscela in frigo per le mie belle 12 e passa ore trovo sempre un bel tappo solido sulla superficie, dipende dal fatto che come notoriamente tutti sanno <b>grassi e liquidi non si miscelano</b> definitivamente ma tendono a separarsi a meno di utilizzare un <b>emulsionante </b>che li tiene uniti...e qual'è uno dei migliori emulsionanti? Il <b>tuorlo d'uovo che contiene lecitina</b>. Allora aggiungo alla mia miscela anche questo, e per dare un minimo di aria in più e favorire <b>l'Overrun </b>e visto che mi avanzava... ci ho aggiunto anche <b>l'albume</b>. Risultato ottimo!<br />
<br />
Gelato al cioccolato finalmente cremoso, morbido anche appena uscito dal congelatore... ma la cosa che dovevo per forza metterci il latte e <b>non riuscire a fare un sorbetto</b> al cioccolato mi tormentava...<br />
Ho iniziato quindi a <b>togliere il latte e sostituirlo con l'acqua</b>: risultato sapore molto più intenso, ho proseguito poi con togliere anche il latte magro in polvere, ancora gelato cremoso e intenso...non contenta mi sono fatta arrivare un nuovo insospettabile ingrediente: <b>l'Inulina </b>una fibra probiotica estratta da vegetali che riesce a dare cremosità ai sorbetti alla frutta... <b>BINGO</b>.<br />
Ho preso la mia ricetta già senza latte, senza latte in polvere, ci ho tolto anche il burro di cacao e l'ho sostituito con l'Inulina risultato un ottimo <b>gelato al cioccolato: intenso, cremoso e anche ipocalorico </b>dal mio calcolo meno di 1000 calore per più di 700 gr di gelato.<br />
<br />
Comunque, alla fine del mio sproloquio la morale è che voi siete fortunati e non dovrete sorbirvi tutti i tentativi di gelato mal riuscito e le calorie connesse e conseguenti sessioni di spinning per smaltirlo...
Avrete solo l'incombenza di <b>recuperare tutti gli ingredienti della ricetta ed avere pazienza</b>, come già detto per il gelato al caffè, il gelato vuole pazienza: <b>si inizia il giorno prima</b> e poi dopo aver prodotto il gelato, se volete la mia opionione <b>aspettate il giorno dopo per avere il meglio</b>. Personalmente trovo che il gelato il giorno dopo abbia un sapore migliore di quello appena fatto.
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2020/05/quasi-sorbetto-al-cioccolato-fondente.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="sorbetto al cioccolato" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDWTr8mMYz1INT8k_UeU87RTyqXfXE1V5AGalYdKV5-6lN4w6J4kAmDVqNWkL_T7nNLvZ2RGFKgKUkSofzfyo_A4NmdfJsxTtxHz1pUzWbKVga3PIs6_j3OVpod7JnkwYKucCAq7w4BjLG/s0/IMG_2706.JPG" title="sorbetto al cioccolato" /></a></div><br />
<span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;"><span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">SORBETTO O FORSE NO AL CIOCCOLATO FONDENTE</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Acqua</span></strong> <span style="font-size: 85%;">400 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Cacao amaro 22/24</span></strong> <span style="font-size: 85%;">70 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Zucchero semolato (saccarosio)</span></strong> <span style="font-size: 85%;">120 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Miele</span></strong> <span style="font-size: 85%;">65 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Glucosio disidratato DE 36-40</span></strong> <span style="font-size: 85%;">35 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Inulina</span></strong> <span style="font-size: 85%;">15 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Tuorlo (emulsionante)</span></strong> <span style="font-size: 85%;">1 uovo (15/18 gr circa)</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Albume (per overrun)</span></strong> <span style="font-size: 85%;">1 uovo (35/40 gr circa)</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Xantana</span></strong> <span style="font-size: 85%;">1 pinch</span><br />
<br />
<strong><span style="font-size: 120%;">attrezzatura necessaria:</span></strong> <span style="font-size: 85%;">macchina del gelato con compressore, frullatore ad immersione, abbattitore (optional)</span><br />
<br />
le dosi sono per 4/6 persone <br />
<br />
Il gelato vuole tempo, possibilmente quindi si inizia a preparare la miscela <b>il giorno prima della produzione</b> per avere i tempi giusti per ogni fase di preparazione del gelato. Inoltre sarebbe meglio far maturare il gelato per un giorno prima di consumarlo, a mio giudizio il gusto ne guadagna parecchio.<br />
<br />
Il giorno prima ho messo in un pentolino l'acqua, gli zuccheri (saccarosio e miele), ed ho fatto scaldare a 80 gradi circa. La <b>Pastorizzazione</b> non è necessaria non essendoci latte nella ricetta.<br />
<br />
Nel frattempo nel bicchiere del minipimer ho messo il cacao, la Xantana e l'Inulina. Ho versato quindi il liquido caldo sulle polveri ed ho miscelato molto bene con il minipimer per un minuto per la fase di <b>Omogenizzazione</b> della miscela e comunque fino a quando la temperatura non è scesa intorno ai 50 gradi. Questa fase permette di frantumare le molecole di grasso in particelle piccolissime e farle rimanere in sospensione nel liquido. La temperatura non dovrà essere superiore ai 50 gradi per non far cuocere l'uovo che stiamo per aggiungere. Aggiungiamo quindi un uovo intero (tuorlo ed albume) e facciamo andare il minipimer per altri due minuti per terminare la fase di Omogenizzazione. <br />
<br />
Ora in teoria se avete un abbattitore usatelo per abbassare il più in fretta possibile la miscela (in modo da abbattere la carica microbica) che poi va messa in frigo fino all'utilizzo. Se non avete un abbattitore aspettate che si raffreddi e poi mettetela in frigorifero per la fase di <b>Maturazione</b> che dovrebbe durare dalle 6 alle 12 ore a bassa temperatura ovvero i 5 gradi del frigorifero.<b> </b> La maturazione è fondamentale perchè permette alle sostanze solide di idratarsi completamente e agli stabilizzanti di...fare il loro dovere e stabilizzare!<br />
<br />
Il giorno dopo, circa quattro ore prima di passare alla produzione del gelato metto la miscela, le pale ed il cestello della gelatiera nel congelatore per abbassare il più possibile la loro temperatura e ce li tengo fino al loro utilizzo. Mezz'oretta prima accendo anche la macchina in modo che sia perfettamente in temperatura per la produzione.<br />
<br />Per la fase di <b>Mantecatura</b> tiro fuori pale e cestello e le metto nella macchina. Poi tiro fuori la miscela dal congelatore e omogenizzo per un paio di minuti con il frullatore ad immersione e controllo la temperatura dovrebbe essere il più vicino possibile ai -5 gradi, temperatura ottimale per l'<b>Overrun</b>. Metto poi la miscela nella macchina per il gelato e faccio partire: ormai il dato è tratto!<br />
<br />
Una volta terminata la mantecatura metto tutta la vaschetta (con ancora la pala) nel congelatore per circa un'ora in modo da <b>farlo raffreddare e consolidare</b>. Dopo così sarà più facile estrarre il gelato e riporlo nella suo contenitore per la conservazione senza far sciogliere troppo il gelato. Il gelato infatti appena uscito dalla macchina è ad una temperatura non molto bassa. Io metto anche il <b>contenitore vuoto nel congelatore</b> in modo che sia freddo quando ci metto il gelato.<br />
<br />
Tenete il gelato nel congelatore fino all'utilizzo che a mio giudizio non va fatto prima di 4 ore, meglio il giorno dopo. Secondo me infatti anche dopo la mantecatura il <b>gelato va fatto maturare perchè cambia leggermente il suo sapore</b>.<br />
<br />
Questo gelato appena uscito dal congelatore sarà poco cremoso ma basteranno pochissimi minuti fuori dal congelatore per avere la consistenza ottimale.<br />
</span></span></span>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-2635020873492714102020-12-12T19:33:00.004+01:002021-03-11T22:56:29.713+01:00ORECCHIETTE EFFETTO VALERIANA<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2020/12/orecchiette-effetto-valeriana.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img title="orecchiette" alt="orecchiette" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFfIpxdGMGulAsi7rj77VZnTtTPTleX99_KQwi5h3a3j0HTnEk7PMQHy1MJpWQDch19AR57ShMqBxAKUsVjrqoDQbuIPzLcJkNkyr8h8cqF0AlZPEQD1qznNXR4Erla8tN5QV3CT3c9i91/s0/IMG_2562.JPG" /></a></div>
<br />
E chi l'averebbe mai detto che fare le orecchiette rilassa più del Valium?<br />
<br />
La prima volta ho pensato fosse stato un caso; infatti, dopo l'agitazione delle prime orecchiette e la contentezza di riuscirci, a metà produzione mi ero ritrovata in <b>stato catatonico ad arrotolare pezzetti di pasta</b> sotto la lama del coltello... <br />
<br />
La seconda volta che ci ho provato l'effetto è stato il medesimo e la cosa ha <b>incominciato ad incuriosirmi</b>...quindi, visto che orecchiette con le cime di rapa è uno dei piatti preferiti di Gio, appena finita la scorta nel congelatore ho voluto scentificamente verificare se anche per la terza volta mi capitasse lo stesso fenomeno. <br />
<br />
Ora, magari il tempo uggiosissimo di questi giorni avrà pure aiutato, ma confermo: <b>produrre le orecchiette</b> rientra ufficialmente nella <b>categoria degli ansiolitici</b>; ma vorrei allargare il campione e capire se sono la sola a subire questo effetto ipnotico e quindi vi posto la ricetta. <br />
<br />
Un paio di annotazioni tecniche: La prima è che le orecchiette sono molto <b>più facili da fare di quel che si pensi</b>, sinceramente non capisco perchè ho aspettato tutto questo tempo prima di provarci. Magari all'inzio le prime non saranno bellissime (ma buone lo stesso) ma non scoraggiatevi, le successive saranno già bellocce, e le ultime perfette! Se la mia spiegazione su come formare le orecchiette qui sotto nella ricetta è troppo ermetica <a href="https://www.youtube.com/watch?v=_lwrAodxgvA" rel="nofollow" target="_blank">questo</a> è il video che mi ha aiutato.<br />
La seconda cosa è che le orecchiette si prestano benissimo ad <b>essere surgelate e pronte per ogni evenienza</b>...magari insieme a delle cime di rapa surgelate...ma questa è un'altra storia... o forse un altro post... 😏<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2020/12/orecchiette-effetto-valeriana.html" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img title="orecchiette" alt="orecchiette" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCSv9gtbKKXjWsPx8SCwoU6l1ngiQ6fsHKSG-dQIbWc68DoXA9DLL8j3_xVcrybJFi3GzaA-zv-95GzbR3WnE20fltXv3YFiIMAN7a3MxonrrnBBTabdOd63aav2nm48epV5gqi31XukiZ/s0/IMG_2568.JPG" /></a></div><br />
<span style="background-color: #f3f3f3;">
<span><span style="font-family: Architects Daughter;">
<span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">ORECCHIETTE</span><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">farina di grano duro</span></strong> 500 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">acqua tiepida</span></strong> 250 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">sale </span></strong> 2 pizzichi<br />
<br />
le dosi sono per 4/5 porzioni.<br />
attrezzatura necessaria: coltello con lama seghettata. <br />
<br />
Metto la farina con il sale nella boule della impastatrice e faccio andare con il gancio impastatore versando a filo l'acqua tiepida e faccio impastare almeno 5 minuti e comunque fino a quando la pasta non risulta bella liscia.<br />
<br />
Metto a riposare la pasta avvolta in un sacchetto di plastica in modo da non far seccare l'impasto. In teoria la pasta si potrebbe utilizzare dopo qualche minuto di riposo, ma io preferisco prolungare per almeno un'ora (minimo 30 minuti) perchè trovo che <b>più la pasta è riposata e meglio si formano le orecchiette</b>, soprattutto l'aspetto screpolato della superficie tipico di questa pasta.<br />
<br />
Per formare le orecchiette: taglio un pezzo di pasta alla volta (il resto sempre nel sacchetto per non seccare) e formo un rotolino lungo di circa 2 cm di diametro. Taglio quindi in pezzetti di circa 1 cm. Consiglio di non fare pezzetti troppo piccoli soprattutto le prime volte perchè trovo che sia più facile formare le orecchiette con un pochino di pasta in più piuttosto che in meno.<br />
Prendo quindi ogni pezzetto e con la <b>lama seghettata</b> del coltello presa ai due lati con tutte e due le mani schiaccio gentilmente e trascino verso di me il pezzetto d pasta. Si formerà un rotolino che andrà srotolato e rivoltato... e voilà! la vostra orecchietta. <br />
Se la mia spiegazione su come formare le orecchiette qui sotto nella ricetta è troppo ermetica <a href="https://www.youtube.com/watch?v=_lwrAodxgvA" rel="nofollow" target="_blank">questo</a> è il video che mi ha aiutato.<br />
<br />
Le orecchiette man mano che vengono formate vanno messe su una superficie in piano senza farina a seccare per qualche ora, tanto niente paura non hanno uovo. Io di solito le metto sul piano in acciaio, potrebbe essere che si attacchino un filo ma basta usare un tarocco in plastica per staccarle. <br />
<br />
Una volta seccate si posso utilizzare subito oppure come faccio io le metto in un sacchetto e le congelo pronte per qualsiasi evenienza.<br />
Le orecchiette sono cotte quando vengono a galla ovvero dopo circa 5 minuti. In ogni caso assaggiate prima di scolarle.
</span></span></span>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-20790752182292717702020-12-06T14:44:00.004+01:002020-12-07T13:45:54.429+01:00ZUPPA DI LENTICCHIE PER UNA GIORNATA UGGIOSA<div class="separator" style="clear: both;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2020/12/zuppa-di-lenticchie-per-una-giornata.html" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="zuppa di lenticchie" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgcslHWJx1HdbdIXSR7M-mZftsMMyPCJhR1tuhTzhj-YYNoUpSUvcSa1xhvcXsOr763_xjmcaMKd4m8gOfPIAk6_lwGuMLuBRfCHMpVWU8TB3_L9FRrZ3oUzVh9tlV3TGFtj1DUvUrrXlM/s0/IMG_2536.JPG" title="zuppa di lenticchie"/></a></div>
Scusate la taglio corta, confesso che mi sto mangiando il set fotografico mentre sto postando....<br />
<br />
Ma questa domenica di inizio dicembre così freddina, uggiosetta e trinstanzuola <b>istiga proprio al comfort food</b> come una calda, piccantina rassicurante zuppa di lenticchie avanzata dalla cena di ieri sera e visto che con mio stupore mi accorgo di non averla mai pubblicata prima... eccola qua.<br />
<br />
Ho pensato che forse poteva essere utile per chi come me volesse<b> affogare la sua meteropatia in un piatto di lenticchie</b> come questo.<br />
<br />
Un paio di annotazioni: io uso sempre <b>le lenticchiette piccole</b>, odio quelle grandi, e ne faccio sempre un bel pentolone perchè tanto se avanza si conserva benissimo, anzi ci guadagna. Inoltre non scordatevi di accompagnare la zuppa con un bel paio di <b>crostoni di pane abbrustolito</b>. <br />
<br />
Ora scusatemi vado, mi si raffredda la zuppa!<br />
<br />
<span style="background-color: #f3f3f3;">
<span><span style="font-family: Architects Daughter;">
<span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">ZUPPA DI LENTICCHIE</span><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Lenticchie di Colfiorito</span></strong> 500 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Carotine</span></strong> 2 medie<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Aglio</span></strong> 2 spicchi grandi<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Concentrato Triplo di Pomodoro</span></strong> 1 cucchiao<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">Peperoncino in polvere</span></strong> qb<br />
olio EVO<br />
sale<br />
<br />
le dosi sono per 6 porzioni abbondanti.<br />
<br />
Inizio con tagliare a brunoise le carotine, volgarmente: tagliate a quadratini piccoli un paio di millimetri. Poi riduco i due spicchi d'aglio in un trito sottile e metto tutto in una pentola di metallo con un bel giro di olio e faccio soffriggere a fuoco alto per qualche minutino.<br />
<br />
Nel frattempo sciacquo le lenticchie in un colino sotto l'acqua corrente e poi le aggiungo al soffritto e faccio tostare anche loro a fuoco vivace per un paio di minuti.<br />
<br>
A questo punto aggiungo 1,5 litri di acqua fredda, il peperoncino ed il concentrato di pomodoro. Confesso, il concentrato vado ad occhio ma ritengo che si possa dire che sia circa un cucchiaio da cucina. Fate attenzione: io uso il triplo concentrato non il doppio. Aggiungo il sale, copro e faccio cuocere a fuoco basso per 50 minuti circa. Assaggiate comunque dopo 40 minuti se le lenticchie sono già cotte o meno.<br />
<br />
A fine cottura verifico se devo aggistare di qualcosa tipo sale, peperoncino o passata o anche aggiungere acqua nel caso la zuppa fosse troppo asciutta. L'olio ne aggiungo sempre un pochino, ma non troppo perchè l'aggiunta finale mi piace farla nel piatto.<br />
<br />
La zuppa può essere preparata in anticipo e va servita calda ma non caldissima con un bel paio di crostoni di pane abbrustolito.<br />
</span>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-15119899622826026462020-12-02T18:44:00.011+01:002021-02-07T15:53:16.493+01:00IL GATEAU DI PATATE DI MAMMA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2020/12/il-gateau-di-patate-di-mamma.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="gateau di patate" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF_h71y5QwmkUdozZ8LmCouMTQF83ciWmjD9KxsLbq1jGnWjALW-n3auI30tZtFfidvGfa-jqPHxKq48xTL_0tx5oJqhQQ477TLKDWvx_jFQw8UbTewdWNybMTWXs3ok-22wmjVlH_H8D0/s16000/IMG_2484.JPG" title="gateau di patate" /></a></div><br />
Inauguro il nuovo layout di <b>Tracce Di Cibo</b> con questa ricetta, dopo quasi dieci anni una svecchiata ci voleva proprio. Almeno questo periodo di inattività forzata ha avuto un ripiego positivo.<div><br /></div><div>Ormai è da marzo che cucino praticamente come mai fatto in vita mia prima d'ora avendo Gio qui incastrato a Milano sin dal primo Lockdown di questo fantastico <b>2020 </b>che tutti ricorderemo come <b>il più simpatico anno bisestile del millennio</b>. In pratica è da marzo che cucino come neanche nei più gloriosi giorni di questo blog mi era capitato di fare. </div><div><br /></div><div>Tra le varie ricette rispolverate durante il ferreo primo Lockdown (sto scrivendo durante ahime! il secondo) c'è questa ricetta ereditata da mamma e rispolverata dal <a href="http://www.traccedicibo.com/p/about-francesca-pazienza.html" rel="nofollow" target="_blank">librino scritto con mani di bambina</a> di cui parlo agli albori di questa avventura blogghifera.</div><div><br /></div><div><div>All'epoca del Lockdown uscivo ogni sette a volte dieci giorni per fare provviste e, per una come me abituata a fare la spesa quotidianamente e niente scorte, questa cosa (oltre al resto) metteva un'ansia assoluta. Ovviamente bisognava fare <b>scorta di alimenti</b> sapendo che non si poteva uscire ancora non foss'altro per la fila che si doveva fare per entrare nel benedetto supermercato. Un giorno ho passato un'ora in coda prima di mettere piede all'Esselunga.</div><div><br /></div><div>Quindi fondamentale era compilare una bella listona della spesa...si ma come gestirla? Da sola (niente accompagnatori ricordate?), con i guanti, e i tempi ristretti che avevi per fare la mega spesa (c'era gente fuori ad aspettare te che uscivi!) la lista sul telefono si è rivelata un incubo, carta e penna un delirio infattibile...Se volete saperlo è finita che la spesa funzionava così: Gio fuori in macchina dal supermercato che via telefono mi teleguidava lista della spesa alla mano...mi sentivo tanto Super Mario Bros al supermercato. Sarebbe stato pure divertente se non fosse stato per il contorno e l'aria da film post apocalittico che si respirava.</div><div><br /></div></div><div>Tornando a noi ed alla ricetta quindi, il Gateau di patate, un <b>classico della cucina del sud</b>, è stato perfetto durante un periodo come quello passato perchè utilizza <b>ingredienti "stoccabili"</b> come patate, salumi, uova, mozzarella meglio "stagionatina" e non fresca fresca che fa acqua. </div><div><br /></div><div>A proposito della <b>mozzarella stagionatina</b>: a casa dei miei si usava lasciare la mozzarella fresca non consumata subito in frigorifero su un piattino senza coprirla, con il tempo si seccava e la parte esterna diventava duretta ed addirittura virava al giallo paglierino. La cosiddetta <b>mozzarella "appassita". </b></div><div>All'epoca la scadenza degli alimenti era demandata alla saggezza popolare: se il sapore/odore è buono è edibile. Ed infatti io credo che oggi a volte <b>esageriamo con il buttare alimenti</b> quando sono ancora buoni: vi posso assicurare che la mozzarella appassita era buonissima e nessuno mai è stato male, inoltre era perfetta per la pizza e ricette come il Gateau che non necessitano di liquidi. </div><div><br />A me ormai non capita mai di far appassire la mozzarella perché la consumo sempre subito e Gio non vi dico che faccia mi ha fatto quando gliel'ho proposta da mangiare...ma il rubare furtivamente un pezzo di mozzarella appassita dal frigo è un indelebile ricordo di goduria fanciullesca. <br /></div><div>Per questa ricetta non vi costringo ovviamente a fare la mozzarella appassita anche perché non voglio sulla coscienza nessuno, non sia mai che le mozzarelle ed i frigo non siano più quelli di una volta! Potete utilizzare mozzarella normale come spiego nella ricetta. <br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh97J-Lc-DB4Ag11bdiMlhBgdJHeQefSXzzubRCy0nXPxsPFv_6J35ZuF9qTSBsVaQdzvQpitjoGwOHRlTexrnFaX_Qyrp2n7x-lU8RO95u3DbBsBAchw-DKUL2X_0IO7R1evW8xPWIXUem/s0/gateau+di+patate-001.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh97J-Lc-DB4Ag11bdiMlhBgdJHeQefSXzzubRCy0nXPxsPFv_6J35ZuF9qTSBsVaQdzvQpitjoGwOHRlTexrnFaX_Qyrp2n7x-lU8RO95u3DbBsBAchw-DKUL2X_0IO7R1evW8xPWIXUem/s0/gateau+di+patate-001.jpg" /></a></div>
<br />
<span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;"><span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">GATEAU DI PATATE</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">patate</span></strong> <span style="font-size: 85%;">1000 gr (minimo 800 gr)</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">uova</span></strong> <span style="font-size: 85%;">5 medio grande (1 ogni 200 gr di patate)</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">mozzarella</span></strong> <span style="font-size: 85%;">350 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">scamorza affumicata</span></strong> <span style="font-size: 85%;">50 gr (facoltativa)</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">speck (od altro salume a scelta)</span></strong><span style="font-size: 85%;"> 3 fette spesse circa 100 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">burro leggermente salato</span></strong> <span style="font-size: 85%;">60 gr + 20 gr per finitura</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">parmigiano reggiano</span></strong> <span style="font-size: 85%;"> 30 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">pan grattato</span></strong> <span style="font-size: 85%;"> qb</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">noce moscata</span></strong> <span style="font-size: 85%;">qb</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">sale</span></strong> <span style="font-size: 85%;">qb</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">attrezzatura:</span></strong> <span style="font-size: 85%;">schiacciapatate</span><br />
<br />
le dosi sono per 6 persone<br />
<br />
Prima di tutto bisogna mettere a lessare le patate: io lo faccio nella stessa pirofila di vetro che userò poi per cuocere il gateau.<br />
Mentre le patate cuociono preparo gli altri ingredienti: inizio con tagliare a cubetti di mezzo centimetro circa la mozzarella così avrà il tempo di perdere il latte il eccesso. Continuo poi con lo speck o il salume che avete scelto, dadini di circa 2/3 mm. Se avete scelto di aggiungere anche la scamorza affumicata per un extra di affumicato consiglio di fare anche questa a dadini piccoli 2/3 mm perché non si scioglierà facilmente in cottura come la mozzarella.<br />
In una terrina apro le uova, aggiungo un pizzico di sale abbondante per ogni uovo, una abbondante grattugiata di noce moscata, il parmigiano grattugiato ed infine i 60 gr di burro sciolto. Amalgamo tutto per bene.<br />
<br />
Una volta che le patate sono cotte, dopo circa 45 minuti, le schiaccio con tutta la buccia nello schiacciapatate, la buccia si separerà da sola e non vi scotterete o perderete tempo nel tentativo di sbucciare le patate. Le patate schiacciate le metto in una terrina capiente dove verso anche il composto di uova che avevo preparato precedentemente. Amalgamo bene con l'aiuto di una forchetta.<br /><br />
Aggiungo quindi gli altri ingredienti a cubetti avendo cura di strizzare i dadini di mozzarella in modo da eliminare tutto il latte in eccesso tirato fuori.. Per ultimo aggiungo circa 4/5 cucchiai di pan grattato al composto e comunque mi regolo controllando la consistenza ottenuta. A seconda di quanto sono asciutte le patate potrebbe essere necessario aggiungere un altro paio di cucchiai di pane. Non esagerate però il composto non deve essere troppo sodo o secco. <br />
<br />
Imburro e rivesto con pangrattato una teglia in pirex dal bordo alto e ci verso il composto preparato. Con l'aiuto della forchetta livello ma non schiaccio la superficie. <br />
Spolvero con pangrattato, una abbondante grattata di noce moscata e completo con i rimanenti 20 gr di burro sciolti. Metto in forno già caldo a 180° ventilati per 30 minuti e poi per 8/10 minuti con il grill fino a quando non si forma una bella crosticina dorata.<br /><br />
Il gateau va fatto riposare almeno un'ora meglio di più prima di essere consumato, deve avere infatti il tempo di assestarsi e raffreddarsi. Va consumato infatti tiepido o a temperatura ambiente.</span></span></span></div>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-42261585043489614402020-05-11T18:28:00.008+02:002021-02-07T15:53:34.386+01:00MUFFIN CIOCCOLATOSISSIMI E MORBIDOSI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2020/05/muffin-cioccolatosissimi-e-morbidosi.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="muffin al cioccolato" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlDODgd_MF5m9IZiaw28Xdza8EkgfXqSS2f60C05LLf05Ib0nS-Kbt-jrC7OBAogHo2knl6_Rya1SAONG7b4vKdW3yv2rIRnl0-NOdofQpaGNOVqB5tuBkiDYzGo_QGLZtpgwEyQQo2i_K/s16000/IMG_1236.JPG" title="muffin al cioccolato" /></a></div><br />
Allora, oggi mentre preparavo questi muffin mi sono detta che tassativamente dovevo pubblicare questa ricetta.<br />
<br />
Dopo centinaia, si non ho sbagliato, centinaia di muffin al cioccolato che ho sfornato in questi ultimi anni per le colazioni di <a href="http://www.homebbmilano.com/" target="_blank">HOME </a>sono stufa di non aver mai pubblicato la ricetta. <br />
In pratica si tratta di una variante del <a href="http://www.traccedicibo.com/2009/05/dark-cioccolate-blueberry-muffin.html" target="_blank">muffin al cioccolato e mirtilli</a> pubblicata agli albori del blog con qualche modifica al procedimento fatta nel tempo grazie all'esperienza.<br />
<br />
Il motivo per cui infatti mi sono anche decisa a pubblicare questa nuova variante di muffin è che da pochi giorni ho fatto una aggiunta davvero golosa...<br />
Qualche giorno fa' appunto mi avanzava una tavoletta di cioccolato fondente...storia lunga...di <a href="http://www.traccedicibo.com/2020/05/quasi-sorbetto-al-cioccolato-fondente.html" rel="nofollow" target="_blank">gelati al cioccolato mal riusciti</a>... argomento scottante su cui vi aggiornerò a breve...ma la cosa importante è che ho deciso di aggiungerla all'impasto dei muffin ed il risultato è stato notevole.<br />
<br />
Quando ho assaggiato il primo muffin così modificato sono rimasta davvero stupita di come la tavoletta di cioccolato avesse dato tanta intensità e morbidezza. Ora sono diverse volte che li preparo con questa variante e devo dire che sono talmente buoni che ho deciso che dovevano assolutamente avere un post tutto loro!<br />
<br />
<span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;"><span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">MUFFIN AL CIOCCOLATO FONDENTE</span><br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">farina 00</span></strong> 265 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">cacao amaro in polvere</span></strong> 35 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">cioccolato extra fondente 70%</span></strong> 100 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">banana</span></strong> 1 media<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">yogurt bianco</span></strong> 250 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">latte intero</span></strong> 100 gr + 50 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">burro leggermente salato</span></strong> 100 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">zucchero</span></strong> 130 gr<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">uova</span></strong> 3 medio grandi<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">gocce di cioccolato fondente</span></strong> 12 cucchiai<br />
<strong style="font-weight: bold;"><span style="font-size: 120%;">bicarbonato</span></strong> 10 gr<br />
<br />le dosi sono per 12 muffin<br />
<br />
Nel bicchiere del frullatore del Kenwood metto le uova, 100 gr del latte, il burro sciolto, il cacao, la tavoletta di cioccolato, la banana e lo zucchero e faccio frullare per un paio di minuti scarsi. Il cioccolato rimarrà in pezzetti piccoli e renderà un po' granuloso il composto ma va bene così in cottura si scioglieranno e non ci saranno grumi.<br />
<br />
In una terrina capiente setaccio la farina con il bicarbonato, aggiungo quindi il composto liquido frullato, e con l'aiuto di una frusta amalgamo il tutto. Quando è tutto omogeneo aggiungo lo yogurt ed il restante latte verificando prima se ce n'è davvero bisogno. Io infatti a seconda di quanto è morbido o meno il composto decido se aggiungere gli ultimi 50 gr di latte. Se comunque il il composto risulta troppo liquido non è un problema basta aggiungere un goccio di farina. L'impasto comunque deve essere morbido.<br />
<br />
Divido il composto in 12 pirottini da muffin con cui ho foderato lo stampo da muffin aiutandomi con un porzionatore da gelato in modo da suddividere in modo omogeneo l'impasto. Infine ricopro l'impasto di ogni muffin con un cucchiaio raso di gocce di cioccolato fondente per dare una copertura croccante. Normalmente per evitare che si fondano in forno conservo le gocce di cioccolato nel congelatore in modo che siano freddissime al momento di infornarle.<br />
<br />
Metto a cuocere in forno già caldo a 180° ventilato per 20 minuti. <br />
<br />
Una volta sfornati metto i muffin a raffreddare su una gratella.<br />
<br />
Si possono congelare una volta freddi e scongelare la sera prima per la mattina oppure usando il programma di scongelamento rapido del pane del microonde al momento dell'utilizzo.</span></span><br /></span>
<br />
Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-83016097743693708222020-04-18T10:48:00.012+02:002021-02-07T15:53:54.553+01:00GELATO AL CAFFE' CREMOSISSIMO MA SENZA PANNA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2020/04/gelato-al-caffe-cremosissimo-ma-senza.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Gelato al caffè, gelato senza panna" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwdi7auj86sgGlx0tCUeNgSNt29hAGEiwExjkISmBQntMHrEwq0PloZ7dFR6ozT1t55pvPjt4cgOp4wFUc4Bzs9h3gYL_wCTsz-qK6s1h1At9bdiGDdWgVPzrXJlESBsg9L1oZHoqegqrU/s16000/IMG_1188.JPG" title="Gelato al caffè" /></a></div><br />
Da quando è iniziato questo <b>lockdown</b>, ormai sei settimane fa, la nostra gelateria preferita ha dovuto chiudere insieme alla maggior parte degli esercizi commerciali e così, per sopravvivere alla situazione surreale da film catastrofista che stiamo vivendo, ho pensato di rispolverare la mia fida gelatiera: una <b>Gaggia, vecchia generazione</b> che ora non producono più e che funziona alla perfezione dopo non so più quanti anni... Probabilmente regalo di Gio, vi dico solo che è più vecchia del mio fedelissimo Kenwood Chef per gli amici Ken.<br />
<br />
Insomma, andando al sodo, la storia è che da inizio marzo ho iniziato a produrre un batch di gelato da consumare dopo cena ogni circa cinque giorni... Sì, lo sò!...niente palestre, tanto gelato...ma ho deciso che la mia bilancia è stata hackerata (gli stessi del sito dell'INPS) quindi... 😏<br />
<br />
<b>Fare il gelato non è facile</b> soprattutto se si vuole farlo bene: lo vuoi cremoso ma non grasso, lo vuoi arioso e non una mattonella di cemento, dolce ma non stucchevole... insomma <b>se la pasticceria è matematica allora l'arte del gelato è meccanica quantistica</b>. <div><br /></div><div>Vi dico che, se solo per sbaglio un giorno come me nel fare il gelato vorrete documentarvi un minimo, aprirete una voragine che vi inghiottirà per sempre e vorreste avere a portata di mano la pillolina di Matrix per dimenticare di aver scoperto che esiste un <b>famigerato Bilanciamento della miscela</b>! Da allora, da quella maledetta lettura di libro o articolo che sia, sarete per sempre perseguitati dalle parole <b>Grassi</b>, <b>Destrosio equivalente</b> e dai temibili <b>SLNG </b>(per i felici ignoranti = Solidi del Latte Non Grassi). La sola parola <b>Overrun </b>farà scendere un brivido di terrore lungo la vostra schiena.
<br />
Ora, non so se per fortuna o fatalità, ma ho trovato una formulazione per il gelato al caffè incredibilmente morbido e cremoso anche appena uscito dal congelatore che al palato resta piacevolmente amaro e non grasso.<br />
<br />
La prima volta che ho prodotto il gelato ho fatto il mio <a href="http://www.traccedicibo.com/2010/08/sorbetto-al-lampone.html" rel="nofollow" target="_blank">sorbetto al Lampone</a> avendo in casa un avanzo di lamponi congelati, e zucchero acqua e bianco d'uovo a portata di mano; ma, finiti quelli, mi sono dovuta arrangiare con quello che avevo in casa in quel momento dato che nella nuova realtà del mondo la spesa non si fa tutti i giorni. Così, messa la testa nel mio frigo, ho tirato fuori il burro di cacao e il latte; dalla dispensa poi ho preso il Nescafè, la farina di Xantana e sciroppo di Glucosio... ora lo so che mi state per mandare tutti a quel paese... non è normale avere a casa <b>Burro di cacao</b>, <b>Glucosio </b>e <b>Xantana</b>, ma io per fortunate circostanze li avevo, e la cosa più importante è...che hanno funzionato!</div><div>
<br />Ora, visto che <b>mi piacete ignoranti e felici</b>, non vi dico una cippa sul bilanciamento e sulla tecnica del gelato: <b>Trust Me</b>, procuratevi il necessario e seguite la ricetta nella vostra beata felice ignoranza e non ve ne pentirete.</div><div><br />
Per i masochisti: se volete avere una idea di cosa vi aspetta trovo completa ed interessante <a href="https://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/preparazione-del-gelato.html" rel="nofollow" target="_blank">questa lettura</a>.</div><div><br />
<br />
<span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;"><span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">GELATO AL CAFFE'</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Latte intero fresco</span></strong> <span style="font-size: 85%;">420 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Nescafè Gold</span></strong> <span style="font-size: 85%;">22 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Zucchero semolato (saccarosio)</span></strong> <span style="font-size: 85%;">100 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Latte magro in polvere</span></strong> <span style="font-size: 85%;">20 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Glucosio disidratato DE 36-40</span></strong> <span style="font-size: 85%;">35 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Burro di cacao</span></strong> <span style="font-size: 85%;">15 gr </span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Inulina</span></strong> <span style="font-size: 85%;">15 gr oppure 20 di Burro di Cacao </span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Farina di Xantana</span></strong> <span style="font-size: 85%;">1 pinch</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">Cioccolato fondente</span></strong> <span style="font-size: 85%;">30 gr</span><br />
<br />
<strong><span style="font-size: 120%;">attrezzatura necessaria:</span></strong> <span style="font-size: 85%;">macchina del gelato con compressore, frullatore ad immersione, abbattitore (optional)</span><br />
<br />
le dosi sono per 4/6 persone <br />
<br />
Il gelato vuole tempo, possibilmente quindi si inizia a preparare la miscela il giorno prima della produzione per avere i tempi giusti per ogni fase di preparazione del gelato.<br />
<br />
Il giorno prima ho messo in un pentolino il latte, gli zuccheri (saccarosio e glucosio), il burro di cacao ed ho fatto scaldare a 85 gradi per 2 minuti circa per la fase di <b>Pastorizzazione</b>. <br />
<br />
Nel frattempo nel bicchiere del minipimer ho messo il Nescafè, il latte in polvere e la Xantana e l'Inulina se presente. Finita la pastorizzazione ho versato il liquido caldo sulle polveri ed ho miscelato molto bene con il minipimer per un paio di minuti per la fase di <b>Omogenizzazione </b>della miscela. Questa fase permette di frantumare le molecole di grasso in particelle piccolissime e farle rimanere in sospensione nel liquido. <br />
<br />
Ora in teoria se avete un abbattitore usatelo per abbassare il più in fretta possibile la miscela (in modo da abbattere la carica microbica) che poi va messa in frigo fino all'utilizzo. Se non avete un abbattitore aspettate che si raffreddi e poi mettetela in frigorifero per la fase di <b>Maturazione</b> che dovrebbe durare dalle 6 alle 12 ore a bassa temperatura ovvero i 5 gradi del frigorifero.<b> </b> La maturazione è fondamentale perchè permette alle sostanze solide di idratarsi completamente e agli stabilizzanti di...fare il loro dovere e stabilizzare!<br /><br /></span></span></span></div><div><span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;">Il giorno dopo, quattro ore circa prima di passare alla produzione del gelato metto la miscela, le pale ed il cestello della gelatiera nel congelatore per abbassare il più possibile la loro temperatura e ce li tengo fino al loro utilizzo. Mezz'oretta prima accendo anche la macchina in modo che sia perfettamente in temperatura per la produzione.<br />
<br />Per la fase di <b>Mantecatura, </b></span></span></span><span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "Architects Daughter";">che è la fase in cui la miscela raffredda ed incorpora aria, </span><span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "Architects Daughter";">tiro fuori pale e cestello e le metto nella macchina. Poi tiro fuori la miscela dal congelatore e omogenizzo per un paio di minuti con il frullatore ad immersione e controllo la temperatura dovrebbe essere il più vicino possibile ai -5 gradi, temperatura ottimale per l'</span><b style="background-color: #f3f3f3; font-family: "Architects Daughter";">Overrun</b><span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "Architects Daughter";">. Metto poi la miscela nella macchina per il gelato e faccio partire: ormai il dato è tratto!</span></div><div><span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;">
<br />
Qualche minuto prima che il gelato sia pronto aggiungo il cioccolato fondente fatto a pezzi grossolani. <br />
<br />
Una volta terminata la mantecatura metto tutta la vaschetta (con ancora la pala) nel congelatore per circa un'ora in modo da <b>farlo raffreddare e consolidare</b>. Dopo così sarà più facile estrarre il gelato e riporlo nella suo contenitore per la conservazione senza far sciogliere troppo il gelato. Il gelato infatti appena uscito dalla macchina è ad una temperatura non molto bassa. Io metto anche il <b>contenitore vuoto nel congelatore</b> in modo che sia freddo quando ci metto il gelato.<br />
<br />
Tenete il gelato nel congelatore fino all'utilizzo che a mio giudizio non va fatto prima di 4 ore. Secondo me infatti anche dopo la mantecatura il <b>gelato va fatto maturare perchè cambia leggermente il suo sapore</b>.<br />
<br />
Questo gelato appena uscito dal congelatore sarà subito cremoso o al massimo dopo un minuto a temperatura ambiente.<br />
</span></span></span></div>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-311719138162314462020-03-24T18:10:00.003+01:002021-02-07T15:54:07.860+01:00INSALATINA DI MARE PER VIAGGIARE CON LA MENTE<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2020/03/insalatina-di-mare-per-viaggiare-con-la.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="insalata di mare, seppie, gamberi, vongole" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg7YcXz6L0ywD8gqnpYKK3CpCPYywB__laBLDhyphenhyphenOP-rfzadEqGw7BpG2fUl8PjSpk3csiC3NX6Ii2b_MEryNPwG0x1BoeAR2Wx31K605yPyDNm-jWEXCTHNvhoIRwZPho7SvaQ5m_wGK0c/s16000/IMG_1143.JPG" title="insalata di mare" /></a></div><br />
Tutta colpa di quelle seppioline in busta che mi guardavano dal congelatore dell'Esselunga!<br />
<br />
Diversi giorni fa, quando ancora la spesa poteva essere un momento di relax, senza coda, senza guanti, senza stress di dimenticarsi qualcosa della provvista settimanale, rilassandomi tra un corridoio ed un altro dell'Esselunga mi erano caduti gli occhi su una busta di seppioline surgelate. Stranissimo!! Io il pesce congelato non lo compro mai, non che lo snobbi perchè come molti pensi sia di serie B, semplicemente il pesce congelato non rientra nelle mie ricette. <br />
<br />
Queste seppioline surgelate sono rimaste li, nel limbo del mio retro cranio, fino a qualche giorno fa in cui la necessità di dover fare la spesa per una scorta settimanale, me le ha fatte tornare in mente. Quindi sono andata nel reparto congelati e le ho prese assieme a gamberetti e vongole pensando che fossero perfette per stare nel congelatore fino a quando non averei deciso di trasformarli in una appetitosa...insalata di mare!<br />
<br />
L'insalata di mare l'adoro ed è perfetta per questi giorni in cui disgraziatamente siamo tutti chiusi in casa e non possiamo viaggiare se non che con la nostra mente attraverso i nostri ricordi. L'insalata di mare mi ricorda infatti i giorni d'estate al mare a casa dai miei genitori dove c'era una gastronomia di pesce fantastica che preparava ogni ben di Dio. La scelta era talmente vasta che e per almeno le prime dieci volte che ci entravi restavi in stato catatonico davanti al bancone per buon dieci minuti incapace di decidere cosa NON prendere. Specialmente d'estate noi quasi tutti i giorni passavamo di lì per recuperare la cena serale o il pranzo al sacco per il mare e nei sacchetti immancabili erano gli spiedini di pesce e l'insalatina di mare.<br />
<br />
Mangiare la tua insalatina di mare all'ombra dell'ombrellone con i piedi nella sabbia e lo sguardo perso tra la risacca del mare sono ricordi fantastici! <br />
Ed è proprio per questi ricordi e l'attesa di altrettanti nuovi e bei ricordi che ho cucinato questa appetitosa e anche salutare insalatina di mare. Spero faccia viaggiare con la mente anche voi :)<br />
<br />
<span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;"><span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">INSALATINA DI MARE</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">seppioline congelate</span></strong> <span style="font-size: 85%;">800 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">gameberi surgelati sgusciati</span></strong> <span style="font-size: 85%;">800 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">vongole surgelate sgusciati</span></strong> <span style="font-size: 85%;">400 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">sedano verde</span></strong> <span style="font-size: 85%;">4/5 coste</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">limoni</span></strong> <span style="font-size: 85%;">2/3</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">olio extravergine</span></strong> <span style="font-size: 85%;">8 cucchiai<br />
sale qb</span><br />
<br />
le dosi sono per 8 persone circa<br />
<br />
La ricetta è molto semplice, inizio a lessare le seppioline ancora congelate in acqua bollente leggermente salata. Faccio cuocere 20 minuti a pentola coperta e fuoco alto; essendo surgelate l'acqua riprenderà il bollore solo negli ultimi 5 minuti circa ma va bene così. Se il tempo di cottura vi sembra esagerato ricordatevi che le seppie più sono piccole e più sono dure e quindi vanno cotte più a lungo. Una volta cotte le seppioline le scolo con una schiumarola in una pirofila bella grande senza preoccuparmi se c'è un piccolo residuo di acqua che anzi servirà per condire e lasciare umida l'insalatina senza usare troppo olio. <br />
<br />
Una volta finito con le seppioline procedo nello stesso modo (e usando la stessa acqua) prima con i gamberetti che lascio cuocere per 10 minuti ed infine con le vongole che cuocio 5 minuti. Tutto il pesce va cotto da surgelato.<br />
<br />
Mentre il pesce si stiepidisce leggermente nella pirofila procedo a preparare il sedano. I gambi da usare per me sono quelli di mezzo ovvero non quelli esterni troppo fibrosi ma nemmeno quelli centrali troppo teneri e delicati come sapore. Vanno tagliati a mezzo centimetro di altezza ed eventualmente la costa divisa a metà per la lunghezza se le coste sono larghe. <br />
<br />
Aggiunto il sedano al pesce e procedo con l'ultimo passaggio che è la vinagrette di condimento: in un bicchiere o ciotolina spremo il succo di 2,5 limoni poi aggiungo il sale (direi almeno 4 pizzichi abbondanti) e 8 cucchiai di olio extravergine di ottima qualità. Mescolo tutto con energia fino a far diventare il composto omogeneo ed opaco e verso sul pesce. Assaggiate e se l'acidità e la sapidità non sono sufficienti aggiungete ancora altro limone/sale, l'olio invece dovrebbe essere sufficiente ma liberi di aggiungerlo.<br />
<br />
Consiglio vivamente di preparare l'insalata di mare con largo anticipo, almeno un paio di ore perchè dovrà insaporirsi, e di girare di tanto in tanto in modo da marinare tutto il pesce nel condimento. Se non è una giornata estiva estremamente calda potete tenere l'insalata di mare fuori dal frigo a temperatura ambiente dopo averla preparata e in attesa di consumarla. Per periodi più lunghi o caldi invece va riposta in frigo per la conservazione. Si conserva per un paio di giorni in frigorifero. <br />
<br />
L'insalata va consumata a temperatura ambiente o leggermente tiepida, si può scaldare con attenzione nel microonde.<br />
</span></span></span>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-47837240246058681462020-01-24T19:12:00.004+01:002021-02-07T15:54:19.430+01:00MUFFIN GLUTEN FREE CIOCCOLATO E BANANA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2020/01/muffin-gluten-free-cioccolato-e-banana.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="muffin gluten free, cioccolato, banana" border="0" data-original-height="1150" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhL7UUQUxBPliEY41LeqEORJSenpD499AqEa75o9PjrVDBJz9r8_fc8nWSm2Z1DP2SMZ14DjJ2KrY69BX1nAyysHIQaR9Ij7IPMC7_1IWIdJS-JNOMYNhF6hMPBnqsURiclQAR6FF-JFhOI/s16000/IMG_0730.JPG" title="muffin gluten free cioccolato e banana" /></a></div><br />
Finalmente! E si già perché è da mesi che sta ricetta era appuntata sul mio librone delle prove ed avevo davvero paura di perderla tra i mille appunti di ricette mai fatte, mal riuscite, in gestazione ed in attesa di pubblicazione... Il problema era che, a parte non aver tempo di scrivere il post, cucino sempre i muffin di pomeriggio tardi o sera e non riuscivo mai a fare una foto decente...non che questa sia riuscitissima...ma almeno è una foto.<br />
<br />
Per <a href="http://homebbmilano.com/"><b>HOME</b></a> spesso mi chiedono colazioni di tutti i tipi: lacto free, diariy free, vegane, vegetariane, kosher (argh!) e quindi quando la richiesta è una "semplice" colazione gluten free faccio i saldi di gioia... <br />
<br />
Diversi mesi fa quindi preparando appunto una colazione gluten free avevo a portata di mano come al solito banane in avanzo (diventano subito nere e non si possono presentare nel buffet) così ho pensato di preparare un muffin usando le banane che danno una buona consistenza all'impasto e poi, per essere proprio ruffiana, ci ho aggiunto un saaaacco di cioccolata che tanto piace a tutti... :) <br />
Devo dire buona la prima: ovvero al primo tentativo i muffin sono riusciti buonissimi e tutte le volte che li propongo piacciono a tutti Giò compreso e se non dicessi che sono gluten free nessuno mai lo immaginerebbe. Infatti ne ho sempre pronti nel congelatore per qualche celiaco dell'ultimo minuto :)<br />
<br />
Visto l'ottima riusciuta ed il gradimento di questi muffin ho quindi guardato a vista questa ricetta miracolosa fino a oggi che finalmente ho rubato una foto dal buffet della colazione e così finalmente posso pubblicarla!<br />
<br />
Il prossimo tentativo che mi frulla per la testa è trasformare questa ricetta da muffin in una torta. Se e quando ci proverò vi renderò conto debitamente qui dei risultati.<br />
<br />
Buon divertimento se ci provate.<br />
<br />
<span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;"><span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">MUFFIN CIOCCOLATO E BANANA GLUTEN FREE</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">banane</span></strong> <span style="font-size: 85%;">2+2 medio grandi</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">cioccolato fondente</span></strong> <span style="font-size: 85%;">100 gr al 70%</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">cacao amaro</span></strong> <span style="font-size: 85%;">40 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">uova</span></strong> <span style="font-size: 85%;">3 medio grandi</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">zucchero</span></strong> <span style="font-size: 85%;">160 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">yogurt bianco</span></strong> <span style="font-size: 85%;">100+200 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">burro leggermente salato</span></strong> <span style="font-size: 85%;">100 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">farina di riso</span></strong> <span style="font-size: 85%;">150 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">bicarbonato</span></strong> <span style="font-size: 85%;">10 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">zucchero di canna</span></strong> <span style="font-size: 85%;">qb</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">fave di cacao</span></strong> <span style="font-size: 85%;">db sono opzionali</span><br />
<br />
le dosi sono per 12 muffin<br />
<br />
Prima di tutto sciolgo al microonde il burro con il cioccolato.<br />
Nel frattempo nel boccale del frullatore del mio fido Ken ci metto le uova, lo zucchero, 2 banane a pezzi, il cacao e 100 gr di yogurt. Unisco il burro ed il cacao sciolti e faccio frullare tutto per un paio di minuti.<br />
Verso il composto frullato in una terrina capiente e ci aggiungo la farina di riso e il bicarbonato setacciati insieme. Mescolo e da ultimo aggiungo gli altri 200 gr di yogurt.<br />
Verso il composto dividendolo nei pirottini con cui ho foderato lo stampo per muffin con l'aiuto di un porzionatore da gelato.<br />
<br />
A questo punto non resta che dividere le due banane che residuano nei muffin: ne taglio 24 pezzi e ne infilo due per muffin. Spolvero infine con abbondante zucchero di canna e qualche pezzo di fava di cacao. La fava di cacao è optional se non l'aveteè ok. Io l'ho messa per dare un po' di croccantezza e gusto di cioccolato in più. Potreste sostituirla con pezzi di nocciola oppure...niente! :)<br />
<br />
Metto a cuocere in forno caldo a 180° ventilato per 20 minuti.<br />
I muffin possono essere fatti raffreddare e poi congelati se volete.</span>
</span></span>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-6794399952386376222020-01-10T09:03:00.006+01:002021-11-25T13:13:03.308+01:00TORTA DI MELE DOUBLE FACE: CLASSICA & RUSTICA <a href="http://www.traccedicibo.com/2020/01/torta-di-mele-double-face-classica.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img alt="torta di mele, grano saraceno" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNK2d49qmVm6f-ULjOYqfvQvXOVUAHlF7mVaX0ORisnzIPN0YHE5I6p7TvqNk5m0XcSFfOY332tZO-yz3z5KS_Bxa02D_cpph7rJqNb90-HJXbdDZa72ysFCVxJ1kzbhBU-lIl0Jsje0Mx/s16000/IMG_0689.JPG" title="torta di mele double face" /></a>
<br />
Qualche tempo fa mi sono ricordata che da piccolina era piuttosto famosa per la mia torta di mele e che sono anni che non la faccio più. Ho pensato che poteva essere interessante inserirla per le colazioni di <a href="http://www.homebbmilano.com/" rel="nofollow" target="_blank">HOME</a> e così mi sono messa alla ricerca della ricetta che...non so bene se ho trovato o meno...cioè ho trovato una ricetta di quando avrò avuto circa 10 anni...ma non so poi se è proprio quella "famosa"...<br />
Comunque, con le modifiche/aggiunte che 40 anni di ulteriore cucina mi hanno insegnato, ho partorito una ricetta che pare non abbia nulla a che invidiare a quella di quando ero bambina a detta di amici e clienti. La prova del nove è stata Gio che ha apprezzato tantissimo nonostante la presenza di scorza di limone (ahahah!!) che mi rinfaccia sempre che non c'entra niente (secondo lui ovviamente) sgrunt...<br />
Visto che la versione con la farina 00 ha avuto un gran successo, ho voluto provare anche una versione con la farina di grano saraceno che ben si accompagna secondo me a questo tipo di torta. Questa versione, rispetto a quella classica con farina 00, è nell'aspetto più rustica ma la trovo più complessa nel sapore. Quale scegliere? sinceramente non saprei: tutte e due sono piaciute molto, ognuna delle versioni è simile ma comunque diversa dall'altra. In pratica una torta double face. :)<br />
<br />
Non vi resta che provare anche voi tutte e due le versioni ed eventualmente farmi sapere il responso.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2020/01/torta-di-mele-double-face-classica.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="torta di mele, grano saraceno" border="0" data-original-height="1108" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9qyTFyGalCjhYTVjREcXaiHhcOYOvMv57adP5h01WVjia3awqUEl0Kl_uwxOAjOZ70YwLhyphenhyphentCx1LRZY6y4hCxvM6-YEFnmiJQMUWDsx6Kyz6po-QKuovxak1cbmgWUkrJlaMTvesDJfSL/s16000/torta+di+mele.jpg" title="torta di mele double face" /></a><br />
<span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;"><span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">TORTA DI MELE DOPPIA VERSIONE</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">farina 00 (*)</span></strong> <span style="font-size: 85%;">250 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">zucchero</span></strong> <span style="font-size: 85%;">125 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">uova</span></strong> <span style="font-size: 85%;">4 medio grandi</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">burro lurpak salato</span></strong> <span style="font-size: 85%;">125 gr+ qb per tortiera</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">mele rosse stark</span></strong> <span style="font-size: 85%;">4 medie circa 750 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">lievito</span></strong> <span style="font-size: 85%;">1 bustina</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">limone biologico</span></strong> <span style="font-size: 85%;">1 possibilmente verde</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">gelatina spray</span></strong> <span style="font-size: 85%;">qb</span><br />
<br />
<strong><span style="font-size: 120%;">(*)</span></strong> <span style="font-size: 85%;">sostituire 150 gr con grano saraceno per la versione rustica</span><br />
<br />
le dosi sono per una tortiera da 24 cm di diametro con anello removibile<br />
<br />
Per prima cosa ho pelato tutta la buccia dal limone con l'aiuto di un pelapatate facendo attenzione a non raschiare anche la parte bianca che è amara. Io scelgo limoni verdi perché mi sembrano più aromatici. Ho messo quindi in un tritatutto le scorze e lo zucchero ed ho fatto andare fino a triturare completamente le scorze di limone. <br />
Ho spremuto quindi il limone in una boule in attesa di tuffarci le mele. All'inizio ho sbucciato con il pelapatate solo le 2 mele che inserirò nell'impasto e le ho affettate finemente, circa 2/3 mm di spessore, e messe nella boule con il succo di limone per non farle annerire. <br />
A questo punto in una ciotola capiente ho unito le uova, lo zucchero con la scorza, il burro fuso ed ho montato con le fruste a mano per bene. Per ultimo ho aggiunto all'impasto la/le farine (a seconda delle versioni) con il lievito tutto setacciato insieme. Come ultimo ingrediente ho aggiunto all'impasto le mele sbucciate scolandole dal succo in eccesso. Mi raccomando lasciate il succo nella ciotola perché servirà per le altre due mele...<br />
Ho girato l'impasto con una spatola perché a questo punto è più comoda della frusta. <br />
<br />
Ho versato quindi l'impasto con le mele nella tortiera imburrata (non dovrebbe servire di infarinarla se è antiaderente) ed ho livellato bene eventuali gobbine dovute alle mele. Non resta quindi che sbucciare le altre due mele, tagliarle dello stesso spessore di prima e passarle nel limone. Io come decoro sono abituata a fare due cerchi iniziando da quello esterno e successivamente quello interno sovrapponendo leggermente le fettine del cerchio esterno, mentre quello interno tendo più a "infilzarle" nell'impasto. Comunque fate come volete e regolatevi man mano che inserite le fettine su quanto strette devono essere, comunque un po' di irregolarità non è un problema dato che la torta crescerà negli interstizi.<br />
<br />
Ho infornato a 180° ventilato per 25 minuti poi ho abbassato a 160° per altri 15 minuti. In questo modo la torta non dovrebbe seccare troppo, regolatevi con il vostro forno perchè ognuno pultroppo cuoce diversamente... Una volta raffreddata (ci vorrà almeno 1 ora) si potrà sformare la torta con cautela e finirla con la gelatina spray che le darà lucentezza ed un aspetto meno rustico. </span></span></span><span><a name='more'></a></span><span><!--more--></span><span><!--more--></span>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-20194869846073016162020-01-01T15:04:00.008+01:002023-01-22T13:04:48.717+01:00FALAFEL E SALSA TAHINA VERDE PER CAPODANNO <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.traccedicibo.com/2020/01/falafel-e-salsa-tahina-verde-per.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="falafel e salsa tahina verde" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrPAJnvcXq9ikONIgkGv5hMR8VmVWcPbTl7d3vn2mSI59A9bVNYHqKaRGA48DWUn4ox7WS4L6gNik3eCzhO5i5nPZcpnl2To2yLtK5wFqHbIy2wunvEZ4mh3nhcuGC42h0KfD2dJuqCwWv/s16000/IMG_0704.JPG" title="falafel e salsa tahina verde" /></a></div><br />
Un post a capodanno?? O_O<br />
Ma questo vuol dire che...farò post tutto l'anno!! ahahah...<br />
Perdonatemi sarà un residuo di sbornia di ieri sera... ma veniamo alla ricetta.<br />
<br />
Per festeggiare capodanno quest'anno ho preparato degli ottimi Falafel con salsa Tahina verde e poichè (ahimè) sono davvero ignorante di cucina medio orientale mi sono prima documentata in giro ed ho trovato utile, soprattutto per il metodo di preparazione, questo <a href="https://www.bonappetit.com/recipe/fresh-herb-falafel" rel="nofollow" target="_blank">link</a> dove si propone una preparazione in due step dell'impasto: prima si tritano i ceci poi il resto ed infine si mischia tutto insieme. Trovo che in questo modo si riesca a fare prima e meglio nel tritare grossolanamente ma in modo uniforme tutti gli ingredienti che è un po' il segreto della ricetta. Soprattutto perchè le quantità richiedono un mixer di una certa grandezza.<br />
<br />
Altro segreto della ricetta ho scoperto è quello di usare tassativamente i ceci secchi fatti rinvenire in acqua e usati non cotti, mentre tutti sconsigliano di usare quelli già cotti e pronti. A dire la verità io la prova l'ho fatta anche con quelli che sono i <a href="https://nonsolobuono.it/conserve-della-nonna/prodotti/legumi/i-nostri-legumi/ceci-giganti/" rel="nofollow" target="_blank">mie ceci preferiti</a>: a venire sono venuti, ad essere buoni erano buoni, e quindi qual'è il problema direte voi? forse la texture finale del Falafel è leggermente diversa. Non sono sicura, soprattutto non sono sicura che la differenza valga l'attesa delle 10 ore per far rinvenire i ceci secchi.... e quindi di sicuro farò ancora la prova con i ceci già pronti e vi saprò dire il giudizio finale. Stand by :).... <br />Ok, dopo numerose prove, direi che sono fattibili in tutti e due i modi ma se volete i Falafel dalla texture originale è meglio farli con quelli secchi... 😋<br />
<br />
Prima di lasciarvi alla ricetta posso solo dire che i Falafel si sono rivelati facili e divertenti da preparare, buoni da mangiare ed un ottimo aperitivo soprattutto se accompagnati dalla sua salsina di Tahina. Inoltre se avete sottomano una pita potete farcila con insalata i sopraddetti falafel e salsa tahina. Unico aspetto negativo della ricetta che vi propongo è il numero elevato di ingredienti.<br />
<br />
Infine confesso: non ho preso appunti per le quantità precise utilizzate per la salsa Tahina verde (sob) così per ora indico le quantità indicative ma prometto che appena la rifaccio aggiorno le quantità!<br />
<br />
<span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;"><span style="font-size: 130%; font-weight: bold;">FALAFEL CLASSICHE DI CECI E SALSA TAHINA VERDE</span><br /><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">-> per i falafel:</span></strong> <br />
<strong><span style="font-size: 120%;">ceci secchi</span></strong> <span style="font-size: 85%;">250 gr diventeranno il doppio circa </span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">cipolla dorata</span></strong> <span style="font-size: 85%;">1 piccola</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">aglio</span></strong> <span style="font-size: 85%;">1 spicchio grande</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">coriandolo</span></strong> <span style="font-size: 85%;">40 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">prezzemolo</span></strong> <span style="font-size: 85%;">20 gr</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">peperone verde piccante</span></strong> <span style="font-size: 85%;">1 medio</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">cardamomo</span></strong> <span style="font-size: 85%;">2 bacche</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">cumino in polvere</span></strong> <span style="font-size: 85%;">4 dash</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">farina di ceci</span></strong> <span style="font-size: 85%;">4 cucchiai almeno</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">sale kosher</span></strong> <span style="font-size: 85%;">8 grammi</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">olio semi di arachidi</span></strong> <span style="font-size: 85%;">qb per friggere</span><br />
<br />
<strong><span style="font-size: 120%;">-> per la salsa tahina verde:</span></strong> <br />
<strong><span style="font-size: 120%;">tahina</span></strong> <span style="font-size: 85%;">120 gr circa</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">coriandolo</span></strong> <span style="font-size: 85%;">20 gr circa</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">prezzemolo</span></strong> <span style="font-size: 85%;">20 gr circa</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">cumino in polvere</span></strong> 2<span style="font-size: 85%;"> dash circa</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">succo di limone</span></strong> <span style="font-size: 85%;">1 limone circa</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">aglio</span></strong> 1<span style="font-size: 85%;"> spicchio</span><br />
<strong><span style="font-size: 120%;">acqua</span></strong> <span style="font-size: 85%;">qb</span><br />
<br /><strong><span style="font-size: 19.2px;">attrezzatura:</span></strong> <span style="font-size: 13.6px;">termometro per fritti, dosatore per falafel o scoop per gelato</span></span></span></span><div><span style="background-color: #f3f3f3;"><span><span style="font-family: Architects Daughter;"><span style="font-size: 13.6px;"><br /></span> le dosi sono per 22 Falafel.<br />
<br />
Per preparare i Falafel prima di tutto ho messo a bagno i ceci secchi per tutta la notte. A fine ammollo si saranno ingranditi del doppio circa sia di dimensione che di peso. Li ho scolati ed <b>asciugati bene con un canovaccio</b> e li ho tritati grossolanamente ad impulso in un tritatutto capiente. La consistenza finale dovrà essere <b>grossolana similare alla granella di nocciole</b> per intenderci.<br />
Ho messo quindi i ceci tritati in una ciotola e nel tritatutto ho messo tutti gli altri ingredienti <b>tranne la farina di ceci.</b> Per aiutare consiglio di tagliare grossolanamente gli ingredienti prima di metterli nel tritatutto. Ho proceduto anche qui ad impulso controllando spesso la <b>dimensione del trito che dovrà essere similare, ma leggermente più fine, di quella dei ceci</b>. Ho quindi unito il trito di aromi a quello di ceci già nella ciotola. A questo punto ho aggiunto l'ultimo ingrediente ovvero la farina di ceci. Consiglio di iniziare con <b>4 cucchiai e poi aggiungerne altra se necessario se l'impasto sembra troppo bagnato</b>. <br />A questo punto, se avete tempo consiglio di <b>attendere una mezz'ora</b> prima di formare i falafel per avere una <b>texture più compatta</b>, ma se non avete tempo potete iniziare subito. Io formo delle palline di circa 2,5/3 cm di diametro. Potete aiutarvi con un porzionatore da gelato.<br />
<br />
Formati tutti i Falafel si può procedere con la <b>salsa Tahina</b>: molto semplicemente ho messo tutti gli ingredienti dentro un tritatutto con solo la metà dell'acqua. Tritare benissimo tutto e poi controllare la consistenza. <b>Aggiungete acqua fino ad avere una consistenza densa</b> ma non troppa.<br />
<br />
A questo punto non resta che friggere i Falafel: io li ho cotti pochi alla volta ad una temperatura di <b>160 gradi circa fino a doratura.</b><br />
<br />
Se volete <b>l'impasto e la salsa si possono preparare in anticipo il giorno prima</b> ma in questo caso consiglio di mettere la farina di ceci solo prima di formare i Falafel.</span>
</span></span></div>Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3039823815623558327.post-17410294071927071962019-09-22T16:04:00.004+02:002022-09-11T19:50:39.164+02:00SORPRENDENTI ISOLE HAWAII (PARTE SECONDA) <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnWGi6BRqjlTfmdOuhWgqwcs2nIl6pdHMsuIlZk7GcwXaO-BBgUXB3YepR8NiTS5KMRT-PcoO8TBsKDSx5_D95ox6-FjZ_Q4_iwc2kmgzhckROCgJpoas-IIOuHon7HtYfMrsUNoJ_5GdT/s640/Hawaii-002.jpg" title="Hawaii" width="740" /></a></div>
<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-prima.html" rel="nofollow" target="_blank">Proseguiamo il viaggio</a> in altre due isole delle Hawaii...<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhus97Jc89B7U5vIrwhGfxrUWkM0TYdEDVhyzMY2G1Kb2V_OzO3nhOQfb7lflMtHs8YfL7jjcPpT0SBG316NBCRgXq4aTgBqJ0KrZkK3UDMO5ryKakV004_qq39_5uRr8PwQDzWG4vZGtoK/s320/19-08-22_Kauai_085.JPG" title="Hawaii" width="320" /></a>
<b>Kauai </b>è l'isola più a nord e nonostante sia <b>la più piccola ha un canyon</b>, un <b>fiume navigabile</b> e una <b>vegetazione rigogliosa</b> e forse per questo viene denominata <b>l'isola giardino</b>. Kauai è la più incontaminata delle isole dell'arcipelago,<b> selvaggia e poco turistica</b>, qui si respira l'Aloha mood quel modo di <b>vivere rilassato e quasi sospeso nel tempo</b>. La scelta di dove trovare una base logistica per visitare l'isola è quasi ininfluente: le <b>attrazioni sono un po' sparse</b> ovunque e quindi dovrete comunque<b> </b>percorrere tanti chilometri sulla quasi <b>unica strada dell'isola che corre lungo la costa</b>. Vi consiglio di affittare un bel <b>cabrio </b>per godere del panorama e del sole.<br />
<br />
L'isola è per oltre il settanta per cento inabitata a causa della sua morfologia che la rende inaccessibile soprattutto nel suo centro e quindi gli <b>agglomerati urbani sono tutti lungo le coste.</b> Un giro in <b>elicottero per sorvolare le bellezze naturali</b> inaccessibili via terra è quasi necessario e la <b><a href="https://maunaloahelicoptertours.com/" target="_blank">Mauna Loa Helicopter</a></b> Tours offre un ottimo servizio.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_6WuZqnINy54ilcMO-SOyEcvXSomkmGYa8V04t6Yz7UUb1wHQHO7oxtk18YWHTO8wiF-qWeHF_TPcU8auBLMVfIJc8YsOlWsA8wK3mZyzShJ95gF5BcKTWmIjhfJBERGcHy8HU3bOd5Uy/s320/19-08-22_Kauai_053.JPG" title="Hawaii" width="320" /></a>
La <b>costa Ovest</b> è quella maggiormente inaccessibile ma anche la <b>maggiore attrazione turistica</b> di Kaui. E' qui infatti che si trova la bellissima <b>Napali Coast</b> il cui unico accesso da terra è possibile tramite il famoso <b><a href="https://www.alltrails.com/trail/hawaii/kauai/na-pali-coast-kalalau-trail" target="_blank">Kalalau Trail</a> </b>che parte dall'<b>Haena Park</b>. La versione integrale il percorso è di oltre 30 km e richiede un <b>pernottamento in tenda</b> e quindi non è cosa per tutti; ma per godere il panorama basta percorrere pochi chilometri ed arrivare al <a href="https://www.alltrails.com/trail/hawaii/kauai/kee-beach-kalalau-overlook" target="_blank">Ke'e Beach-Kalalau Overlook</a> oppure proseguire fino alla bella e selvaggia <b>Hanakapi`ai Beach.</b> Questo <a href="https://www.alltrails.com/trail/hawaii/kauai/hanakapiai-beach" target="_blank">trail</a> di circa 6 km è fattibile in poche ore e vi darà un <b>ottimo assaggio delle bellezze della costa</b>. Al ritorno non perdete l'occasione di fermarvi a <b>Ke'e Beach</b> per un bagno ristoratore in <b>acque cristalline</b>. L'accesso all'Haena Park è <b>regolamentato e limitato a poche centinaia di persone</b> al giorno ed è essenziale quindi programmare la visita con anticipo per ottenere il necessario <a href="https://dlnr.hawaii.gov/dsp/parks/kauai/haena-state-park/" target="_blank"><b>permesso</b></a>.<br />
<br />
Per esplorare la Napali Coast il miglior punto di partenza è sicuramente la <b>costa Nord</b> di Kauai. <b>Princeville </b>ed <b>Hanalei</b> sono due piccoli aggregati urbani che offrono molte possibilità di pernottamento inoltre sono<b> </b>ben attrezzate e tranquille. Ma la costa Nord dell'isola non serve solo come porta di accesso alla Napali Coast, qui ci sono <b>bellissime spiagge</b>.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMvrZpz5hJYgUyP_0yKLH-TDr5ZyizHTvlwq_55pg-TNa0MqYqhP3UZax6ElTAUMGlPtX9On5fSal1S_2p3GXP4xhPVxQWO_dTO38dXvCtn4XT9na4ANCX-VvoM-mikcWbp0LKcu_MEztl/s320/19-08-23_Kauai_001.JPG" title="Hawaii" width="320" /></a>
<b>Hanalei </b>infatti si sviluppa alle spalle dell'omonima baia che vanta una <b>lunghissima spiaggia a mezzaluna</b> su cui, oltre fare bellissime <b>passeggiate, </b>è il posto ideale per i <b>neofiti del serf</b>: bellissime onde si infrangono sulla spiaggia ad ogni ora ed in ogni stagione. Alle spalle della spiaggia come già detto, si sviluppa il piccolo centro urbano in cui si trovano molti negozietti, luoghi di ristoro ed in particolare tantissimi <b>food truck</b>. Pare infatti che Kauai oltre ad essere l'isola giardino sia anche l'isola gourmant ed è qui che è partito il <b>fenomeno dei food truck</b> poi sviluppatosi man mano in tutte le isole. Forse la mancanza di infrastrutture dell'isola ha spinto inizialmente i ristoratori locali a fornirsi di truck in modo da potersi spostare ovunque ed essere autosufficiente, ormai però salvo rare eccezioni i food truck sono tutti stabili in postazioni fisse, ma il fascino resta. In effetti posso dire che Kauai finalmente ha <b>proposte interessanti dal punto di vista gastronomico</b> e molte si trovano proprio ad Hanalei.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="986" data-original-width="1600" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9QLbydn_1ZRax0_A0TR-y9P5zg4kBxzq3jbE2iyjAPUICtGcbL7HpgXxRt4rH8z4x0yGzQOMtGFzHKqFzS4rgZ7J3h_FYoEYUtfxKcStUmNetfpWnhWDPsSGiYXo90M9TcpaiMrVVqVgZ/s320/P_20190823_115519.jpg" title="Hawaii" width="320" /></a>
In particolare<b> lungo la strada principale</b> ci sono molti food truck (indicati per una tarda colazione o pranzo dato gli orari restrittivi) ed un esempio ne è <b>Hanalei Taro & Juice Co</b> ( 5-5070 Kuhio Hwy # B, Hanalei) dove è possibile provare molti <b>classici della cucina Hawaiana </b>ma soprattutto il <b>Taro </b>il tubero viola simile alla patata coltivato nelle isole. Oltre i food truck ci sono anche valide opzioni per cena tra cui l'eccellente <b><a href="http://www.restaurantbaracuda.com/" target="_blank">Bar Acuda</a></b> (5-5161 Kuhio Hwy, Hanalei) Un locale rilassante e piacevole che serve piccoli piattini da condividere tutti con un guizzo creativo. A pochi passi si trova <b><a href="http://www.amahanalei.com/" target="_blank">AMA Restaurant </a></b>(5-5161 Kuhio Hwy, Hanalei) altro ottimo ristorante all'aperto con vista sui bellissimi rilievi di Kauai ha un menù limitato ai <b>noodle ed un solo dolce</b> ma non ve ne pentirete.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxppi1UpHDiKAKjoynhdUl5ju_RKMihtvbN3axtUF2XFYQJzXhAVSFcJ8Ai6Fqv31KqSth0OvCLcPPiFR778VycNOTmGPBpe0XaEVHUxus9zj26FqzSIQfC-j-iF-Ww36I2uAk7t13aFis/s320/19-08-24_Kauai_030.JPG" title="Hawaii" width="320" /></a>
<b>Princeville</b> si trova sul piccolo promontorio affianco alla baia di Hanalei e si sviluppa all'interno di un bellissimo complesso di Golf ed offre tantissime opportunità di pernottamento ma non ha negozi o luoghi di ristoro. Da Princeville in pochi minuti si arriva ad <b>Anini Beach</b> che vanta la <b>barriera corallina più lunga ed ampia di tutto l'arcipelago</b>. Questa lunga spiaggia è frequentata sia da turisti sia da locali, non fermatevi sul primo pezzo e proseguite fino a quando in pratica la strada finisce e proprio qui che l'oceano si trasforma in una piscina naturale ed i locali restano fino a sera per godere il tramonto e fare grigliate o pic nic sulla sabbia. Sulla parte iniziale della spiaggia, vicino al campeggio invece ci sono i posti migliori per fare snorkeling da questa parte gli avvistamenti di <b>tartarughe </b>non mancheranno di certo. Per pranzo niente paura tutti i giorni arriva il famoso <b>North Shore General store food truck</b>, tra le tante proposte consiglio il <b>fish tacos</b> un classico hawaiano che consiste in un tacos ripieno di un filetto di pesce bianco impastellato e fritto, cavolo rosso e pomodori.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzhB_DOEt3Uv6wN6ddyvGI7ny38lqDN0mOsl_yPer4IJ_whtaPL2hj110q1Pj3GqIxyh8fkdb9WNSKSsJM514O3Xiei5GNevhiduvN0QN4auNYMlGGsK3nmQZk9KWjzppRFp6uwasg-vZ8/s320/19-08-24_Kauai_019.JPG" title="Hawaii" width="320" /></a>
Sempre sulla costa nord a poca distanza da Anini Beach si trova il famoso <b>Kilauea Lighthouse. </b> Personalmente è stato una gran delusione, vi avverto che costerà ben dieci dollari a testa per vedere un normalissimo faro su un promontorio la cui <b>vista è bella ma non spettacolare</b>. Fate inoltre attenzione agli orari che sono molto limitati.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="800" data-original-width="1600" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjciyD3hPQmNYheELpHY9SbuabZKNsQdBQ0I7jFeQ_hbckHi49io6L9MjvmD3abNlH6_LbLauk1Ush13NM0UxU_fdv1r-xNN6tDCD85NZCjIHDs4UrI2wHTh_zCBbBqkf_krmgj5Sjr6FCz/s400/P_20190821_144145.jpg" title="Hawaii" width="400" /></a>
Il <b>centro </b>dell'isola di Kauai è dominato dal <b>Waimea Canyon</b> e sull'unica strada percorribile ci sono due soste obbligatorie: <b>il Waimea Canyon Lookout</b> e il <b>Pu’u Hinahina Lookout</b>. Da questi punti di osservazione potrete godere la vista migliore su questo spettacolare e colorato canyon. Se siete arrivati fin qui ed avete voglia di sgranchire le gambe, un <a href="https://www.alltrails.com/trail/hawaii/kauai/waipoo-falls-via-puu-hinahina-and-canyon-trail" target="_blank">trail </a>molto popolare e fattibile è quello che porta alle <b>Waipo`o Falls</b>. Proseguendo invece sul fondo dell'unica strada che si addentra nel cuore dell'isola, si arriva al <b>Kōkeʻe State Park</b> dove avrete la possibilità dal <b>Pu’u O Kila Lookout</b> e dal <b>Kalalau Lookout</b> di godere della <b>migliore vista</b> della <b>Kalalau Valley</b> che è uno dei posti più scenografici e fotografati dell'isola.<br />
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<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiE0grcPok9mSDj2gRAaXGD3_befd_x45htJTb6BxtYG1W8t-2bs1oe0BXTMUCKjWam13QrJXlCcUPNrZucr3FpG8aUOxGnT4yjdc0RJt_DyNIk3SE9MVztFTR7etf_rW_8CcHIOGRP7EY/s320/19-08-24_Kauai_010.JPG" title="Hawaii" width="320" /></a>
Sul versante <b>Est </b>di Kauai i trova <b>Lihue </b>e l'unico aeroporto, tra le varie attrazioni un fiume navigabile e tante spiagge lunghe e <b>perfette per il surf </b>come <b>Kealia Beach</b>; mentre se vi piacciono le passeggiate in montagna e le viste dall'alto, non potete perdervi il <a href="https://www.alltrails.com/trail/hawaii/kauai/sleeping-giant-nounou-mountain-east-trail" rel="nofollow" target="_blank">trail </a>che vi porterà sulla vetta dello <b>Sleeping Giant</b>, una volta in cima avrete una <b>vista quasi a trecentosessanta gradi </b>della costa est dell'isola. Per premiarvi per tanto movimento potete scegliere di mangiare un boccone da <b><a href="http://www.jotwo.com/" target="_blank">JO2</a></b> Restaurant (4-971 Kuhio Hwy, Kapaʻa) che offre una interessante cucina creativa con prodotti locali oppure da <b><a href="http://www.nomkauai.com/" target="_blank">Nom Kauai</a></b> (4-1101 Kuhio Hwy A-4, Kapaʻa) per un hamburger di grande qualità.<br />
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<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCs6cxIiFDZB9opshZnt71acTbLesSxBn-XgeQq-vZzfzY2yGgtyG6nzsBZoTatyrzaqrltSuftUsQCgPo2dXwux7P33FYM3-dhrwXaLbtF5Y5wZjGxp5qSHl4nWwm2Hvsa_w2DO17Orqj/s640/Hawaii-003.jpg" title="Hawaii" width="740" /></a>
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L'isola più turistica è ovviamente <b>Ohau, </b>soprannominata <b>The Gathering Place</b> ovvero il posto in cui incontrasi, e qui tutto gravita intorno al maggior centro urbano Honolulu che è anche una ottima base logistica per esplorare l'isola.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii59l4IvLzLgENN4LBrt8Xbd0I_-F9niFQ2GXOgnso5GbOunIgsuvh7bYrwskNgy4G2okmn_FDVrvcdaC5gGVzrH6PmG_i_fwFQfL8Orq1qHuWehXSZptlcWKndc7ijyjfvtFSu-zKBK1v/s320/19-08-25_Oahu_021.JPG" title="Hawaii" width="320" /></a>
Vera unica città di tutto l'arcipelago, nonostante il clima perfetto e la bellissima baia, <b>Honolulu </b>non mostra una grande personalità forse schiacciata tra <b>brutte costruzioni e turismo di massa</b>. Ma osservando attentamente qualcosa forse sta cambiando: nuovi <b>grattacieli di forme eleganti</b> si vedono lungo la costa di fronte a <b>Ala Moana</b> la bella spiaggia cittadina e <b>Kaka'ako</b> è stata trasformata da un brutto quartiere industriale in meta interessante grazie ai writer locali che l'hanno disseminata di bellisimi <b>murales</b>.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh20VhHRCLSSq8dpaT7wCHYGmANurE_04_9eqIAIUHHb5iIC3ieXb5hyphenhyphen2uzWZPGOZQkuxzlS3Uutxoxu76VwX-JdTV30UEcdOsWKc1oERkoGUwa371-LAy1HTqy9fzP8RB_Sfb_FiBz4vit/s320/19-08-27_Oahu_011.JPG" title="Hawaii" width="320" /></a>
<b>Waikiki</b>, il quartiere più conosciuto, pur avendo una bella passeggiata lungo la <b>famosa spiaggia</b> delude per il <b>caos di macchine e persone</b> e mal contrasta con il l'Aloha mood che si vive nel resto delle Hawaii e la cosa si ripete in tutte le maggiori attrazioni della città.<br />
La passeggiata sul <b>Diamond Head</b> simbolo della città è una <b>via crucis che inizia dal parcheggio</b> e prosegue con il <a href="https://www.alltrails.com/trail/hawaii/oahu/diamond-head-leahi-summit-trail" target="_blank">trail </a>sovraffollato che porta sulla <b>cima del cratere</b>. Da qui la vista della città è molto bella ma non unica, quella del <b>Tantalus Lookout,</b> una terrazza panoramica dalle spalle della città, è <b>altrettanto scenica e non così affollata</b>. Anche le vicine <b>Manoa Falls</b> deludono: un <a href="https://www.alltrails.com/trail/hawaii/oahu/manoa-falls-trail" target="_blank">trail </a>ancora una volta affollato porta ad una <b>cascata di scarso interesse</b>.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqzBJKWnzYhvGH05H9Datx1cU01pcQjys66Ez9ymv5qJYSiRwcOO-8vNEG_7FcFnyoNP46kHLptJEUF92_5yF1bsPvezG4dtg056UjGBsn2_-fialvS1gw8Arpdky8IiMgWN0cS7LJxWn8/w400-h225/P_20190828_090413.jpg" title="Hawaii" width="400" /></a>
Ma la più grande delle delusioni è la famosa <b>Hanauma Bay,</b> anche se indubbiamente bellissima, è talmente sovraffollata sin dal mattino presto che <b>è impossibile godere di tale bellezza</b>. Se avrete la pazienza di superare tutti gli ostacoli e metterete finalmente i piedi sulla sabbia della baia, dopo poco l'unico desiderio che avrete sarà quello di andare via.<br />
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Tranquilli però potrete <b>affogare nel cibo le vostre delusioni</b> a proposito di Honolulu e dintorni: Se siete dalle parti del Diamond Head almeno approfittatene per una fantastica e salutare <b>Acai Bowl</b> da <a href="http://www.dacove.com/" rel="nofollow" target="_blank"><b>Cove Health Bar and Cafe</b></a> (3045 Monsarrat Ave #5, Honolulu); mente per confortarvi della delusione di Hanauma Bay addentate un meraviglioso <b>Malasada </b>al <a href="http://www.leonardshawaii.com/" target="_blank"><b>Leonard's Bakery Malasada Truck</b></a> (7138-7190 Kalanianaʻole Hwy, Honolulu). Sulla via per le Manoa Falls preparatevi psicologicamente alla ressa con un <b>Shave Ice</b> da <b><a href="https://www.blogger.com/www.waiolashaveice.com">Waiola Shave Ice</a></b> (2135 Waiola St, Honolulu). Lo Shave Ice è una specialità Hawaiana e si tratta di ghiaccio tritato finemente sul quale viene versato sciroppo normalmente di frutta...una <b>gratta checca esotica</b> insomma...<br />
Per cena infine scappate dai giri turistici di Honolulu e prenotate un tavolo da <b><a href="https://www.blogger.com/www.mudhenwater.com">Mud Hen Water</a></b> (3452 Waialae Ave, Honolulu): in un quartiere assolutamente non turistico della città è anch’esso un locale non turistico ed offre una menù che è un buon tentativo di cucina hawaiana modernizzata.<br />
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<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXyeowFvxDIEWCFRcpGhokiZvMyAF5viDoWAqxQl4Eb9OyeIiUdg9YztrQMafM574i-SYLsHX4x-TOqxdXyLaAdx_J3mBs-D71r_3gHM8xB1mmu3k4e-HR6UbtSkhp9UvXZAzHs8FPL_l8/w400-h266/19-08-26_Oahu_019.JPG" title="Hawaii" width="400" /></a>
Ma Ohau al di fuori di Honolulu ha <b>luoghi di grande interesse</b> come ad esempio molte delle <b>spiagge sulla costa est</b> sono bellissime a dalle <b>caratteristiche caraibiche</b> sabbia bianca e mare smeraldo e, benchè a volte affollate, restano luoghi ideali per rilassarsi o fare un bagno in acqua cristallina. Tra le più belle <b>Waimanalo Beach</b> e <b>Lanikai Beach</b>. Se per andare da queste parti passerete vicino al <b>Ho’omaluhia Botanical Garden</b> vi consiglio vivamente di sostarci ed i motivi sono tanti. Si tratta di uno dei pochi angoli di pace dell'isola, è gratuito ed è un <b>bellissimo giardino tropicale</b> che a vostra scelta potrete solo attraversare con la macchina o fermarvi e fare uno dei dei trail in mezzo al verde.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLv2uyDOgvNbdW-3F8A0vLt-piPUy1XtxODuFvbE9bunF4GTXZRYpWD9Dqef0PkPorczcDQMulkBlW5mNcjx4y_o9BYjs9ZiN4ogRy5KEOkr1CKTLOzcOL7pGTH2dWdtvnhvgn7_BwTwiY/w400-h225/P_20190826_174416.jpg" title="Hawaii" width="400" /></a>
Un'altra <b>bella sorpresa</b> è stato il <b>North Shore</b> di Ohau. Sarà forse grazie al fatto che dista più di un'ora di macchina da Honolulu, ma sulla costa nord dell'isola si <b>ritrova </b>forte ed inequivocabile quell'<b>Aloha mood</b> che si percepisce in tutte le altre isole dell'arcipelago. Il rimpianto che personalmente ho è di aver avuto poco tempo per frequentare questo litorale ma da quel poco posso dire che a <b>Sunset Beach</b> il nome non è stato dato a caso in quanto all'ora del tramonto le persone silenziose arrivano per godersi un grande spettacolo della natura. Il <b>miglior poke di tutto l'arcipelago</b> è indubbiamente a pochi passi dalla spiaggia ed ovvero da <b><a href="http://www.ajilimotruck.com/" target="_blank">Aji Limo Truck</a></b> (57-512 Kamehameha Hwy, Haleiwa) e per concludere in bellezza allungatevi di pochi metri fino da <b><a href="http://www.tedsbakery.com/" target="_blank">Ted's Bakery</a> </b>(59-024 Kamehameha Hwy, Haleiwa) per una fetta della loro famosa <b>Choccolate Haupia Cream Pie</b>.<br />
<a href="http://www.traccedicibo.com/2019/09/sorprendenti-isole-hawaii-parte-seconda.html" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="hawaii" border="0" data-original-height="609" data-original-width="1600" height="244" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiscf7cwN0WaT4omcZhPRVy6RL6jUjxtlNaZaAf8HFFAWJgBbXCr7z6U6KzhcInu-sR3XpGngcdAty4av34t9tSPetae5bXNJy75Girqw-pynmuyA6C1Mho7UIRaWKGHd3SDeg5qnJnEXVb/s640/P_20190828_135942.jpg" title="Hawaii" width="740" /></a>
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E per finire qualche <b>spunto organizzativo </b>che penso possa essere utile per chi voglia organizzare un viaggio verso questo bellissimo arcipelago:<br />
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<b>Trasporti</b>: per le Hawaii dall'Italia non è certo dei più semplici a seconda delle combinazioni bisognerà prendere dai 2 ai 3 voli e si tratta bene o male di 24 ore di viaggio e 12 ore di fuso orario. Ovunque voi la prendiate girando da Est o da Ovest più o meno è lo stesso. Prenotarlo in anticipo è essenziale così come i voli tra le varie isole effettuati tutti da <b><a href="https://www.hawaiianairlines.com/" target="_blank">Hawaiian Airlines</a></b> che offre un ottimo servizio. Se diventerete <b>membri </b>avrete lo <b>sconto sul costo dei bagagli</b> che, fate attenzione, si possono aggiungere solo in fase di check in.<br />
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<b>Muoversi</b>: E' essenziale <b>affittare un'auto per essere liberi di girare</b> le isole, quasi tutti i turisti affittano <b>jeep </b>o <b>cabrio </b>a secondo della predilezione personale. Per non avere sorprese su costi non inclusi o aggiunti in fase di ritiro dell'auto io mi sono trovata molto bene con <b><a href="http://www.autoeurope.it/" target="_blank">Auto Europe</a></b> offrono prezzi convenienti, chiarezza dei costi inclusi e non e possibilità di disdetta gratis.<br />
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<b>Dormire</b>: i resort e gli alberghi convenzionali hanno prezzi a volte inavvicinabili e quindi affittare un <b>appartamento da un privato</b> permette di risparmiare molto. Le piattaforme da consultare sono diverse ma <b><a href="https://www.airbnb.it/" target="_blank">Airbnb </a></b> ha l'offerta più ampia e valida in tutte le isole.<br />
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<b>Temperature</b>: sarete pure in isole tropicali ma non dimenticate che se volte visitare i <b>vulcani le altitudini sono significative</b> e le temperature soprattutto a fine ed inizio giornata possono essere piuttosto rigide.<br />
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<b>Mosquitos</b>: ho visto turisti fare letteralmente il bagno nei repellenti tipo Autan nei parcheggi ad inizio Trail, è vero in qualche posto qualche insetto lo troverete ma <b>non ho mai trovato necessario usare prodotti</b> anche perchè normalmente <b>la scia che lasciano gli altri turisti dovrebbe coprire</b> anche voi...<br />
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<b>Cibo: <a href="https://www.foodland.com/" target="_blank">Foodland </a>vi salverà</b> questa è la catena di supermercati onnipresente, in pratica l'Esselunga delle Hawaii. Ha un ottimo rapporto qualità prezzo, frutta di produttori locali e un <b>ottimo Poke</b>. Solo ad Ohau è possibile trovare anche <b><a href="https://www.wholefoodsmarket.com/" target="_blank">Whole food</a></b> che ha tre negozi di cui uno ad Honolulu.<br />
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<b>Orari di apertura</b>: consiglio vivamente di verificare con attenzione <b>orario e giorni di apertura </b>soprattutto dei <b>food truck</b> e dei <b>parchi/attrazion</b>i ed in generale di qualsiasi attività pubblica. Spesso come una signora ci ha detto hanno "silly times".<br />
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<b>Three Annual Park card</b>: quasi tutti i parchi ed attrazioni alle Hawaii sono gratuiti quelli che non lo sono sono compresi in questa card che è possibile sottoscrivere in qualsiasi di questi parchi a pagamento.<br />
<br />Francesca Pazienzahttp://www.blogger.com/profile/15817481216109837113noreply@blogger.com0